QUIZ LADY: SORELLE DISFUNZIONALI

Quiz lady è un film tutto al femminile e tutto asian american che è uscito da poco su Disney+ ed è – diciamo così – carino. Una commedia che mantiene le sue promesse, dove cioè c’è una tipa che è brava nei quiz.

Il rapporto tra due sorelle nemiche slash amiche (come vuole la tradizione) interpretate da Awkwafina e Sandra Oh è al centro della narrazione. Le vediamo prima negli anni ’90 (che ormai sono a pieno titolo i nuovi ’80) e poi nel presente in cui una ha un lavoro triste e grigio da contabile e l’altra è pazza e solare e chiaramente senza un lavoro fisso. Il casting però è curiosamente invertito perché la sorella freak NON è Awkwafina.

La trama è esile, l’intrigo risibile però guardandolo ci si rilassa, si sorride, si apprezzano i camei di Will Ferrell (il conduttore del quiz eponimo) e di Jason Schwartzman (il campione in carica viscidamente odioso) e si passa un’ora e quaranta senza pensieri.

Alla fine è il classico film Disney per famiglie in cui si ribadisce il valore della sorellanza, dei legami familiari e dell’opportunità di confronto tra posizioni apparentemente inconciliabili.

Diciamo che non lo guarderei una seconda volta.
Però c’è anche Pee Wee Herman. E un carlino. Quindi due punti in più.

AVERE VENT’ANNI

Ciao! Oggi questo blog compie vent’anni.
Sì, proprio oggi, 10 novembre 2023.

In realtà il vostro affezionatissimo era già attivo dal 1997 su vari domini, da Geocities a server universitari, impestando la rete con articoli sulla lanugine che si produce nell’ombelico o su – come ama ricordare il mio amico di vecchia data Suzukimaruti – la fenomenologia della biova.

Il primo post su Splinder però è datato 10 novembre 2003, momento in cui ho messo piede nella “blogosfera” e di fatto non ne sono più uscito. Anche se il blog è morto (ma come l’araba fenice rispunta in molti altri luoghi), Splinder è morto di sicuro, Friendfeed anche e poi sono arrivati i social a potenziare l’orizzonte di meraviglia (almeno all’inizio – poi abbiamo tutti capito che si trattava di enshittification).

Oggi scrivo poco, dedico a voi lettori soltanto qualche sapida recensione di film, perché non è più il tempo, almeno per me, di raccontare i fatti miei in mondovisione (a chi interesserebbero poi, oggi, quando già ieri spostavano una piuma di colibrì). E non è più il tempo nemmeno di chissà quali riflessioni (quelle le lascio alla mia newsletter Patrilineare, alla quale vi consiglio di iscrivervi, soprattutto se siete maschi bianchi etero e cisgender).

Mi piaceva però farmi gli auguri da solo, anche perché sono l’unico che si può ricordare di questa data storica… anche perché è “storica” solo per me.
Tanti auguri, allora, e arrivederci nel 2043.

L’ESORCISTA: IL MISCREDENTE

Ehm, dunque. Sono qui a parlarvi di Exorcist: The Believer di David Gordon Green ma è, come dire… imbarazzante.

Cominciamo col dire che non fa paura e non c’è tensione. Proseguiamo dicendo che volendo agganciarsi come sequel direttamente al primo film, capolavoro di Friedkin, ragiona secondo due direttrici.

La prima è quella del “copiamo il copiabile” ma in formato compitino (lunghe sequenze apparentemente intense e metaforiche che non vogliono dire un cazzo, angolazioni alla Friedkin in momenti ingiustificati, frame subliminali messi lì per dirti li faceva William, mo’ li faccio anche io). E sappiamo tutti cosa pensava Friedkin di questo progetto prima di morire, pace all’anima sua.

La seconda è quella tipica del sequel di un franchise, e cioè: raddoppiamo tutto. C’era la bambina indemoniata? Ne mettiamo due (una bianca e una di colore, per la diversity). C’era un prete che praticava l’esorcismo? Mettiamo una intera comunità con rappresentanti di religioni diverse tra loro tra cui una ex suora (diversity).

Produce Blumhouse, ma non è una garanzia. Effetti speciali troppo “digital” e assolutamente non spaventosi come quelli del 1973. Una grande delusione, anche se ci sono ben due cameo storici, uno dei quali arriva solo nell’inquadratura finale ma lascio a voi scoprirlo – essenzialmente fan service, come il frammento di Tubular Bells che parte sui titoli.