1982 – ROSSI, TARDELLI, ALTOBELLI

1982. Rossi, Tardelli, Altobelli. Un luglio soffocante, come sempre a Torino. L’asfalto ti rimanda indietro con gli interessi il calore del sole. Maglietta e jeans appiccicati alla pelle, nel tentativo di arrampicarsi sul tetto del garage di via Nigra. Da lì, con pochi salti ben calibrati, ci si può muovere sospesi a sei metri da terra per tutto l’isolato. G. non ce la fa a saltare. La mamma gli prepara troppa pasta al forno. Nessuno resta indietro con lui, il bottino è troppo appetitoso. Sui tetti ci trovi di tutto, roba caduta dai balconi dei palazzi circostanti. Big Jim senza un braccio, palline che rimbalzano, pugni di robot sparati nella direzione sbagliata, Super Tele ancora buoni da gonfiare, bambole decapitate, sigarette quasi intere da fumare, qualche topo morto. Tutta roba eccitante. Roba da collezionare. Poi un riquadro d’ombra, un ghiacciolo all’anice con i tesori nascosti nelle tasche. La luce cambia colore. Si rientra. Rossi, Tardelli, Altobelli. L’intero quartiere esplode.

Tag: ,

8 risposte a “1982 – ROSSI, TARDELLI, ALTOBELLI”

  1. :-DDDD ma vedi allora ero un po’ tifoso. ora non più. come dice Grillo, occorre odiare il calcio… :-))

    e questa cosa di “rossitardellialtobelli” era un po’ una parolona scaramantica del 1982 un po’ tipo supercalifragilisticespiralidoso non so se anche x te era così…

  2. Pur apprezzando abbbestia il racconto ti segnalo con un certo allarme che stai prendendo una pericolosa svolta in stile Max Pezzali…”gli anni d’oro del grande reaaaaaaaaaaaaaaaal”.

I commenti sono chiusi.