ZAPPA MA SENZA LA SUA VOCE

Su Prime Video c’è Zappa, il documentario di Alex Winter sul genio musicale di Frank Zappa. È un bellissimo documentario, se non fosse che purtroppo, su Prime, è visibile solo doppiato in italiano, con quel vezzo tipico dei documentari di mettere la voce italiana abbassando di tanticchia la voce originale del personaggio che parla.

A parte questo, la vita di Frank Zappa, dall’infanzia fino alla morte prematura a 52 anni, è sviscerata grazie a migliaia di ore di filmati dall’archivio Zappa (aveva un seminterrato pieno zeppo di faldoni, registrazioni, pellicole, e non a caso ha pubblicato più album postumi che in vita – e in vita ne ha comunque pubblicati 42).

Si sente poca musica, in Zappa, purtroppo. Tutto è più focalizzato sul carattere del musicista – un carattere ovviamente molto difficile, data la ben nota tendenza allo stakanovismo e a considerare i membri delle sue band come componenti “usa e getta”. Persino i figli (Moon, Dweezil, Ahmet e Diva) devono lottare per avere la sua attenzione.

Grande spazio viene dato allo Zappa “classico” e al suo lavoro con le orchestre e allo Zappa “politico” che testimonia in congresso sul problema dei testi della musica rock e pop e che viene nominato da Vaclav Havel ambasciatore della cultura cèca in America (questa proprio non la sapevo).

Ottimo, ma dovrò scaricarlo in originale per sentire la vera voce di Frank…!

CECI N’EST PAS UNE LISTE

È di nuovo quel periodo dell’anno e io, da bravo ossessivo compulsivo che compila liste tutto l’anno, mi sento autorizzato a condividere con voi la madre di tutte le liste, quella che racchiude i miei film dell’anno, le mie serie TV, i miei libri, i miei dischi dell’anno. La parola chiave, come sempre è “miei“. Ormai lo sapete che sono un divoratore goloso di film horror e di animazione, di graphic novel e di musica elettronica, ambient e post punk ma che navigo tranquillo sul mare dell’eclettismo. Se vi fornisco qualche spunto per guardare, leggere o ascoltare qualcosa, ben venga! Se no, sarà solo l’ennesima lista…
NB: Lista editata il 26/12 nel momento in cui sono riuscito a vedere un paio di film in più che già sapevo sarebbero stati tra i primi dieci.

FILM

Normalmente tendo a non fare proprio una classifica, perché mi pare una stronzata. I primi tre film della lista però sono quelli che più mi hanno lasciato a bocca aperta. Il terzo è indiano e si vede solo su Netflix.

The Holdovers – Alexander Payne
Barbie – Greta Gerwig
Jawan – Atlee
Killers of the Flower Moon – Martin Scorsese
Past lives – Celine Song
Oppenheimer – Christopher Nolan
Asteroid City – Wes Anderson
Saltburn – Emerald Fennell
Beau is Afraid – Ari Aster
Return to Seoul – Davy Chou
Passages – Ira Sachs
Spider-Man across the Spiderverse – Joaquim Dos Santos, Justin Thompson, Kemp Powers
Skinamarink – Kyle Edward Ball
Infinity Pool – Brandon Cronenberg
Talk to Me – Danny e Michael Philippou
Teenage Mutant Ninja Turtles: Mutant Mayhem – Jeff Rowe
Suzume – Makoto Shinkai
El Conde – Pablo Larrain
The Killer – David Fincher
May December – Todd Haynes

E per l’Italia…
La Chimera – Alice Rohrwacher
C’è ancora domani – Paola Cortellesi
Piove – Paolo Strippoli
Mixed by Erry – Sydney Sibilia
Il primo giorno della mia vita – Paolo Genovese

Invece, i film usciti nel 2023 che non ho visto e mi mangio le mani, o che non sono ancora usciti e quindi ciccia, sono Godzilla Minus One (che dev’essere una figata), The Zone of Interest (il film “laterale” sull’olocausto di Jonathan Glazer), Poor Things di Lanthimos, Dream Scenario con l’ineffabile Nicolas Cage, The Boy and the Heron (l’ultimo Miyazaki), Orlando, My Political Biography di e con Paul B. Preciado, Fallen Leaves (l’ultimo Kaurismaki).
Questi saranno da recuperare a gennaio 2024…!

