Sai quando ti passa sotto il naso in videoteca uno di quei film che non sapevi quasi fosse uscito al cinema? Probabilmente la sorte di Unconditional Love di PJ Hogan non è stata troppo brillante. Se avete amato Le nozze di Muriel e Il matrimonio del mio migliore amico, se vi piace Rupert Everett, se siete per la commistione dei generi, se siete così checche o così fottutamente kitsch da adorare Julie Andrews, se volete vedere uno dei ruoli migliori in assoluto della grande Kathy Bates, questo è il film da vedere. Grace adora Victor Fox, un terrificante performer "per casalinghe", una via di mezzo tra Sinatra e Liberace. Mentre il suo matrimonio va a pezzi, lei spasima per partecipare ad un concerto del suo idolo, che purtroppo viene ucciso quella notte stessa. Desiderosa di andare al funerale del beniamino, Grace incontra Dirk (omaggio al grande Dirk Bogarde del sempreverde Everett) – l’amante omosessuale del cantante ucciso. Tra di loro si sviluppa uno strano rapporto che coinvolgerà anche la nuora nana di Grace in una caccia all’assassino di Fox. Insomma – commedia, musical e una spruzzata di thriller girato quasi alla Don Siegel (il "balestra killer" ricorda molto Scorpio). Non manca la consueta canzone cantata in coro da tutto il cast (in questo caso Can’t Smile without You) che suggella in maniera ultrapop il cammino dell’ennesima donna outsider di PJ Hogan.
MA COME HAI RIDOTTO QUESTO PAESE?
Ma come hai ridotto questo paese? (Dude, Where’s my Country) di Michael Moore è un ottimo antidoto contro l’atmosfera alienante delle feste e soprattutto contro il gas ammorbante dei media tradizionali. Come sempre, Moore impersonifica l’incubo degli Stupid White Men di tutto il pianeta. Leggere i suoi libri o vedere i suoi film è sempre un’esperienza rinfrescante: uno scrostamento della ruggine che abbiamo nel cervello… Oltretutto Moore è sempre chiaro, comprensibile (appunto) anche agli S.W.M. e molto divertente. In questo caso l’obiettivo è Bush, il presidente fittizio, eletto in modo fittizio, che spinge la sua (e la nostra) gente in guerra per ragioni fittizie. Bush, e i suoi rapporti di vecchia data sia con Saddam Hussein che con la famiglia bin Laden. Bush e i suoi rapporti con lo scandalo Enron, prontamente insabbiati dal provvidenziale attacco dell’11 settembre 2001. Bush e i media, che terrorizzano sistematicamente gli americani per non permettergli di alzare la testa (mi ricorda qualcosa… ma no, in Italia non è mica così!). Per approfondire le ricerche di Michael Moore, non c’è niente di meglio che sfogliare un po’ anche il suo sito – dove è possibile trovare anche una guida per gli insegnanti (pdf, 1.2 Mb) alla visione del film Bowling a Columbine. La guida (scaricabile) fornisce ottimi spunti di riflessione per gli adolescenti. Secondo me dovrebbe essere adottata non solo dagli insegnanti ma da tutti i genitori del mondo…
LA DIFFERENZA
Nell’agriturismo dove ho pranzato ieri, c’era un quadretto con una poesia. Bellissima. Di Guido Gozzano. Purtroppo questo non farà che rivelare ai più i miei colpevoli piaceri decadenti… Ebbene sì, mi piace Gozzano… Riporto qui la folgorante La differenza, parecchio in tema con il mio umore festivo.
Penso e ripenso: – che mai pensa l’oca
gracidante alla riva del canale?
Pare felice! Al vespero invernale
protende il collo, giubilando roca.
Salta starnazza si rituffa gioca:
né certo sogna d’essere mortale
né certo sogna il prossimo Natale
né l’armi corruscanti della cuoca.
– O papera, mia candida sorella,
tu insegni che la Morte non esiste:
solo si muore da che s’é pensato.
Ma tu non pensi. La tua sorte è bella!
Ché l’essere cucinato non è triste,
triste è il pensare d’esser cucinato.
