TUTTI SESSATORI DI PULCINI CON MINARI

A partire da gennaio, mi sono imbarcato in una missione: guardare tutti i film A24 che mi mancano, perché sono un fanboy A24 ma sono prevalentemente orientato sull’horror, e ad esempio non avevo visto Minari di Lee Isaac Chung: una saga familiare del 2021 ambientata però negli anni ’80 in un Arkansas ruralissimo.

Minari ha vinto molti premi, ed è un film molto strano, nel senso che non scorre come ci si aspetterebbe. C’è la storia di questa famiglia di immigrati coreani (il film è tutto in coreano pur essendo prodotto in USA) in cui il padre (Steven Yeun) vuole fare il salto di qualità e diventare, da pur abilissimo sessatore di pulcini (un mestiere che ho scoperto guardando questo film) un imprenditore agricolo che coltiva e rivende prodotti coreani ai suoi connazionali immigrati.

La moglie non ci crede troppo, i figli vanno a scuola e il figlio minore ha pure un soffio al cuore difficile da curare. A un certo punto entra in scena la nonna (Yoon Yeu Jeong che ha vinto anche il Golden Globe per questa interpretazione) che instaura un rapporto molto particolare col nipotino, prima conflittuale e poi di complicità.

Ti aspetti il tema razziale, ma è solo sfiorato. Ti aspetti la tragedia, tipo che papà e mamma divorzino, la nonna muoia, il bambino muoia, ma no. Tutto è molto slice of life (oddio, la nonna ha un ictus, ma capiamo che si riprenderà). L’unica tragedia, se così si può dire, è nel finale, ma è una tragedia che riunisce tutta la famiglia e la spinge a perseverare. 

Indubbiamente uno dei film top degli ultimi anni, senza “alzare troppo la voce”.