LA COSTANTE, OVVERO ANCHE I DURI PIANGONO

Chi mi conosce lo sa che io, come Lino Banfi, invecchiando mi commuovo per un nonnulla. Altrettanto nota è la mia passione per Lost – di cui, sia detto per inciso, non voglio fare nessuno spoiler esagerato, tanto più che ormai la terza serie è finita anche in chiaro… ma in ogni caso se vi scoccia anche solo il minimo accenno non leggete oltre. Le premesse erano per parlare della puntata 4×05 “The constant”, scaricata e vista in un placido sabato pomeriggio torinese.

Lost non è il tipico telefilm commovente (di solito ci si commuove di più con Una mamma per amica o simili), ma ci sono i momenti topici. Nel finale della terza serie, ad esempio, quando Charlie annega salvando il resto della balotta, è impossibile non emozionarsi anche per chi odia lo hobbit malefico (io lo odio soprattutto per il fatto che sta con Evangeline Lilly).

In questa puntata, invece, c’è una sofferta telefonata, ormai attesa da 30 puntate, tra Desmond (il mio personaggio preferito) e la sua Penelope Widmore. Momento strappacuore, da popcorn+kleenex! Ma soprattutto, la puntata 4×05 inizia clamorosamente a rispecchiare la teoria dei salti temporali così ben spiegata su questo sito… Da leggere attentamente: quasi ogni mistero di Lost sembra essere risolto dal castello teorico di questo appassionato. Meditate, lostmaniaci, meditate…

SVALVOLATO ON THE ROAD

Ok, siamo rimasti che mi si era rotto un dente (mangiando un cornettoalgida, cosa che faccio al massimo una volta l’anno) e dovevo andare dal dentista. Perciò esco un po’ prima dall’ufficio e mi porto verso Grugliasco, dove prospera Henry “pioggia di sangue” – il mio simpatico dentista di cui ho già parlato più e più volte. Tempo cinque minuti ed ecco che si verifica il consueto tamponamento invernale di CasaIzzo (tutti più o meno tra febbraio e marzo, since 2005).

La dinamica, stavolta, è questa. Vecchietto con cappello e lenti a fondo di bottiglia inchioda 100 metri davanti a me. Io freno e penso “stronzo”. Poi penso “lo supero a sinistra”. Accelero e mi porto a sinistra. Lui invece pensa “adesso metto la retromarcia, scatto a sinistra e mi ficco in quel posteggio che c’è lì dietro” (la freccia la mette solo nella sua testa, ovviamente). Io arrivo sostenuto sulla sinistra e me lo vedo improvvisamente che mi taglia la strada e mi viene incontro in retro. A quel punto, per non centrare lui, inchiodo, mi butto ancora più a sinistra e centro la macchina posteggiata subito dopo il posto libero che voleva occupare il matusa.

Un bel botto, la ruota della moto si infila sotto il paraurti posteriore dell’auto (nessun danno, gomma contro plastica) e io faccio una scena tipo “cavalca il toro meccanico“. Cioè: vengo proiettato in alto di circa 40 cm e poi – siccome sono grosso e peso – la gravità mi riporta giù di colpo, coi gioielli di famiglia sul serbatoio della moto. Ora, normalmente io i miei incidenti li risolvo così (“va tutto bene, non è successo niente”), ma stavolta ero un po’ senza fiato per via della botta equiparabile a quando da piccolo mi prendevano a calci nelle palle perché avevo gli occhiali. Il vecchio coglione si avvicina borbottando che “i giovani dovrebbero imparare a superare a destra” (!) poi mi aiuta a spostare la moto e se ne va.

Io, stordito, verifico il funzionamento del mezzo ma mi accorgo che il parafango è rientrato e blocca un po’ la ruota anteriore. Decido di far valere per la prima volta il mio status di socio ACI gold e chiamo il carro attrezzi. Fichissimo, non ci ero mai salito. Il meccanico dice che secondo lui è tutto a posto (a parte il parafango). Speriamo bene. Intanto la giornata è di quelle da cancellare. Beh, alla sera per dare una svolta a tutta questa sfiga sono andato a vedere Cloverfield. Ma questa è un’altra storia…

DAMMI SOLO UN MINUTO

Un post in un minuto? Eccolo. Lezione allo IED andata bene, salvo la mia totale attitudine da decerebrato nei confronti di quelle cose da sala docenti tipo prendi il registro, firma il registro, restituisci la chiave, fai l’appello, segna gli assenti, etc. Poi le parole vengono da sé e fortunatamente le domande degli studenti anche. Per il resto nebbia con sottofondo musicale sanremese, velocissimi passaggi casa-lavoro in cui ci incrociamo io e la Stefi, slide da preparare, articoli da terminare, poca voglia di fare alcunché. Oggi un po’ di relax con meditazione respirazione yoga però poi a pranzo si spacca il solito dente (è il 26 febbraio, perciò nel giro di una decina di giorni mi aspettavo che si spaccasse un dente, succede ogni anno). Il mio blog è finito in una tesi di laurea, mi ha telefonato una signora da New York chiedendo notizie del suo padre biologico di cui sa solo il nome e che lavorava nel torinese e… niente, ora basta che il minuto è scaduto e devo andare dal dentista.