LE TARTARUGHE NINJA SPACCANO ANCORA

Sgombriamo subito il campo: Teenage Mutant Ninja Turtles – Mutant Mayhem è di nuovo l’ennesimo film che ci spiega la origin story di Leonardo, Donatello, Michelangelo e Raffaello. In questo senso è un reboot, e magari a nessuno va di vedere un reboot, specie dopo alcuni live action che hanno portato il franchise su territori che vanno dall’imbarazzante all’inquietante.

Ma, c’è un ma. Il film di Jeff Rowe (The Mitchell vs. the Machines), sceneggiato da Seth Rogen ed Evan Goldberg, è una bomba totale: a mio avviso ricrea perfettamente l’atmosfera cazzona, sporca, underground e “adolescentemente scorretta” del fumetto originale, cosa che nessun altro prodotto cinematografico o televisivo aveva mai fatto prima. D’altra parte, non ti prendi 6 minuti di standing ovation al Festival del cinema di animazione di Annecy se non hai solide qualità.

Il trailer originale

E TMNT-MM (scusate ma non mi va di scriverlo per intero ogni volta) di qualità ne ha un botto. Forte della scia ormai mainstream di sperimentazione nel campo dell’animazione tipica dei più recenti Spider-Man, o dello stesso The Mitchell vs. the Machines, TMNT-MM procede in modo sincopato e veloce a raccontarci le origini delle quattro tartarughe mutanti accudite dal ratto Splinter (Jackie Chan) e supportate dall’amica April O’Neill (Ayo Edebiri, già in The Bear).

Poi si butta in una corsa a rotta di collo tra combattimenti, inseguimenti e minacce kaiju incarnate dal villain di turno, la mosca mutante Superfly (Ice Cube). Non vi voglio dire troppo della trama, anche perché non è il mio punto. Quello che voglio invece dire è che regista e sceneggiatori, ma soprattutto l’art director Yashar Kassai (già al lavoro negli Spider-Man e in Mitchell) hanno dato al film un look sporco, primitivo, “adolescente” nel senso più punk del termine: ogni scena sembra in realtà uno sketch di storyboard, con un mix ardito di animazione al computer e linee o colorazioni che sembrano fatte col pennarello da uno studente delle superiori.

La musica è un altro componente fondamentale: Trent Reznor e Atticus Ross non sbagliano mai, e anche stavolta portano a casa un risultato notevole se poi pensiamo che tutta la colonna sonora è punteggiata da hip hop anni ’90 come No Diggity dei Black Street o Can I Kick It? dei A Tribe Called Quest (per non parlare di una versione allucinata di What’s Going On delle 4 Non Blondes).

Le tartarughe sono meno muscolose del solito (più teenage che mutant insomma), e pur essendo animate in modo “sporco” non sono respingenti quanto gli umani, rappresentati sempre in modi grotteschi e sopra le righe (April a parte). Alla fine, come sempre, è una bella storia di accettazione delle diversità con un cast stellare che purtroppo non ho potuto sentire dato che le voci di Paul Rudd, Rose Byrne, Maya Rudolph, Post Malone, Ice Cube, Jackie Chan, Giancarlo Esposito e molti altri sono state sostituite da stolide voci di youtuber nostrani.

Comunque: se vi capita andatelo a vedere perché è una bomba e vi farà re-innamorare delle TMNT. Ah, Shredder in questo film non c’è ma ci sarà sicuramente in un secondo capitolo che ormai bramo intensamente.