REGOLIAMO LA TENSIONE (KLUTZPOST #3478906)

Avete presente cos’è un klutz? Se non lo sapete, ma avete presente me, siete a posto. Il klutz, c’est moi. Non passa giorno che la mia sbadataggine non mi procuri qualche guaio, qualche livido, qualche multa, qualche gaffe. Nella fattispecie, la settimana scorsa, abbagliato dalle meravigliose luci d’artista e impegnato a fare qualche estemporaneo scatto a cavallo della moto, ho lasciato il motore spento e il faro acceso per sbaglio. Ovviamente sono bastati cinque minuti di trance artistica per scaricare completamente la batteria. Sorvolerò sul fatto che mi sono recato dal più vicino meccanico per un jump start e l’ho trovato accasciato dentro una Punto rossa che si faceva il meritato sonnellino delle 18.45 (in realtà sembrava morto, e mi sono anche spaventato un po’). In definitiva, sono ormai nove giorni che la moto non parte. Ieri prendo il coraggio a quattro mani (due mani e due piedi, ché io li ho prensili – ma non riesco ancora a scriverci) e scendo in garage con la macchina. Lo scopo: collegare le due batterie di auto e moto con i cavi e lasciare i motori accesi per 15 minuti. Dopo qualche ardita manovra riesco a posizionare l’accrocchio auto+cavi+moto in modo da non rompere troppo i coglioni agli altri garagisti e faccio partire tutto. Dopo 15 minuti l’intero garage era così saturo di monossido di carbonio da far pensare alla scena di un suicidio. Impavido, il vostro klutz preferito con la sciarpona sulla faccia, si avventura nella nebbia per spegnere il motore dell’auto e ritirare i cavi. Il mix del gas di scarico con il profumo al the verde sulla sciarpa mi procura ulteriori conati di vomito. Ma devo farcela. "Un uomo deve fare quello che un uomo deve fare", ripeto tra me. Rimonto il sellino della moto, sempre a motore acceso, e parto per un giro di un’oretta durante il quale confido che la batteria si ricaricherà. Arrivo a Santena (ridente località alle porte di Trofarello) e penso "Torno indietro in autostrada o no?". Decido per il no, dato che non ho spiccioli. Quindi la soluzione, per non rientrare in un ingorgo senza speranza, è tagliare dalla collina. Incredibile dictu, in un punto imprecisato tra Pecetto e Revigliasco, mi perdo nel buio. La strada continua a salire. La temperatura a scendere. La moto tende ad andare via di culo dato che l’asfalto è ghiacciato e ricco di foglie secche mezze marcite che danno quella vivace sensazione di pattinamento. In qualche modo riesco a ritornare alla base, dopo due ore e mezza. A questo punto, penso, la batteria sarà più che carica! Scendo dalla moto col culo dolorante, le gambe completamente congelate, le braccia e le spalle rese insensibili dal continuo lavorio di frizione e freno. Spengo la moto, la parcheggio. Penso "Proviamo ad accenderla, per la soddisfazione di vedere che parte di nuovo". E la moto non parte. Anzi, fa quel caratteristico ticchettio di batteria completamente scarica. Non ho la forza nemmeno di bestemmiare. Una telefonata al meccanico, ed ecco l’ipotesi ferale: bisogna verificare se la batteria tiene la carica (io direi proprio di no, comunque verifichiamo pure). Se non la tiene (ricordo ai lettori che la batteria ha 5 mesi) può essere il regolatore di tensione da cambiare. E intanto io prendo i mezzi pubblici. Gey cocken offen yom!

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3 risposte a “REGOLIAMO LA TENSIONE (KLUTZPOST #3478906)”

  1. Ave klutz! Se raccogli in un libro tutte le klutzate che scrivi diventi il caso editoriale dell’anno! FALLO! 😀

  2. vedila così: la sfiga ti perseguita (direi che la cosa è inconfutabile) ma fai tanto divertire i tuoi affezionati lettori 😀

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