FARE O NON FARE

ArrendeteviLo ammetto, non sono un fan dell’attivismo politico. I miei amici attivisti mi vedono come un pigro bastardo che si limita ad esercitare il suo diritto di voto (pigro sì, ma votare ho sempre votato). Quando c’è una campagna elettorale in corso vorrei soltanto sparire con un cuscino sulle orecchie e non sentire più nessuno. Perché le campagne elettorali in generale mi causano il reflusso acido. Quella di quest’anno, per la prima volta, mi causa anche paura e disagio. Da un lato ci sono io col mio classico sistema di valori, mai cambiato negli anni, tollerante e disposto al dialogo con chi la pensa diversamente da me (d’accordo, non “morirei” perché qualcuno possa dire qualcosa di destra, però dai, ci siamo capiti). Dall’altro lato la schiera di liste di fronte a me, dove ancora, per fortuna, riesco a riconoscermi in qualcosa, in qualcuno. Il discorso politico però, quello che i personaggi mettono in scena durante il periodo di campagna elettorale, o mi delude, o mi lascia indifferente, o mi disgusta, o mi fa paura o semplicemente, non mi ispira.

Mi delude: a meno che il PD non abbia una strategia occulta dietro la sua comunicazione politica, una strategia che nemmeno il più sgamato degli elettori di sinistra riesce a comprendere veramente, va preso atto che con Bersani c’è della gente che farebbe meglio a spalare la neve nei viali. Parlo ovviamente degli astutissimi spin doctor dietro a video come questo. Si dirà (giustamente) che la comunicazione non è tutto, se lo pensassi sarei un ammiratore del metodo Berlusconi (o del metodo Grillo). Però dai. Siamo specialisti negli autogol. Ma lo dico con affetto, da elettore di SEL. Perché è vero che facciamo queste cazzate e che Bersani non è uno che urla, che trascina le folle o che ti porta il cuore in gola dall’emozione. Però credo sinceramente che non siamo più per forza dediti alle meravigliose sconfitte. Ci può stare anche una triste vittoria, stavolta.

Mi lascia indifferente: Monti e i suoi disperati tentativi di rincorrere l’elettorato di centro non mi comunicano veramente nulla. Persino il cagnolino non mi smuove, forse perché l’ha chiamato Empatia (come se volesse trasferire interamente nel cane una dote di cui lui è sprovvisto) e a me fa venire in mente solo una serie di corsi di formazione “emozionali” che noi dipendenti pubblici siamo costretti a fare mentre il management può tranquillamente farne a meno (dell’empatia, non dei corsi di formazione; ma sto divagando, e la costruzione della frase ne risente).

Mi disgusta: c’è da chiederselo? Berlusconi condivide le caratteristiche di quelle acque nere che continuano a salire su dal lavandino, o dal cesso. Il suo obiettivo è ingorgare, rendere il paese ingovernabile. Un po’ di disagio me lo causa ancora, e sicuramente ha ancora la sua bella fetta di elettorato, ma ormai è minoritario. Ci prova, ma non ci riesce. Anche perché, la maggior parte degli elettori delusi del PDL e della Lega sono passati sotto un’altra bandiera, quella che mi fa un po’ paura.

Mi fa paura: a me il M5S fa questo effetto, lo confesso. Ma non nel senso che intendono i militanti del movimento, che mi dicono ah, bene, visto? Ti facciamo paura! Arrenditi, sei circondato! Tutti a casa! Vaffanculo! Siamo la gente onesta! Ci vediamo in parlamento! Sarà un piacere! A me questo fatto che basta urlare più forte per avere un seguito ha sempre affascinato. L’italiano medio vuole l’uomo forte. Non a caso la critica di tutti (e in particolare dell’elettore medio M5S) a Bersani è che non è incisivo, è debole, non “buca”, non si fa seguire. Continuo a discutere con gli attivisti, vuoi rovesciare tutto, vuoi occupare il parlamento, hai tutta la rabbia del mondo, è giusto, ma poi? Poi si vedrà. Ma il candidato premier? Poi vediamo. Indubbiamente M5S ha il pregio di aver riavvicinato le masse alla partecipazione politica “di piazza”, ma ha dentro tutto e il contrario di tutto e soprattutto il disprezzo per la “professione della politica” mi rende allergico e mi fa venire le bolle su tutto il corpo. La professionalità in politica serve eccome. Poi per carità, hanno già vinto, sono tantissimi e molti di loro sono sicuramente persone capaci: vedremo se insisteranno a voler inscenare uno spettacolare suicidio nazionale o se le boutade di piazza si trasformeranno in un sano dialogo di governo. Non dialogare non è politica, è fascismo.

Non mi ispira: saranno sfumature, Ingroia non mi ispira. Simpatia, molte cose condivisibili, aria di “rivoluzione civile”… Ma purtroppo anche molti delusi della sinistra e delle sue parti più radicali gli fanno ciao ciao con la manina e vanno in piazza con le bandiere a cinque stelle.

Devo essere sincero. A me piaceva tanto Oscar Giannino. Uno come lui, con quei completi e quella barba arricciata, uno che fa manifesti elettorali come questo, io lo stimo.
Anche se è stato sputtanato persino dal mago Zurlì, per me resta un’icona di stile.