PENA DI VIVERE COSI’ (NOVELLA DI GRANDE TRAGICO UMORISMO)

Ultimamente fatico anche a raccontarvi i cazzi miei, anche perché mi sembra sempre il solito sbattere contro il solito muro (di gomma). Insomma: siamo io, Léaud e il Mionico che decidiamo di fare il weekend da scapoli, "come dieci anni fa". Che poi ogni anno facciamo un weekend del genere. Così, tanto per fare un giro, stare insieme, sparar due cazzate e sversarci un po’. Solo che a 26 anni significava svariare in allegria senza deviare troppo dalla quotidianità (che era fatta preponderantemente di cazzeggio). A 36 significa fare qualcosa di assolutamente deviante. Cioè, non abbiamo più il fisico. Nella ridente cittadina di Villefranche sur mer, tra Nizza e Monaco, i nostri eroi sguazzano, guidano, visitano musei, si rilassano… E poi tornano a casa devastati, ustionati, più stanchi di prima. Possibile? Certo, si invecchia. Poi soprattutto se uno si addormenta sotto il sole dalle 13 alle 15 le conseguenze si vedono, si sentono e si toccano… Poi ancora di più se appena tornato devi improvvisamente partecipare all’ennesimo funerale… Insomma. Qui si lotta quotidianamente contro tutto e contro tutti per strappare quei momenti di felicità che – io credo – tutti ci meritiamo. Forse a 26 anni ero ancora convinto che la felicità fosse uno stato normale, garantito per la vita. Ora quantomeno so che me la devo guadagnare. E devo anche farmela bastare. Dicono che le cose che ti sudi te le godi di più… Sarà vero?

Tag: , ,

3 risposte a “PENA DI VIVERE COSI’ (NOVELLA DI GRANDE TRAGICO UMORISMO)”

I commenti sono chiusi.