EDUCAZIONE ALL’IMMAGINE

Sappiate che c’è sempre un motivo, se non scrivo qui sopra. A volte è brutto, a volte è bello, a volte è così così. Anzi, per la maggior parte delle volte è un motivo così così. Anche perché è dicembre stesso ad essere un mese così così. Ma non divaghiamo. Il motivo stavolta è bello, apprezzabile, interessante. Ha a che fare con le mie velleità da professore mancato. Quanto avrei voluto restare nell’ambito universitario, a dare voti alti in cambio di prestazioni sessuali. Mi sarei accontentato anche di un liceo. Avrei aspettato che le studentesse fossero maggiorenni prima di richiedere prestazioni sessuali. Giuro. Ma nel lontano 1995 c’è stato uno dei punti di svolta della mia vicenda umana e professionale. Non ho vinto il dottorato di ricerca. Fuori, dunque, ad allargare le schiere dei precari. Il resto è un’altra storia.

Comunque sia, a me l’aula piace. La formazione è la mia seconda cosa preferita dopo il giornalismo. A livello professionale, intendo. Altrimenti in assoluto entrambe le cose scenderebbero di una decina di posizioni. Per questo, pur con tutte le difficoltà del caso, accetto di buon grado quando mi chiamano nelle scuole superiori a parlare di cinema, di pubblicità o di comunicazione. Per questo mi sono buttato con entusiasmo nell’esperienza più continuativa dello IED (e i ragazzi sono bravi, e di soddisfazioni ne danno). Per questo ho unito le mie forze con i ragazzi dell’associazione Artevision prestandomi a diventare una presenza fissa nei loro corsi di fotografia.

Ho cercato di mettere in chiaro fin da subito che non sono un fotografo professionista, e lo dico per sincerità all’inizio di ogni lezione. Ma i corsi di Artevision sono organizzati in modo tale da avere diversi insegnanti per diversi aspetti della fotografia. Ecco, rassicuratevi, io non ho nulla a che fare con tutta la parte tecnica. A me toccano gli argomenti che effettivamente mi stanno più a cuore: l’educazione all’immagine (altresì detta “alfabetizzazione iconica” o “semiotica visiva” volendo fare più i fighi), la storia della fotografia e la promozione su web delle foto. Alla fine sta tutto nella passione che si riesce a trasmettere e io – nonostante da fuori possa sembrare un gelido bastardo – di passione ne ho da vendere, se l’argomento mi interessa. E mi interessa.

Quindi, giovani studentesse, iscrivetevi ai corsi di fotografia di Artevision. Ce ne sono diversi, dal livello base a quello avanzato, dall’analogico al digitale, con approfondimenti sul reportage, il ritratto, la foto di architettura. Poi ci sono anche workshop più intensivi di camera oscura, di fotoritocco, di marketing artistico. Per non parlare delle mostre e delle esposizioni permanenti.
Ma soprattutto ci sono io, che non mancherò di esaminare a fondo le vostre… foto.
Ci vediamo là.

5 risposte a “EDUCAZIONE ALL’IMMAGINE”

  1. Franco, mi domando se tu sia Franco Fucini da Torino, ma più probabilmente, visto l’inequivocabile indizio di Gorizia, immagino tu sia Franco Scaturchio, l’amico di Rosy. Ti prego di portare i miei saluti a Rosy, che non sento da almeno un mese.

  2. Pietro è molto bravo e leggerne le esperienze professionali mi mette sempre in difficoltà. Egli è, fuori da ogni più ragionevoe dubbio, la persona più dinamica e curiosa che io abbia mai conosciuto durante il periodo di ferma a Gorizia. Purtroppo non sarò mai alla sua altezza. La mia inettitudine e scarsa intraprendenza è per me motivo di imbarazzo e senso di colpa continuo.

    Franco

  3. @fok: lo so, infatti se vuoi ci becchiamo al Rossini x un aperitivo pre-lezione (che va dalle 19.30 alle 21.30 argh)
    @precario: vorresti, eh? Lo so… ma mi hanno detto che ci sono anche i pensionati. Anche se non li ho ancora visti. Ti farò sapere

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