ME WANT COOKIE

ME WANT COOKIE[Perdonate il gioco col Cookie Monster, ma a me ogni volta che si parla di Cookie Law viene in mente lui. Quindi in queste settimane mi viene in mente almeno 20 volte al giorno].

Premessa dovuta: non sono un giurista. Nemmeno un informatico, anche se in linea generale vi so dire cos’è un cookie. Vi passo soltanto il punto di vista di uno che lavora nella comunicazione on line da 20 anni. Anni in cui sono cambiate moltissime cose, basta dire che nel 1995 non c’erano i telefoni cellulari (o almeno se ne vedevano pochi), c’erano i modem a 9.600, non c’erano i video, non c’erano i social e… Beh, i cookie non lo so se non c’erano. Comunque non costituivano un problema. Ma perché il pippone su quanto era pionieristico l’Internet del 1995? Niente, tanto perché possiate inquadrarmi come vecchio web designer brontolone. In realtà anche perché a mio avviso questa Cookie Law ci riporta al passato. E io sono tanto più basito in quanto si tratta di una legge che recepisce una normativa europea, mica la solita legge pizza e fichi.

Come la maggior parte di quelli che fanno cose sul web in Italia, sono arrivato al 2 giugno senza pensare troppo alla mannaia della legge (e delle supersanzioni) che la deadline prevedeva. Intanto leggevo articoli e basivo. Intanto visitavo siti che presentavano nuovi e alienanti banner sui cookie e basivo. Proprio in questi giorni leggo diversi aspetti di un dibattito sulla normativa e basisco sempre di più.

Vediamo perché: da un lato è cosa veramente buona e giusta che si crei una diffusa “cultura del cookie”: gli utenti web comuni magari non sanno cosa sono, e rientra nel quadro di un uso consapevole degli strumenti sapere di cosa si tratta, come disattivarli, come cancellarli, come funzionano e perché in alcuni casi ce n’è bisogno per navigare su un sito. Tutto ciò è lodevole, anche se non so quanti si prenderanno veramente la briga di leggere le cosiddette Cookie Policy (la mia è qua, raggiungibile dal footer, e vi assicuro che è ancora breve e sintetica).

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10 ANNI DI VIDEO DIGITALE

10 ANNI DI VIDEO DIGITALEQuesto è un anniversario molto particolare: non c’entrano compleanni, matrimoni o simili. C’entra, in un certo senso, una nascita. Il 15 dicembre 2004 infatti, usciva per i tipi di Tecniche Nuove il libro “Come si fa un video digitale”. A prima vista il solito manualetto da scaffale di informatica delle librerie. Ma con un particolare decisivo: il mio nome, e quello dei miei amici e sodali Lorenzo Corvi e Marco Mion in copertina. Come si fa un video digitale (cliccando potete leggerne ampi stralci su Google Books, e comunque tanto mi sa che è abbastanza esaurito dappertutto – forse ne trovate ancora una copia su Ibs.it) è un libro strano. La fascetta recita così

Il libro va oltre il semplice manuale d’istruzioni per l’uso della videocamera, proponendo al lettore percorsi organizzati per obiettivo: le riprese in vacanza, le cerimonie di famiglia, il documento di attualità, la fiction. Ogni capitolo propone elementi di tecnica cinematografica e consigli dettati dall’esperienza degli autori, spaziando dalla scelta degli accessori al posizionamento di luci e microfoni. Il ricorso a frequenti citazioni tratte da film celebri rende le spiegazioni divertenti e di facile comprensione. Dopo aver analizzato i software e le pratiche di montaggio digitale, il testo propone consigli per promuovere e diffondere i propri filmati sfruttando le opportunità fornite da Internet“.

In sintesi, si è trattato di un compromesso tra noi tre – che volevamo scrivere il nostro manuale di “cinema zero budget” forti dei nostri primi esperimenti di guerrilla filmmaking, passati giusto in qualche festival italiano – e la casa editrice, che desiderava appunto un manuale dedicato ad un target che avrebbe preso una videocamera in mano sostanzialmente per farci i filmini delle vacanze o del battesimo del nipotino. Anche la scrittura del libro è stato un esperimento a zero budget, con foto fatte da noi o raccattate dal web, ripetute revisioni per arrivare a quello che volevamo: un manuale di tecnica cinematografica travestito da bignami del turista fai da te.

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