CHE SCHIFO

che schifo
fa tutto schifo
tutto è schifoso
ti muovi
e c’è lo schifo
stai fermo
e lo schifo ti si appiccica
lo schifo
non si stacca più
è come la cingomma
tu provi a toglierlo
ma ti resta sulle dita
nei capelli
sugli occhiali
(se porti gli occhiali)
sul blackberry
(se hai un blackberry)*
e la cosa più schifosa
è che a volte arriva dentro
per osmosi
lo schifo
e allora
sono cazzi

*se hai un iPhone, è più probabile che tu abbia uno scudo antischifo di serie

FACCIO SOGNI

faccio sogni
sempre più strani
brevi e convulsi
c’è gente che non conosco nei miei sogni
che gli dico
ma io ti conosco?
no sono un sogno
ah ecco
poi mi sveglio e ho mal di testa
devo pisciare
lavarmi i denti
mi scopro a bimblanare*
tra il cesso e la camera
che maglia metto
ma forse le scarpe van legate meglio
potrei usare un po’ il filo intermentale
poi di colpo
è tardi
scatto accelero sgommo
e allo stop
mi accosto a un’auto ferma
dentro c’è uno del sogno
mi guarda
mi sorride strano
come a dire
“stanotte ero dentro di te”
che detto così
è anche equivoco
mi mordo le guance
come per vedere se è ancora un sogno
e infatti
era proprio un sogno
e mi restano solo 14 minuti
prima di timbrare
il cartellino

*bimblanare = perdere tempo in modo confuso con qualcosa che non ha nulla a che vedere con l’obiettivo del momento

L’ASCENSORE INFINITO DEL SIGNOR PANATTA

Il signor Panatta esce al mattino
di solito alle 8.35
e chiama l’ascensore
lo aspetta
(è sempre all’ultimo piano)
poi entra e preme T.
Anche quella mattina
il signor Panatta preme T
come ogni mattina
solo che invece dei soliti 40 secondi
calcolati con un orologio al quarzo
per arrivare al piano terra
il signor Panatta
resta in ascensore per più tempo.
Passato un minuto
il signor Panatta si chiede cosa stia succedendo
passati due minuti
il signor Panatta nota che la lucina della T è accesa
ma lampeggia
passati tre minuti
il signor Panatta inizia a pensare
di essere bloccato
ma l’ascensore continua a scendere
il movimento è inequivocabile
il signor Panatta decide di fare finta di niente
e di controllarsi i capelli nello specchio
passano cinque minuti
l’ascensore non accenna a fermarsi
il signor Panatta prova a premere un tasto qualsiasi
niente
prova a mettere l’occhio nella fessura delle porte
niente
o meglio
come se ci fosse qualcosa di indefinito che passa
che poi l’ascensore è anche stretto
e il signor Panatta
non è che soffre di claustrofobia
però insomma.
Dopo mezz’ora di discesa
il signor Panatta comincia a sentire caldo
si slaccia il paltò
dopo trentacinque minuti decide di sedersi
per terra
perché non ci sono sedili
si addormenta anche un po’
cullato dal lento incedere dell’ascensore
si risveglia che è passata un’ora
gli prende l’illuminazione
di premere il pulsante
per mettersi in comunicazione con la OTIS
la ditta produttrice dell’ascensore
lo preme
e da lontanissimo
si sente cantare
sitting on the dock of the bay
perché la OTIS è la ditta
di otis redding
e otis redding non può salvare nessuno
perché è morto
il 10 dicembre 1967
il signor Panatta appiccica l’orecchio alla grata
grato
di sentire almeno una voce umana.
Dopo un tempo infinito
l’ascensore si ferma
il signor Panatta ha un sobbalzo
anche se la frenata è molto morbida
si ricompone, si alza in piedi
si abbottona il paltò
pensando di uscire chissà dove
in cina
o a casa di otis redding
quando le porte si aprono
fuori c’è la signora Manzone
con le buste della spesa
che gli dice
alla sua età signor Panatta
ancora a giocare con gli ascensori
si vergogni
il signor Panatta esce
confuso
non ha perso neanche un minuto
quindi
può andare tranquillamente a lavorare.

COMING SOON
L’autobus atemporale del signor Panatta