CINEMA SPECULATION

In questi giorni il mio tempo libero è quasi totalmente assorbito da Cinema Speculation, il libro di Quentin Tarantino che racconta la sua matta infanzia di spettatore cinematografico (abbastanza simile alla mia se sorvoliamo sul fatto che lui ha 7 anni più di me e questo fa la differenza sul tipo di film che vedevamo da piccoli).

Fughiamo subito il dubbio: il film più terrificante di tutti i tempi, per Quentin bambino, fu Bambi. Ma tra i 6 e i 9 anni ha visto una serie infinita di revenge movies, blaxploitation, commedie per adulti, robe sanguinose di vario genere perché… i suoi ce lo portavano, a patto che lui non rompesse i coglioni. E a Quentin piaceva da matti stare in mezzo agli adulti. Del resto, come recita la quarta di copertina:

A un certo punto, quando mi resi conto di vedere film che ai miei coetanei con era concesso vedere, ne chiesi conto a mia madre. Mi rispose: “Quentin, mi preoccupa di più se vedi i telegiornali. Un film non può farti male”.
Quentin Tarantino

Descrizioni della sua infanzia a parte, che comunque spiegano molto di più dei film di Tarantino rispetto alla solita nota storia di commesso onnivoro di videostore negli anni ’80, il nostro analizza nel libro una manciata di film chiave usciti nel decennio 1969-1979 alcuni dei quali non ho visto e devo assolutamente recuperare (un esempio su tutti: Rolling Thunder).

Tarantino ovviamente è in grado di fornire interessantissimi backstage sui lavori di Scorsese, De Palma, Milius, Hill, Schrader e di molti altri registi considerati minori semplicemente perché… gli capita spesso di chiacchierarci insieme e di chiedergli conto di alcune scelte creative.

C’è molta storia della critica cinematografica statunitense, anche. E se stiamo al titolo del prossimo (ultimo?) film del nostro, The Movie Critic, questo libro potrebbe offrire più di un indizio su chi sarà il protagonista della storia.

Comunque sia, il punto chiave è che il piccolo Quentin ha cominciato a vedere film esattamente nel periodo d’oro in cui la New Hollywood prendeva piede e faceva piazza pulita del cinema di papà – un periodo in cui i film, inevitabilmente, finivano male (a partire dalla prima fase pro-hippy fino agli ultimi scampoli di giustizialismo in odore di fasci). Solo quando Quentin diventa adolescente comincia il periodo dei Movie Brats (Spielberg, Lucas, Coppola, Scorsese e De Palma) che traghetta Hollywood da un orizzonte senza alcuna speranza al divertimento e al blockbuster.

Ma proprio quando Quentin comincia a lavorare nel proverbiale videostore e comincia a macinare videocassette, arrivano gli anni ’80, il decennio per lui più brutto della storia del cinema americano insieme agli anni ’50. Si capisce quindi come con le sue sceneggiature e i suoi film lui andasse alla ricerca della sua infanzia cinematografica in cui il primo Woody Allen si intrecciava con il Giustiziere della Notte o con il Peckinpah più estremo.

In ogni caso il libro è una fonte inesauribile di annotazioni per film da vedere e attori da riscoprire di quel magico periodo: io ho cominciato ad andare al cinema con mio padre nel 1979, quindi mi trovo slittato in avanti di qualche anno, a livello di spettatore infantile (ho cominciato proprio nel periodo dei Movie Brats).

Se vi piace Quentin, il libro è una lettura fondamentale.
Se non vi piace Quentin è fondamentale lo stesso, per immergersi in un certo tipo di cinema accompagnati da uno che ne sa a pacchi.