LA LINEA DI BASSO

Ascoltando Musicology di Prince, mi si è prepotentemente presentata alla mente l’idea di imparare a suonare il basso (a 34 anni, potreste replicare, è un’idea alquanto balzana). Detto, fatto. Grazie al caro Horselover Fat, adesso ho in casa uno stupendo basso nero che può essere suonato in modo rock, funk, blues o new wave (se solo sapessi come suonarlo). Fortunatamente Horselover mi ha fornito anche di videocassetta "Come diventare un dio del basso in 10 lezioni", che inizierò a vedere stasera, collegando lo strumento allo stereo. Se tutto va bene, e non entro in feedback come Michael J. Fox in Ritorno al futuro, nei prossimi giorni potrei avere qualche progresso da raccontare. Tenterò almeno di imparare i giri di basso di Iron Man dei Black Sabbath o di Seven Nation Army dei White Stripes…! 😀

IGGY POP L’HANNO CONSERVATO NEL FREEZER

Ho capito che non sono solo e non faccio parte di un’elite di ascoltatori scoppiati: a vedere Iggy Pop e gli Stooges c’erano all’incirca 30.000 persone da ogni parte d’Italia. Andare ai megaconcerti estivi a Torino è sempre una pacchia, soprattutto se sono gratis. La prima cosa che puoi fare è osservare le persone: alcune categorie di "ggiovani" sembra che li tengano in naftalina per farli uscire solo durante i festival. Parlo ovviamente di quelli vestiti e pettinati come gli Strokes, che fanno tanto moda. Poi ci sono i tipi e le tipe sbarazzini con magliette attillate del Brasile (che non so perché ma va un casino quest’anno). Poi ci sono i punk (parlo proprio di quelli con creste colorate lunghe un metro e spille da balia ovunque, che escono di casa solo per Iggy). Poi ci sono i reduci dei ’60, fricchettoni che ondeggiano il capello bianco a ritmo di musica. Poi ci sono i supercannati che a concerto nemmeno iniziato si sono già sparati tre chilum. Poi ci sono i metallari che pogano anche quando non è ancora iniziata la musica. Poi ci sono i normali, categoria nella quale ci inseriamo io e Stefi, che al Traffic Free Festival si sentono in assoluto i più strani del gruppo. Ma andiamo con ordine. Intanto, rispetto agli anni passati, una presenza di cui si poteva sinceramente fare a meno: l’esaltata presentatrice della serata (accolta con cori di "vaffanculo", "nuda, nuda", e "faccela vedere o vattene") che è riuscita a dire una frase trashissima come "Questa sera sarete bruciati uno per uno dal sacro fuoco del rock"!!! A parte questo, si inizia con i Dirty Americans, che spaccano le casse con un suono durissimo ("uno stoner rock con influenze garage", come un metallaro urla ad un punk alla mia sinistra). I Dirty Americans sanno però che il pubblico è tutto per Iggy, e dopo una trascinante versione di Heartbreaker dei Led Zeppelin si fanno da parte per permettere ai roadie di sistemare il palco per lui. Io e Stefi nel frattempo ci siamo sistemati in una posizione ideale, né troppo nel pogo, né troppo indietro – buona visuale, insomma. Ma quando arriva Iggy non c’è posizione che tenga. Iggy è l’unico che si può permettere di fare le stesse cose di trenta anni fa: perché lui è sempre identico (se non più iguanoso ancora) e perché gli Stooges spaccano adesso come trenta anni fa. L’emozione di avere sul palco Ron Asheton e Steve McKay è fortissima, e manco a dirlo Iggy attacca con una scaletta che ripercorre proprio i primi due album degli Stooges. Si parte con 1969, poi I Wanna Be Your Dog (riproposta anche in bis), No Fun (Iggy viene raggiunto sul palco da una ventina di pogatori seminudi), TV Eye, e vari altri pezzi – compresi un paio di hit dall’ultimo album ma nessun pezzo del periodo Bowie (niente Search and Destroy, The Passenger e Lust for Life, insomma). Attorno a noi il delirio di tutte le categorie di persone, nessuno escluso. Un supercannato mi passa uno spino pesissimo, un reduce dei ’60 mi abbraccia e mi urla "I wanna be your dog" nelle orecchie, mentre Stefi si aggrappa per non essere trascinata dalla folla, ma sorride conquistata da quel demonio a torso nudo che agita la chioma lunghissima in mosse assurde – un fascio di muscoli, nervi e rock. A volte ci saranno anche periodi di merda, ma quando ai festival estivi puoi vedere Iggy Pop o Patti Smith (l’anno scorso), l’estate si illumina. L’unico problema è uscire dalla Pellerina circondato dai profumi di panini alla porchetta e alla salsiccia… una tortura improba, specie intorno a mezzanotte.