ALBUM

Anche per quanto riguarda i dischi dell’anno diciamo che il podio è rappresentato dai dischi che ho sentito di più nell’anno (Caroline Polacheck per quasi tutto l’anno fino a vederla dal vivo a novembre, e Peter Gabriel e Andre 3000 ossessione dell’ultimo bimestre). Tutti gli altri sono i dischi che sono stati maggiormente in heavy rotation sul mio iPhone o su Spotify (che curiosamente si complimenta con me perché sono uno dei rari utenti che ascolta un album dall’inizio alla fine – ma perché, esiste un altro modo?!?)…

Desire, I Want to Turn into You – Caroline Polacheck
i/o – Peter Gabriel
New Blue Sun – Andre 3000
Radical Romantics – Fever Ray
Fuse – Everything But The Girl
Space Heavy – King Krule
Become – Beach House
The Ballad of Darren – Blur
Danse Macabre – Duran Duran
Cousin – Wilco
Nadie sabe lo que va a pasar mañana – Bad Bunny
Lahai – Sampha
Raven – Kelela
Did You Know That There’s a Tunnel Under Ocean Blvd – Lana del Rey
This Stupid World – Yo la tengo
The Girl Is Crying in Her Latte – Sparks
Chaos for the Fly – Grian Chatten

E per l’Italia…
Il segreto – Venerus
Moonlanded – Birtth
La gente che sogna – Lucio Corsi
Cristi e diavoli – Lovegang126
L’amore – Madame
Red Light – Elodie

Poi ci sono alcuni album che mi sono messo da parte e sono lì che mi aspettano, e che sto cominciando a sentire adesso: presto per dire “dischi dell’anno”, ma diciamo che tutti li hanno criticati bene e quindi mi interessa ascoltarli: My Back Was a Bridge for You to Cross di Anohni & The Johnsons, Why Does the Earth Give Us People to Love? di Kara Jackson, The Age of Pleasure di Janelle Monae, Javelin di Sufjan Stevens, Guts di Olivia Rodrigo e per la quota italiana Spira di Daniela Pes che è prodotta da Iosonouncane e insomma.

SERIE TV

Ogni volta penso con ammirazione a quelli che mi dicono “adesso disdico tutti gli abbonamenti tanto non guardo più niente”… io invece guardo pure troppo, e se non rientra nei miei abbonamenti standard a volte vado in cerca di torrent. Anche sul fronte televisivo prediligo horror e animazione, ma ci sono molte altre chicche interessanti buttate lì a caso.

The Last of Us (HBO)
Blue Eye Samurai (Netflix)
I’m a Virgo (Prime)
Goosebumps (Disney+)
Pluto (Netflix)
The Bear 2 (Disney+)
Scott Pilgrim Takes Off (Netflix)
One Piece (Netflix)
Questo mondo non mi renderà cattivo (Netflix)
Bodies (Netflix)
The Fall of the House of Usher (Netflix)
Heartstopper 2 (Netflix)
A Murder at the end of the world (Disney+)
Swarm (Prime)
American Born Chinese (Disney+)
Copenhagen Cowboy (Netflix)
Obliterated (Netflix)
Pokémon concierge (Netflix)
Beef (Netflix)

Ci sono poi molte serie che tutti mi dicono meravigliose ma che io non ho avuto tempo o modo di vedere. Manca ad esempio Succession, che sono convinto sia sicuramente un capolavoro ma io non l’ho ancora vista. Meglio per me che posso vederla dall’inizio!

LIBRI E FUMETTI

Piccola premessa, questi non sono tutti libri usciti nel 2023 ma sono i libri che io ho letto e amato nel 2023. Casomai sono usciti un secolo prima. Comunque, ecco qua, in ordine sparso tra saggi, romanzi e graphic novel.

