ESERCIZI DI STILE: IL PRIMO DELL’ANNO SECONDO ME. O TE. O LUI.

Il fatto: uscito di casa alle 9 del mattino il primo dell’anno per portar giù la spazzatura, il blogger incontra due tizi che litigano. Il primo vuole buttare un WC nel cassonetto, il secondo sostiene che dovrebbe aspettare e chiamare l’azienda municipale dei rifiuti per farlo ritirare. Poche ore dopo, guardando dalla finestra, il blogger vede che il WC è stato comunque lasciato in strada vicino ai cassonetti e decide di scendere e realizzare qualcosa di personale con l’oggetto.

EIOCHEMIPENSAVO
Stamattina, eran le nove, e già avevo gli occhi aperti. Quando sente che sfruscio nel letto, Polli si sveglia di colpo anche lei. Poi mi guarda male perché magari son le nove. E infatti stamattina eran proprio le nove. Fossero state le nove di un giorno qualsiasi, ma ieri era la notte di san silvestro e abbiamo fatto le quattro a bere grappa e a scambiarci i fincipit con gli amici che passavano. A Polli cinque ore di sonno mica bastano. A me nemmeno, ma ormai avevo gli occhi aperti e per rendermi utile mi son messo la mia vestaglia di flanella, che mi hanno regalato a natale, e son sceso a portar giù l’immondizia. Esco dal portone e penso “ecco, son le nove del primo dell’anno, son qui da solo con la mia vestaglia e la mia busta di spazzatura, faccio un bel respiro e la città e mia”. Però mentre lo penso vedo che ci sono due tipi strani vicino ai cassonetti, e che quindi non son mica il solo che porta giù l’immondizia alle nove del primo dell’anno. Io mi avvicino in silenzio con il mio sacchettino, perché mi sembra tanto che quei due stiano litigando, che non è mai una bella cosa da fare il primo dell’anno perché lo sanno tutti che chi litiga a capodanno litiga tutto l’anno. Poi vedo anche per cosa stanno litigando. Uno dei due vuole buttare nel cassonetto un WC. Proprio la tazza e tutto, un bel pezzo di ceramica. Sulle prime gli avrei dato anche ragione perché si sa che a capodanno si butta il vecchio e si compra il nuovo. Però poi ho anche pensato “dove lo trova un idraulico il primo gennaio questo qua?”. Peccato che il freddo era pungente, se no sarei stato a sentirli ancora. L’altro faceva il pistino e gli spiegava che doveva chiamare l’azienda municipale rifiuti. Poi, nel pomeriggio, io e Polli guardiamo giù dalla finestra. La tazza era proprio lì, per terra vicino ai cassonetti, con tanto di asse e sciacquone. Allora son sceso di nuovo e ho disegnato due occhi sullo sciacquone e ho aperto a metà il coperchio, per farlo diventare come i WC delle pubblicità, quelli che cantano (che se dobbiamo avere un anno di merda, almeno che sia spiritoso). Poi son tornato su e me lo contemplavo, sicuro che anche i vicini lo stessero guardando. Meglio di un pupazzo di neve. Tra l’altro non si scioglie.

