CHE PASTICCIO, BRIDGET JONES!

Bridget Jones: The Edge of Reason non è bello quanto il suo prequel. Non è altrettanto divertente, non è altrettanto eccitante, non è altrettanto commovente. Anzi, per dirla tutta è anche poco originale. Però si salva almeno un po’. Perché Renée Zellweger non è ancora arrivata al punto di rifare sé stessa con troppo compiacimento, e perché la sua interpretazione della casinista totalmente fulminata sembra sincera. Colin Firth ha sempre la sua impagabile scopa nel culo e Hugh Grant è splendidamente stronzo con classe. Infatti non si capisce perché, invece di rilanciare, la commedia ricalchi a carta velina il film precedente. All’inizio è dovuto. Si tratta di autocitazione con sorpresa. Poi è semplicemente noioso: Firth e Grant rifanno la stessa scazzottata con le stesse mosse e sbuffi del primo film: solo di giorno, in un’altra location e con un’altra musica (i Darkness al posto di Geri Halliwell – e non so se il cambio guadagna). Le gag sono divertenti, questo è certo. Bridget sugli sci, Bridget che deve acquistare il test di gravidanza, Bridget che fissa Darcy mentre dorme, Bridget che si fa consigliare dal tassista, Bridget che mangia i funghi allucinogeni e l’inevitabile Bridget che prova la guaina contenitiva. Però sono slegate, messe lì una di seguito all’altra (in effetti anche il secondo libro non aveva la stessa freschezza del primo). La colonna sonora manda in visibilio tutte le femmine in sala, ma a parte quella non c’è niente di nuovo sotto il sole. Piuttosto, si nota con amarezza quanto siano invecchiati tutti gli attori principali. Persino Stefi, che nella vita è una delle molte donne totalmente identificate con Bridget (anche lei mi fissa mentre dormo), ha da ridire sull’originalità del film. Ma il suo sguardo lucido sui titoli di coda mi fa capire che sta solo aspettando l’uscita del DVD per consumarlo nel lettore come ha fatto col primo episodio (record di visioni ripetute: 23, di cui in lingua originale: 18).

MA COSA FAI, SOFFI? SUCCHIA, SUCCHIA…!

A volte fa bene al cuore rivedere un classico. Amarcord, ad esempio, che è in assoluto uno dei miei cult movies di sempre. Ancora oggi la tabaccaia tettona mi procura un fremito di gioia. Titta, come me, ha l’ossessione della carne. Anzi, della carnazza. Bellissimo il gioco erotico del "ti sollevo anche se pesi 140 kg" che scatena un attacco di ninfomania nell’immensa femmina felliniana. Quell’immagine è più terrena (anche se non ugualmente simbolica) della mega Anitona di Le tentazioni del dottor Antonio (episodio di Boccaccio ’70). Comunque siamo sempre lì… "Bevete più latte!", "Ma cosa fai soffi? Succhia, succhia!"… Ci aveva un po’ una fissazione quest’uomo, neh? 😉

E’ SCOPPIATO L’IMPIANTO CON IL RITORNO DEL RE S.E.E.

Sarò fanatico, ma la versione più lunga di 48 minuti del già eterno terzo capitolo del Signore degli anelli mi esalta come un pazzo! :-)) Vuoi mettere, finalmente vedere la fine orribile di Saruman e Grima Vermilinguo? Aaah… Anche se la immaginavo un po’ più splatter! O la bocca di Sauron, che finalmente fa la sua comparsa esibendo la cotta di mithril di Frodo…! Wah… da orgasmo tolkieniano! Beh, a dir la verità la bocca di Sauron è un tantino ridicola, diciamo che è un po’ a livello dell’armata dei morti. Volendo fare un complimento direi che è più in stile Peter Jackson che in stile Tolkien. Ma io amo indiscriminatamente i due artisti, perciò… In generale abbiamo più Merry e Pipino, più Faramir, più Eowyn. Qualcosa di succoso in più anche nella già bella scena dei sentieri dei morti. Peccato per il mio impianto Yamaha TSS1 che, per non essere da meno degli altri elettrodomestici di casa, ha deciso di abbandonarmi prima della fine dell’anno…! Tra l’altro, non l’ho detto perché ero preso dal delirio prenatalizio, ma qualche giorno fa è scoppiato anche il monitor del PC.
Nel giro di quattro mesi, ricapitolando, sono scoppiati:
– il vecchio PC
– il caricabatterie del cellulare
– l’alimentatore del portatile
– l’alimentatore dell’hard disk esterno
– l’impianto home theater
– l’aggeggio che permette di ascoltare il lettore CD portatile sull’autoradio a cassetta
– il monitor del PC
– il lettore CD dello stereo
– la segreteria telefonica (new entry del 27/12 alle 21.17)
Se poi vogliamo metterci dentro anche qualcosa che non compete direttamente all’hi-tech, diciamo pure che c’è anche un pezzo della lavastoviglie, lo sciacquone del cesso, l’attaccapanni dell’ingresso, qualche lampadina sparsa e… basta, direi.