AVERE VENT’ANNI

Ciao! Oggi questo blog compie vent’anni.
Sì, proprio oggi, 10 novembre 2023.

In realtà il vostro affezionatissimo era già attivo dal 1997 su vari domini, da Geocities a server universitari, impestando la rete con articoli sulla lanugine che si produce nell’ombelico o su – come ama ricordare il mio amico di vecchia data Suzukimaruti – la fenomenologia della biova.

Il primo post su Splinder però è datato 10 novembre 2003, momento in cui ho messo piede nella “blogosfera” e di fatto non ne sono più uscito. Anche se il blog è morto (ma come l’araba fenice rispunta in molti altri luoghi), Splinder è morto di sicuro, Friendfeed anche e poi sono arrivati i social a potenziare l’orizzonte di meraviglia (almeno all’inizio – poi abbiamo tutti capito che si trattava di enshittification).

Oggi scrivo poco, dedico a voi lettori soltanto qualche sapida recensione di film, perché non è più il tempo, almeno per me, di raccontare i fatti miei in mondovisione (a chi interesserebbero poi, oggi, quando già ieri spostavano una piuma di colibrì). E non è più il tempo nemmeno di chissà quali riflessioni (quelle le lascio alla mia newsletter Patrilineare, alla quale vi consiglio di iscrivervi, soprattutto se siete maschi bianchi etero e cisgender).

Mi piaceva però farmi gli auguri da solo, anche perché sono l’unico che si può ricordare di questa data storica… anche perché è “storica” solo per me.
Tanti auguri, allora, e arrivederci nel 2043.

L’ESORCISTA: IL MISCREDENTE

Ehm, dunque. Sono qui a parlarvi di Exorcist: The Believer di David Gordon Green ma è, come dire… imbarazzante.

Cominciamo col dire che non fa paura e non c’è tensione. Proseguiamo dicendo che volendo agganciarsi come sequel direttamente al primo film, capolavoro di Friedkin, ragiona secondo due direttrici.

La prima è quella del “copiamo il copiabile” ma in formato compitino (lunghe sequenze apparentemente intense e metaforiche che non vogliono dire un cazzo, angolazioni alla Friedkin in momenti ingiustificati, frame subliminali messi lì per dirti li faceva William, mo’ li faccio anche io). E sappiamo tutti cosa pensava Friedkin di questo progetto prima di morire, pace all’anima sua.

La seconda è quella tipica del sequel di un franchise, e cioè: raddoppiamo tutto. C’era la bambina indemoniata? Ne mettiamo due (una bianca e una di colore, per la diversity). C’era un prete che praticava l’esorcismo? Mettiamo una intera comunità con rappresentanti di religioni diverse tra loro tra cui una ex suora (diversity).

Produce Blumhouse, ma non è una garanzia. Effetti speciali troppo “digital” e assolutamente non spaventosi come quelli del 1973. Una grande delusione, anche se ci sono ben due cameo storici, uno dei quali arriva solo nell’inquadratura finale ma lascio a voi scoprirlo – essenzialmente fan service, come il frammento di Tubular Bells che parte sui titoli.

NO ONE WILL SAVE YOU: E GLI ALIENI, MUTI!

No One Will Save You è il film che Disney+ non sta promuovendo moltissimo ma che invece dovreste vedere, se non altro perché è un thriller completamente muto. Cioè, i rumori ci sono, ma è senza dialoghi. Cioè, qualche parola forse la dicono ma evidentemente mi ero distratto mentre la dicevano perché a me è sembrato proprio muto muto.

Vabbè, questo per quanto riguarda il gimmick, che ormai se non c’è il gimmick (film girato senza stacchi un un unico piano sequenza, film illuminato solo con candele di sego, film la cui colonna sonora è fatta solo di rumori organici) non li vogliamo.

A parte gli scherzi, No One Will Save You è abbastanza una gradita sorpresa, perché è un thriller del sottogenere “home invasion” che fa stare col culo stretto anche nei suoi momenti più prevedibili e che ha un suo perché anche per il fatto che i visitatori sono… alieni. No, dai, non è uno spoiler, si capisce dal raggio traente che è già nel poster, figuratevi dal trailer.

Al regista Brian Duffeld non gli davo due lire, e invece. Vedi cosa succede a prendere il soggetto di uno dei più famosi film mai realizzati della storia del cinema (Night Skies di Spielberg) e fare il film sui rapimenti alieni che tutti aspettavano?

Poi il film ha anche dei difetti, tipo che non potendo fare gli spiegoni a voce cerca goffamente di farli per iscritto, oppure non spiega e tu ti chiedi perché la protagonista (la pur bravissima Kaytlin Dever) si diletta nel costruire diorami di leziose città in miniatura.

Gli extraterrestri arrivano con i dischi volanti (giuro, quelli “tradizionali”) e hanno un design a metà strada tra i classici omini verdi e il Mind Flayer di Stranger Things. Inoltre fanno lo scherzone del parassita inserito negli umani che fa molto “invasione degli ultracorpi”.

Insomma, se vi piace la fantascienza hardcore e vi siete rotti di sentire tutti questi dialoghi interminabili nei film, No One Will Save You è il film che fa per voi!