AGGANCIATO DA DESPERATE HOUSEWIVES

Di fisso arrivo come sempre in ritardo sulla media dei blogger italiani dotati di Sky o di BitTorrent (e soprattutto di tempo libero per farsi le flebo di serie tv culto), ma ho notato che sono già rimasto agganciato da Desperate Housewives… Non poteva essere altrimenti, dato che è un mix di Twin Peaks, Sex & The City e American Beauty. Molto ben riuscito. Cercherò di seguirlo… Oggi poi è una data storica anche per l’animazione in TV: parte la serie animata delle W.I.T.C.H.! Stefi, che me la sta registrando, mi ha già detto che il disegno lascia a desiderare. Speriamo in bene (ma è tipico delle riduzioni televisive da fumetti di culto). Colgo l’occasione per segnalare, in tema di animazione, un volumetto geniale uscito per Electa, intitolato appunto "Animazione" (serie Dizionari del cinema). Secondo me, da comprare.

COMMEDIA SOCIALE, C’E’ ANCORA SPERANZA?

Un buon film per un’oziosa serata estiva: In Good Company, recente commedia dei fratelli Weitz (quelli di American Pie e About a Boy). Siamo più dalle parti di About a Boy, comunque, e in definitiva si può anche dire che i registi si sono "classicizzati". Che non è una brutta cosa, anzi. La storia del vecchio direttore commerciale che in seguito all’acquisizione della compagnia si vede sottoposto al giovane markettaro rampante che per di più ci prova con la figlia si risolve in una commedia un po’ rosa e un po’ amara, che sarebbe piaciuta a Billy Wilder. E’ raro che un film americano sottolinei la pochezza e il vuoto del capitalismo all’ultimo stadio e – anche se non si può parlare di film di denuncia – va detto che un certo coraggio i registi l’hanno avuto. La gente della middle class che deve aprire un mutuo per fare qualsiasi cosa non ha molto appeal cinematografico, solitamente. Le ottime interpretazioni di Dennis Quaid, Scarlett Johansson e soprattutto del (quasi) inedito Topher Grace sono la ciliegina sulla torta di un piccolo film che non delude nemmeno nel finale, solo parzialmente hollywoodiano.

QUANDO GLI INGLESI FANNO RIDERE

Un ottimo piccolo film visto da poco in DVD: Millions di Danny Boyle non tradisce lo stile visionario-pop del regista inglese dai trascorsi "acidi". Piuttosto, Millions è più vicino a 28 giorni dopo, nel suo essere un film dal ritmo veloce, digitale, adrenalinico e indipendente. Millions però non è un horror apocalittico, ma una commedia inglese coi fiocchi, incentrata sull’impatto che un milione di sterline ha su due ragazzini di 8 e 10 anni. L’intrigo: una rapina fatta pochi giorni prima dell’immaginario passaggio dalla sterlina all’euro arricchisce i banditi che però sono costretti a gettare i borsoni pieni di sterline per recuperarli in seguito. Uno dei borsoni finisce in mano al piccolo Damian, appassionato di vite dei santi (che gli appaiono di tanto in tanto) e ossessionato dalla carità cristiana. Il fratello maggiore Anthony, invece, è molto più pratico e vorrebbe investire i soldi. Nella ronda delle banconote entrano presto anche il padre, la sua nuova fidanzata e purtroppo anche uno dei rapinatori, che sta cercando il bottino (sequenze thriller degne di La morte corre sul fiume). Il tutto pompato con musiche di Muse, Chemical Brothers e altre piccole perle. Veramente godibile.