MASTERS OF HORROR, SECONDA SERIE!

La mia giornata proverbiale al Torino Film Festival me la sono fatta (ieri). Una volta riuscivo a stare lì tutto il giorno, tutti i giorni. Più passano gli anni e più devo selezionare. E così, nonostante le attrattive fossero come sempre moltissime, ho selezionato Marie Antoinette e la nuova serie del Masters of Horror. Il film di Sofia Coppola è affascinante e straniante. La coppolina ha capito prestissimo come fare un film d’autore non rinunciando a coinvolgere il pubblico (e del resto con tale padre non si poteva pensare altrimenti). Ricostruzione perfetta dal punto di vista dei costumi (Milena Canonero) e dei decor (va beh, hanno girato direttamente sul posto) ma soprattutto geniali idee di regia, che rendono il film interessante da più punti di vista. Soprattutto il lavoro sul sonoro e sui rumori è stato molto apprezzato. Peraltro c’è Kirsten nel suo solito ruolo da furbetta drizzacazzi (è nuda per buona parte del film ma ha una controfigura per il fondoschiena), Asia nel suo solito ruolo volgar-troieggiante e soprattutto la musica che ci piace tanto (Cure, Joy Division, New Order, Siouxie, Bow Wow Wow, Gang of Four, Adam and the Ants, ma anche Aphex Twin e Strokes) che in contrasto con le immagini produce il vero senso del film. Finale misurato e intenso, mai come quello di Lost in Translation, ma buono. Dei nuovi Masters of Horror sono stati presentati i primi sei episodi. Dario Argento (voto: 6) splattereggia con furore su una storia di pellicce maledette e sesso a pagamento (mai così tanto pilu in un film di Dario!) con Meat Loaf che si scortica vivo da solo… John Landis (voto:7/8) fischietta gospel mentre scioglie cadaveri nell’acido (il tutto serve al protagonista per crearsi una famiglia felice di scheletri tenuti insieme dal fil di ferro). John Carpenter (voto: 6/7) frulla Distretto 13, La cosa e Il signore del male autocitandosi a palla e facendo comparire un demone degno dei b-movie anni ’50 (ma occhio a Ron Perlman che usa la specola su un dottore abortista e gli risucchia le interiora). Mick Garris (voto: 7) vira finalmente sull’horror più classico, ma è più un meta-horror: i personaggi sono frutto dell’immaginazione di scrittori perversi. Joe Dante (voto: 9) è come sempre il più lucido e bastardo autore di b-movie in circolazione e lo dimostra con la storia di Jason Priestley (accolto in sala al grido unanime di "VAI BRANDON!!!") alle prese con un virus che fa sì che su tutto il pianeta gli uomini uccidano le donne cancellando ogni possibilità di riproduzione della specie: peccato per gli alieni nel sottofinale. Brad Anderson (voto: 8) conferma il talento di The Machinist imbastendo un horror psicologico basato tutto sul fronte audio: dopo la morte del figlio il protagonista "sente i rumori" con troppa intensità… Scontato il taglio di orecchie finale. Il tutto senza troppa coda, senza troppa stanchezza, e con i soliti incontri che si fanno tutti gli anni al festival (da Ghezzi a Zanello passando per gli ex colleghi dell’MNC)…

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3 risposte a “MASTERS OF HORROR, SECONDA SERIE!”

  1. i Gang of Four sono adorabili….invece ti consiglio Bez’s Madchester doppia raccolta sulla scena old school di Manchester….sono riuscito a trovarla in Irlanda mai vista qui da noi però e poi il mitico bass. Jah Wobble “Alpha One Three”

    ciauz Mauri

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