GHOSTFACE SI FA NEW YORK

Avete già visto Scream VI? O come viene astutamente presentato “SCREAIVI“? (Che poi è l’unica cosa originale del film, questa idea grafica così intrigante). Ecco, se lo avete già visto perché non mi avete detto che era assolutamente dimenticabile? Perché io confesso che dal trailer un po’ ero intrigato…

Scream V (SCREAV?) era figo, diciamocelo. Rivitalizzava una saga che non aveva bisogno di essere rivitalizzata ma insomma, aveva i suoi buoni momenti. Mescolava personaggi “storici” (quelli che nel delirio metacinematografico di Scream chiamano i legacy characters) con quelli nuovi, si permetteva di far fuori uno dei personaggi più amati e stabiliva le regole del requel (remake + sequel).

Bisogna battere il ferro finché è caldo, avranno pensato i malcapitati successori dell’immenso Wes Craven, Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett. E bisogna richiamare tutti gli attori cani maledetti dell’anno prima (cui nessuno si era veramente affezionato) e soprattutto bisogna dare più spazio a Jenna Ortega dato l’improvviso successo di Wednesday.

Ovviamente ne approfittano per dettare “le regole della saga horror“, ma non c’è più nulla di nuovo per nessuno. Dal punto di vista dei practical effects, gli omicidi di Ghostface sono sanguinosissimi e violenti e l’opening con Samara Weaving e Tony Revolori è la cosa migliore del film – pur essendo la solita variazione sul tema di “qual è il tuo horror preferito”.

Per il resto, si passa da un agguato all’altro con scarso interesse, sappiamo che tutti sono sacrificabili eppure alla fine sono rimasti tutti vivi (almeno, i 4 di Woodsboro), segno che veramente stavolta hanno deciso di ribaltare le aspettative, e la motivazione dei killer (ovviamente più d’uno) è quantomai bizantina, sempre più simile alle agnizioni un tanto al chilo delle soap opera anni ’80.

Insomma, io la chiuderei qua. La saga, intendo.