La volontà di cambiare – bell hooks
Rebis – Irene Marchesini e Carlotta Dicataldo
La tecnologia è religione – Chiara Valerio
I ragazzi possono essere femministi? – Lorenzo Gasparrini
The School of Life – Alain de Botton
Filosofia del Graphic Design – Riccardo Falcinelli
Spettri della mia vita – Mark Fisher
Exit Reality – Valentina Tanni
Cinema Speculation – Quentin Tarantino
Cose da maschi – Alessandro Giammei
L’antidoto – Vera Gheno
Le schegge – Bret Easton Ellis
La vita è breve eccetera – Valentina Raimo
Sei vecchio – Vincenzo Marino
La fine del mondo e Prima dell’alba – Inio Asano
Ultima notte a Pechino – Golo Zhao
Veleno a colazione – Lemony Snicket
Deadendia voll. 1 e 2 – Hamish Steele
Tre Ciotole – Michela Murgia
Belle Greene – Alexandra Lapierre
Lockwood & Co. (tutta la serie) – Jonathan Stroud
UFO 78 – Wu Ming
Billy Summers – Stephen King
Circe – Madeline Miller
Crossroads – Jonathan Franzen

Poi ci sono in effetti libri del 2023 che non ho letto ma che mi riprometto di leggere quanto prima, come Babysitter di Joyce Carrol Oates, Vi avverto che vivo per l’ultima volta di Paolo Nori, L’impostore di Zadie Smith, Lezioni di Ian McEwan, La vita intima di Niccolò Ammaniti e i graphic novel Monica di Daniel Clowes, Roaming di Jillian e Mariko Tamaki e Ducks di Kate Beaton che ha smosso persino Zerocalcare.

E per quest’anno direi che è tutto. Quali sono i vostri preferiti, invece?

URGH! A MUSIC WAR

Lo scorso weekend mi è capitato di vedere un film del 1981 che non avevo mai intercettato: Urgh! A Music War di Derek Burbidge. Nel panorama dei film musicali di fine anni ’70 / inizio anni ’80 è abbastanza un unicum, e vado subito a spiegarvi perché (ma intanto: trailer).

Urgh! A Music War (d’ora in poi UAMW, da pronunciarsi uammev’, alla napoletana) è costituito essenzialmente da 2 ore piene di assalto sonoro a base di Police (prima maniera, quindi pre-stadi olimpici), Magazine, XTC, Pere Ubu, Echo & The Bunnymen, X, Gang of Four, Devo, Cramps, Oingo Boingo, Dead Kennedys, Gary Numan e un pacco di altre band più o meno conosciute.

Quindi, laddove ad esempio Jubilee di Derek Jarman o The Great Rock’n’Roll Swindle di Julien Temple (i più “classici” film punk che vengono in mente) hanno una sorta di trama e una serie di invenzioni visive inframmezzate dalla musica, UAMW no. Laddove Blank Generation di Amos Poe o The Decline of Western Civilization di Penelope Spheeris (per citare i due film punk americani più famosi) mescolano esibizioni live e spezzoni di dietro le quinte cercando di presentare un ritratto più o meno approfondito della scena punk a NY o a LA, UAMW presenta a rotazione il maggior numero di artisti possibili, scivolando comunque in modo plateale verso il post punk e la new wave che è poi il “mio” genere, quello che da pischello ascoltavo con più frequenza.

C’è solo un altro film del periodo che ha una colonna sonora simile, ed è Times Square di Allan Moyle, uno stracult difficilissimo da trovare che è comunque la storia di due adolescenti che fanno una vita molto punk a New York (ma la colonna sonora è tutta new wave). In seguito John Hughes avrebbe riproposto queste sonorità nei suoi film, ma non con lo stesso risultato.

Le vette di UAMW sono l’esibizione dei Devo (Uncontrollable Urge!), quella dei Cramps (in cui un giovanissimo Lux Interior fa cosacce col microfono), quella di Klaus Nomi, quella di Pere Ubu (mai visto dal vivo, e qui si capisce molto da chi ha preso James Murphy), gli Oingo Boingo (ma anche gli UB40 prima maniera) con le loro jam infinite.

C’è anche ovviamente un doppio album della colonna sonora che mi sa abbastanza introvabile (su Spotify c’è una playlist che supplisce). Se volete un’esperienza insolita, c’è anche un utente Flickr che ha caricato i flani cinematografici in mezzo a vari altri flani di film horror del periodo.

In ogni caso, io ho visto tutto il film a spezzoni su YouTube, mentre ho scoperto dopo che è possibile vederne una versione integrale su Vimeo. E, a proposito di chicche introvabili, anche Times Square lo potete vedere tutto on line, su Internet Archive. Enjoy!