LA (S)COMPARSA DI SHERE HITE

Perdonatemi una piccola digressione personale prima di iniziare. Io a dieci anni ero quel bambino che sapeva disegnare una vulva completa di clitoride, piccole e grandi labbra, apertura vaginale e nel caso anche di illustrarla alle compagne di scuola in una sorta di proto-mansplaining infantile per il quale peraltro ero considerato “uno strano” da tutta la comunità scolastica. Il motivo alla base di tutto ciò era che in casa mia giravano i libri di Shere Hite, di cui io ero un avido lettore. Capirete che quando è uscito il documentario The Disappearance of Shere Hite di Nicole Newnham (giornalista inglese che le è stata vicina negli ultimi anni), ho sentito il bisogno di “cercarlo in giro” per rispolverare una figura che ha inciso così profondamente sulla mia vita (non sto scherzando).

Il documentario è ottimo, e racconta principalmente il metodo con cui Shere Hite nei primi anni ’70, in piena seconda ondata femminista, lancia il suo famoso questionario sulla sessualità femminile e nel ’76 esce con il Rapporto Hite (il libro di cui parlavo) che scuote l’America e il mondo intero facendo conoscere la clitoride e l’orgasmo clitorideo a tutti i lettori. Si parla di masturbazione, di orgasmo, di rapporto con la propria fisicità e con la fisicità maschile, prendendo come base le risposte libere a un centinaio di domande molto dettagliate di un campione di qualche migliaio di donne tra i 18 e i 97 anni da tutti gli Stati Uniti.

Fino a qui, quello che già sapevo. Quello che non sapevo ruota quasi tutto intorno al personaggio Shere Hite, una vera e propria it girl della New York anni ’70 e ’80 (come Chloë Sevigny lo fu per gli anni 90 e i primi anni zero, per intenderci). Shere è una bambina sola, cresciuta dai nonni in un ambiente tradizionalista e conservatore. Quando si trasferisce a NYC per frequentare la Columbia sperimenta sulla sua pelle classismo e sessismo da parte dei professori, vive in un sottoscala, è sempre senza soldi, e comincia a maturare una sorta di carattere ambivalente. Da un lato, visto il suo aspetto, si mantiene con lavori da modella (anche di nudo), dall’altro si avvicina ai movimenti femministi americani e li appoggia, maturando poi l’idea del suo famosissimo libro.

Il Rapporto Hite le vale fama, ospitate televisive, soldi, che la spingono a diventare un catalizzatore di feste e di movimenti culturali e sociali nel suo appartamento sulla 5 Av. (stesso palazzo in cui vivono Donna Summer e Gene Simmons, per dire). Ma la fama è un’arma a doppio taglio. Quando Shere all’inizio degli anni ’80 scrive un secondo rapporto sulla sessualità maschile – libro che non ho letto e ora vorrei recuperare – impostato a questionario esattamente come il primo su un campione di 7.000 maschi che hanno risposto sinceramente a domande “scomode” su sesso, masturbazione, emozioni, intimità, relazioni, la società patriarcale del periodo le si rivolta contro.

Orde di maschi bianchi etero criticano il suo libro (non avendolo letto) dicendo di non riconoscersi nel ritratto che ne emerge di un maschio triste, solo, non in contatto con le proprie emozioni, incapace di mettersi in relazione con chiunque e timoroso di essere sminuito dagli altri maschi se mostra segni di debolezza. Insomma, Shere Hite nel 1981 metteva già in evidenza tutto quello che noi maschi stiamo intuendo solo adesso, quaranta anni dopo. È l’inizio della fine per Shere, che viene delegittimata, messa in ridicolo, criticata nel merito e nel metodo per aver messo il dito sulla ferita primaria dell’uomo occidentale.

Quando nel 1987 scrive il suo terzo libro Women & Love (seguito diretto del primo rapporto), emerge che il 70% delle donne ha avuto una storia extraconiugale. Questa cosa fa infuriare i movimenti ultraconservatori che rifiutano le statistiche del libro intravedendo nell’autrice una persona determinata a distruggere lo status quo, quando invece l’obiettivo era “conoscere per confrontarsi e magari venirsi incontro“. Nei primi anni ’90, in un momento in cui il femminismo veniva visto come un peso morto (notare gli spezzoni di Anita Hill in aula che denuncia il giudice Clarence Thomas, caso emblematico di quegli anni), i libri di Shere Hite vengono messi all’indice, tanto da spingerla letteralmente a scomparire da un giorno all’altro.

Tra il 1995 e il 2020 Shere Hite ha vissuto in Europa, vivendo pienamente la sua bisessualità e celebrando la femminilità con intelligenza e sensualità, rivendicando “cervello e vulva”, come dice una delle sue collaboratrici che l’ha fotografata negli ultimi anni. Un film veramente da vedere, per capire (più di) un periodo di rivolgimenti sociali e gettare un po’ di luce in più su come siamo messi adesso.

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