SUZUKIMARUTI
OK, vi aspettate il post di inizio anno. Il fatto è che è successo ben poco, ma ciononostante potrei anche oggi tediarvi con un post smodatamente verboso. Potrei. Non so ancora se lo farò, dato il decisivo colpo al mio livello glicemico di ieri sera, ma nel caso cominciate pure a segnare il feed come già letto se non volete proseguire. Io odio il capodanno e disprezzo l’ideologia della festa a tutti i costi che sembra contagiare quasi tutta la popolazione il 31 dicembre. Preferisco di gran lunga il primo gennaio, con quella sua aria sonnolenta e rallentata, il momento ideale per rileggere Gramsci ascoltando gli Scissors Sister ed entrare così in un cortocircuito socialista e cripto-gay che aumenta le endorfine. Insomma, dopo aver passato l’intera notte a rivedere per la terza volta le dodici puntate della seconda serie di Dexter con la dolce consorte, decido di iniziare subito a godermi il mio primo gennaio uscendo a prendere i primi freddi mattutini e magari a buttar giù la spazzatura, piena com’è di pluriball, polistirolo e cartone (estratti dalle confezioni del nuovo Vaio, del nuovo Nokia N95 unbranded e dell’Asus Eee appena giunto da un deposito clandestino di Singapore). Ed è proprio in quel momento (alle nove, per capirci), che comprendo in un colpo solo che Veltroni non riuscirà a combinare nulla di buono per questo paese condannato al (sotto)sviluppo e che per quanto mi sforzi di non essere razzista alcune categorie di persone ancora non riesco a farmele andare giù. In strada c’è il classico cripto-fascio abbruttito e coglione che se la prende con uno di quegli individui che a prima vista ti sembrano un povero cristo e poi capisci che invece è uno di quei furbetti convinti che se lo stato va in rovina non è mai colpa sua. Il furbetto vorrebbe depositare la sua tazza del cesso nel cassonetto, senza colpo ferire. Il cripto-fascio si oppone. A parte che in un paese civile bastarebbe chiamare l’Amiat (almeno, qui a Torino funziona così e posso immaginare che – a parte Napoli, non me ne vogliano gli amici campani – funzioni così un po’ ovunque). A parte che il cripto-fascio glielo dice anche lui (il che mi fa pensare che forse è solo uno che ci tiene alle regole, ma poi vedo che ha le ciabatte della juventus e quindi automaticamente oltre che un fascio è anche un ladro). A parte che per sentirli mi sono anche un po’ gelato i cosiddetti. Decido di non intromettermi e torno su. Dopo qualche ora passata ad installare l’ultima versione di Ubuntu sull’Asus, guardo giù e vedo che alla fine il cesso è lì, in bella evidenza. Mi sale la voglia di fare qualcosa, di dare una dimostrazione di civiltà a questo condominio che – nel suo piccolo – rappresenta lo stato italiano. Mi faccio venire l’ernia, ma quel cesso lo sposto fino all’ingresso del palazzo. Poi, con l’uniposca rosso scrivo sullo sciacquone “La verità è sempre rivoluzionaria”. Con quello nero decoro il coperchio e l’asse a strisce bianche e nere, tanto per far capire cosa penso di quella squadra là. Adesso aspetto la riunione di condominio.

PLACIDA SIGNORA
Ed eccoci in questo tanto atteso 2008. Avete passato il 31 a considerare gli infausti presagi dell’anno bisesto? Avete mangiato lenticchie e frutta secca? Vi siete disfatti degli oggetti vecchi e inutili (possibilmente senza ferire gli ignari passanti che la notte di capodanno camminano rasente i muri per paura delle tradizioni)? Io ho contemplato le nuvole che tagliavano la luna qui, dalla mia terrazza con una bottiglia di vino come unico botto (i petardi serviranno anche a scacciare il malocchio ma non mi avranno mai), poi sono tornata in casa per leggere qualche pagina di “Paganesimo e sciamanesimo nella terra di Langa” prima di addormentarmi protetta dai mobili aviti, cercando vanamente al tempo stesso di indovinare cosa stesse pensando il gatto che fissava la credenza coloniale indiana. La mattina del primo, soddisfatta di svegliarmi in una casa dall’aspetto finalmente umano, scendo per buttare i resti del cenone e mi trovo di fronte al primo alterco del 2008. Immedesimandomi subito nei panni a me cari di Salomone, mi avvicino ai due litiganti spiegando loro che “Iniziare un litigio è come aprire una diga, prima che la lite si esasperi, troncala”. I due però mi ignorano e continuano a discutere su un argomento prettamente surreale, e cioè: se fosse o meno consono alle regole condominiali depositare accanto ai cassonetti un gabinetto in ceramica bianca. Li guardo di sottecchi, e valuto a stima che il pezzo potrebbe risalire quasi agli anni ’40, e medito di appropriarmene per installarlo in casa – magari non per l’uso tradizionale, ma come fioriera caratteristica. Disinteressandomi momentaneamente del galateo condominiale, torno su per scrivere qualcosa sui miracoli dei santi Cirillo e Metodio e sulla loro influenza nell’agricoltura del grossetano. Ma la tazza immacolata occhieggia di là dalla finestra. Alla fine decido di stampare su fogli pergamenati i miei post sulla storia del WC (e per buona misura anche quello sulla storia del bidet) e di lasciarli lì, a disposizione dei passanti. O degli operatori ecologici. Se verranno. E voi? Come avete passato il primo giorno dell’anno?

