NEMECSEK È MORTO

In questo giro di boa tra l’anno vecchio e quello nuovo mi sta succedendo qualcosa di strano. Il mondo esterno mi lancia casualmente diversi rimandi alla mia infanzia. Tutto è cominciato quando è morto Nemecsek, il soldato semplice dei Ragazzi della via Pal. Lo ammetto, le feste mi deprimono a tal punto che riesco a farmi catturare anche dagli sceneggiati televisivi più piagnoni. Però, diciamocelo: I ragazzi della via Pal è il classico romanzo che quelli della nostra generazione leggevano in tenera età. Imparando, tra le altre cose, che distinguersi in battaglia è onorevole, ma alla fine ti prendi la polmonite e schiatti. Tra Molnar, De Amicis, Twain e (per me che ero un bambino sensibile) Louisa May Alcott, l’infanzia scorreva felice tra le buone letture di pessimo gusto. Poi arrivava Harper Lee (cento volte meglio di Harriet Beecher Stowe) e via, la coscienza sociale cominciava a formarsi.

Ma non si tratta solo di letteratura. Il lettore MP3, in modalità casuale, insiste a ripescare filotti di tracce risalenti al quinquennio 1977-1982. Non parlo di quella roba post-punk o new wave che ho poi scoperto più tardi e che certamente non ascoltavo quando avevo 8-10 anni. Intendo proprio i Queen di Live Killers, i Kiss di Destroyer, i Police di Regatta de Blanc, e poi Blondie, Supertramp, Wings (non temete, ci ho un Creative Zen da 30 Gb, oltre alle minchiate c’è tanta roba intelligente e snob tipo John Zorn).

Spinto da questa ondata di revival, durante una delle soste periodiche nella casa avita, ho aperto un cassetto che restava chiuso da decenni e ho riesumato il reperto autografo più antico in mio possesso: un diario intimo del 1982. Apro a caso e trovo un passaggio di questo tipo:

13 Maggio
Caro Diario,
a scuola nelle due ore di supplenza abbiamo giocato a BOTTIGLIA e ho ricevuto almeno 30 baci SULLA BOCCA. Poi è venuto D. per vedere una cantina tetra nel palazzo (e poi ci ho portato anche B.). Ho comprato il secondo numero di Martin Mystère […]

A parte l’assoluto interesse documentario della cosa (purtroppo non si facevano i nomi delle persone baciate), mi ha colpito il fatto che già allora avevo il mio blog su carta, e ho continuato ad averlo più o meno fino all’università (l’abitudine è poi ripresa on line dopo una pausa di quattro o cinque anni dedicata sostanzialmente all’hashish). Tornando a casa – sempre complice il lettore che proponeva pezzi vintage – sono passato nel mio vecchio quartiere, di notte. Deserto. Freddo. Ma luminoso. Poco cambiato, le cose sono quasi tutte al loro posto. Anche il vecchio campetto recintato, dove di giorno noi giocavamo e di notte i ragazzi più grandi si bucavano, è sempre lì. La scuola media, l’oratorio, le vie dove abitavano i miei compagni. Tutto uguale ma allo stesso tempo diverso. Per dire, la vecchia sezione di partito è diventata una ludoteca. Mi aspettavo, che so, una scheggia della Torino anni ’70 incastrata tra via Stradella e corso Grosseto. Invece è tutto adeguato al nuovo millennio, discretamente ma inesorabilmente.

È a questo punto che, tornando alla letteratura, emerge il mio desiderio più fantasioso: quello di tornare indietro e silenziosamente osservare me stesso ragazzino e il mio comportamento, con la consapevolezza di oggi. Sono sicuro che non sono cambiato poi molto, ma la capacità di farsi impressionare dalla realtà, quella sì… è diminuita. Se potessi tornare in quel periodo, forse, riuscirei a scrivere quello che veramente vorrei con maggiore freschezza. Perché così, adesso come adesso, è davvero difficile.

L’ERA DELL’OTTIMISMO

Un nuovo anno. E’ solo un numero. Eppure la gente sembra più fiduciosa e sorridente.
Se il primo gennaio è il giorno del limbo (un po’ come il 25 dicembre, solo che almeno scegli tu con chi passare la distorsione spazio-temporale), il 2 gennaio è il vero inizio dell’anno.
Naturalmente, in ufficio. Come negli ultimi quindici giorni.

I vantaggi del due gennaio sono diversi: non c’è un cane in giro, sugli autobus trovi persino alcuni posti a sedere, le vecchine sorridono con le borse della spesa, come se la roba il due gennaio costasse di meno. La neve è sparita, tutto è freddo e asciutto. Io… Io assumo un incedere meno curvo e strascicato. Mi faccio contagiare, forse. Sono scettico, ma qualcosa sembra cambiato. Quasi cammino a tempo, anche se non ho musica con me (batterie del lettore esaurite). Leggo molto, spero di scrivere altrettanto. Mi aspettano i pazzi del 2 gennaio, quelli che telefonano lamentandosi che negli uffici pubblici aspettano solo i ponti per sparire tutti. Mi aspettano un paio di articoli già in ritardo sulla deadline. L’ennesima visita dal veterinario. Ma se tutto va bene dopo la befana non mi vedete più per sei giorni.

