BOLLICINE

BollicineC’è un motivo per cui questo blog ha diradato gli interventi nel corso dell’ultimo anno. Non è stato solo per la pigrizia dell’autore o perché “i blog sono morti”. C’è stata in generale una maggior concentrazione sull’agire la vita piuttosto che sul raccontarla. Ma anche questo non è poi del tutto vero. Nel tempo, quello che mi stava succedendo lo scrivevo in un documento privato, lo raccontavo a voce alle persone più vicine, lo tenevo per me un po’ per delicatezza, un po’ per paura.

Oggi lo posso dire con la giusta serenità – diciamo pure con un sospiro di sollievo: sto per diventare genitore. Detto così fa un certo effetto lapidario, mentre chi mi conosce sa che non c’è nulla di più vago e sfumato dell’idea stessa di genitore che si mescola con l’idea di me. Intuisco che probabilmente è così per tutti, dato che nessuno ti insegna a fare il padre a scuola, e alla fine sono pezzi di un puzzle che non finisci mai di comporre, e ti va già abbastanza di culo se non ne perdi qualcuno per strada.

In ogni caso, tutta la mia storia dell’ultimo anno è raccontata in questo documento, che oggi mi sento di condividere tanto quanto un anno fa non ritenevo di raccontare “a caldo”. Per me è un racconto che ha dovuto essere riletto, rivisto, pensato più di una volta, per rimettere in ordine i pensieri e le emozioni che – come è ovvio – in situazioni del genere si accavallano e rischiano di farti perdere di vista l’obiettivo. Per qualcun altro, che magari sta facendo lo stesso percorso, potrà essere utile o interessante.

Questa è la prima festa del papà in cui non mi limito a provare nostalgia o malinconia per una persona che non c’è più. Questa volta c’è soprattutto aspettativa, speranza, eccitazione. Anche un po’ di paura sana. Per una persona che sta arrivando.
Quindi siete avvertiti: questo è soltanto un prologo.

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