Forse mi è già capitato una volta di parlare dei corsi di formazione che sto frequentando sul lavoro. Un’opportunità sinceramente abbastanza rara, della quale cerco di approfittare il più possibile. La società che tiene i corsi, Empatheia, è veramente peculiare e interessante, e il mio formatore Andrea Galli un tipo "molto raccomandabile"… Al di là della facile ironia che tutti fanno quando vado a un corso (tipo "sì, sì, vai al corso a non fare un cazzo mentre noi lavoriamo"), peraltro tutto sommato comprensibile, devo dire che ci si stanca ugualmente anche in queste giornate, con tutti i test e le verifiche, e il mettersi in gioco, e l’autovalutazione, e le simulazioni guidate, e quelle libere, e i filmati esemplificativi. Il valore aggiunto dei filmati di Empatheia è che sono esempi tratti dal miglior cinema mondiale. Nella parte finale di questo corso ci è stato concesso di vedere per intero il film 12 Angry Men (La parola ai giurati), esordio fulminante di Sidney Lumet – un film che diversamente non avrei mai avuto modo di vedere, data la sua probabile collocazione tipo in una tarda mattinata su Retequattro. Cinema da camera nervoso e newyorchese (o niuyorchese?) di impianto televisivo forse, ma in quel tempo la televisione non era ancora diventata la grande sorella, e frequentava il cinema – solitamente con buoni frutti…
INFILARE UN DITO NEL CULO DELLA GALLINA
Basta: io devo conoscere Iva Zanicchi. La voglio invitare qui a casa mia, cucinare con lei e farmi raccontare aneddoti come quello della gallina, che va presa con la testa sotto l’ascella per poterle agevolmente infilare un dito nel retto e sentire se ha fatto l’uovo!!! Direi che abbiamo raggiunto una delle vette assolute del trash televisivo del primo quadrimestre 2004… o no? Adorabile, assolutamente immensa. Come la mia fantastica dominatrix Daria Bignardi, che guarda chiunque, in studio o nella Fattoria, come un ricercatore che stia osservando il comportamento di un gruppo di insetti sociali. Con interesse, ma sotto sotto con un po’ di disgusto e una buona dose di sadismo. Grazie di esistere Daria… cosa sarebbe la TV italiana senza di te? Vado sul mio pagliericcio.
SPREMUTA DI REALITY
Perché, perché il trash televisivo non ha mai fine? E soprattutto perché mi lascio sempre attirare dall’abisso? Che povertà di idee, poi… Hanno deciso che il reality è il tipo di show che va sfruttato fino a spremerne l’ultima goccia e ci devono propinare anche La Fattoria. Il reality era già vecchio dopo il primo Grande Fratello. Morto un esperimento, perché ripeterlo? Come sempre, pseudo vip in cerca di notorietà, ambiente ostile, sfide, premi in termini di comodità, eccetera. L’unico motivo per guardare La Fattoria è il ritorno di Daria Bignardi, per la quale ho un debole smisurato!!! La partecipazione di intellettuali di calibro come La Pina, infine, mi convince che La Fattoria non è un programma come gli altri. Da un lato, gli spettatori più anestetizzati hanno potuto vedere la nascita di un vitellino, cosa che purtroppo potrebbe non capitare mai dal vivo. Dall’altro, La Fattoria soddisfa i desideri più bassi del popolino che lamenta a gran voce "A lavorare nei campi, dovrebbero andare, questi vip"! Temo che durante la prossima stagione televisiva arriveremo a "La Fabbrica", con Cristiano Malgioglio, Otelma e Paolo Crepet costretti a lavorare in catena di montaggio…