Visto che sento questa punta di ottimismo potrei anche pormi degli obiettivi per il nuovo anno. Soltanto che non riesco nemmeno a focalizzare cosa veramente potrei voler fare. Vorrei cambiare, dare una svolta, diciamo… avviare qualche progetto per troppo tempo trascurato. Soprattutto, vorrei farlo perché lo voglio. Non perché mi lascio trascinare dagli eventi.
Anche se essere reattivi è già una tale fatica che non so quanto posso riuscire ad essere propositivo.

ANNUS HORRIBILIS?

2008, bisestile. Sfigato, sì, ma con moderazione.
Proprio horribilis non saprei, ma sicuramente c’è ancora tempo perché diventi tale. In fondo è solo il 30 dicembre, che diamine.

Un bilancio di quest’anno non è facile da fare.
Perché ho la memoria corta e non ricordo nulla di quello che ho fatto, detto, letto, visto, sofferto, ascoltato, conosciuto, mangiato la settimana scorsa, figuriamoci undici mesi fa.
Per fortuna che c’è il blog. Ecco, non fosse altro che per questo, il blog è utile a ricordarsi le cose che volevi dimenticare.
Allora insomma, dai, procediamo. Andiamo di top ten o top five con il meglio e il peggio del 2008.

MOMENTI MIGLIORI DEL 2008

Il viaggio a New York sotto zero, ovviamente
La doppia visita a Napoli, in coppia e con gli amici del quore
La vacanza in Istria col mitico Dario
La “calda” accoglienza del mio giallo estivo su Apogeo
La presentazione dei progetti finali dei ragazzi del mio corso IED
L’arrivo della Sony Alpha 350
La prima lezione tenuta alla scuola di fotografia Artevision
La Blogfest di settembre
La volta che hanno fatto vedere il mio Tumblr a Deejay chiama Italia
La domenica mattina al Torino Film Festival

MOMENTI PEGGIORI DEL 2008

Le elezioni di Aprile
La solita influenza di capodanno (che spero di scampare quest’anno)
Il solito dente rotto di inizio anno (e non si scappa)
Il solito incidente in moto (tiè!)
Le paranoie burocratiche a Formia (e la casa da vendere)
Lo spermiogramma di Luglio (seguirà altro spermiogramma nel 2009)
Lo spinning (qualsiasi lezione esclusa quella in cui ha messo i Massive Attack)

FILM MIGLIORI VISTI NEL 2008

Let the Right One In
Non è un paese per vecchi
The Millionaire
In Bruges
Il Divo
Il petroliere
Wall-E
Persepolis
Juno
Burn After Reading
Onora il padre e la madre
Il treno per il Darjeeling
Tutta la vita davanti
Paranoid Park
Hellboy 2 – The Golden Army
Il cavaliere oscuro
Cloverfield
Irina Palm
Be Kind Rewind
Vicki Cristina Barcelona

LIBRI MIGLIORI LETTI NEL 2008

Lasciami entrare
La moglie dell’uomo che viaggiava nel tempo
Il cannocchiale d’ambra
Firmino
L’eleganza del riccio
Il club dei padri estinti
Conversazioni su di me e tutto il resto
La fine (Lemony Snicket vol. 13)
Ciclopi
The Amazing Adventures of Kavalier and Clay

COMICS MIGLIORI LETTI NEL 2008

La Grande Dinastia dei Paperi (48 voll.) di Carl Barks
Spirit di Darwyn Cooke
New York (la trilogia) di Will Eisner
Gli Eterni di Neil Gaiman
Il primo numero di Lilith di Luca Enoch

DISCHI MIGLIORI ASCOLTATI NEL 2008

Portishead – Third
Sigur Ròs – Með Suð Í Eyrum Við Spilum Endalaust
Have a Nice Life – Deathconsciousness
Erykah Badu – New Amerykah Pt. 1
Beck – Modern Guilt

DISCHI MIGLIORI ITALIANI ASCOLTATI NEL 2008

Offlaga Disco Pax – Bachelite
Baustelle – Amen
Bugo – Contatti
Afterhours – I milanesi ammazzano il sabato
Le Luci della centrale elettrica – Canzoni da spiaggia deturpata

BLOG FELICEMENTE SCOPERTI NEL 2008

senza aggettivi di Elena
bloggo intestinale di Matteo
guido catalano di Guido
aria di crisi di Mauro
tempo da perdere di Feba

Non inserisco commenti personali alle mie liste, didascaliche, paratattiche, apodittiche e probabilmente eclettiche quanto i gusti del redattore.
Preferisco leggere i vostri. Che poi non arriveranno perché siete tutti su Friendfeed che è il posto-dove-essere del 2008 per eccellenza, ma tanto poi alla fine non mi caga nessuno neppure lì.
Esattamente come qua. 🙂
Buona fine e buon principio, cari.