IO E FABIENNE
Lui era consigliere di condominio. Viveva felice il suo Capodanno, pensando “non mi fregano”. Aveva deciso di barricarsi in casa con Fabienne, complice l’influenza intestinale e un rinnovato bisogno di romanticismo. L’ICI, il mutuo e i tirapiedi della casa editrice non avrebbero avuto alcun effetto sul suo umore. Si era svegliato presto, annusando l’aria umida del mattino e compiacendosi del fatto che la strada fosse deserta. Quasi. Il nuovo del sesto piano era già sceso, a quanto pare insieme al dottorino del secondo. E stavano discutendo. Avrebbe potuto chiudere la finestra e ignorarli, ma che consigliere di condominio sarebbe stato? Con la scusa della spazzatura da buttare avrebbe cercato di capire il motivo del litigio. Mentre Fabienne ancora dormiva, scese le scale gelide per arrivare ai cassonetti. Il dottorino si lamentava per la scarsa attenzione al decoro del palazzo, che il nuovo inquilino (peruviano? rumeno? albanese?) mostrava di non considerare affatto, volendo depositare un water completo di sciacquone vicino ai cassonetti. “Ecco, c’è il consigliere, chiediamo a lui”. Lui guardò il nuovo inquilino: non lo conosceva. Poi guardò il dottorino: gli stava istintivamente antipatico. Era il primo dell’anno, cosa ci si aspettava che lui facesse? Niente, non voleva fare niente. Solo tornare su, sotto le coperte con Fabienne – cosa che si affrettò prontamente a fare. Ma il gabinetto della discordia restava lì, e lui si sentiva gli occhi dei due litiganti addosso, attraverso i sottili muri del condominio. Alla fine fece quello che nessuno si aspettava: scese di nuovo in strada, sollevò il water con agilità e lo portò nel giardino d’inverno. I gatti lo avrebbero utilizzato come rifugio dagli sguardi esterni. Il dottorino, affacciato al balcone, ammutolì. L’inquilino del sesto piano sorrise. Fabienne aspettava, in casa, che il bollitore fischiasse.

ARSENIO BRAVUOMO
oggi che l’è il primo
mi sveglio no quando mi pare
che la mulliera li apre alle nove
li occhi
poi c’è che in quanto maschio
s’ha da nettare l’avanzi
allora scendo
e ti trovo due
due di quel’ che sprecano
parole preziose
intorn’a un cesso
li guardo
(son proprio curioso)
niente da dire
che il cesso poi
lo lascian lì
tra il dire e il fare
ottimo
mi apposto
apposta
fuor’ di la finestra
più nessuno
lo sottraggo
(il cesso)
e a piedi pari ci salgo sopra
ché è resistente
di ceramica d’una volta
e ci slammo sopra
il cesso arsenizzato

AXELL WEBLOG

Queste ultime festività sono state, credo un po’ per tutti, l’occasione per produrre tonnellate di rifiuti (che qui in casa Axell dividiamo civicamente in organico, plastica, alluminio, vetro, carta e tetrapak, perché siamo coscienti dei pericoli ambientali del capodanno). Non so voi, ma penso che non ci sia nulla di più bello che scendere, la mattina del primo, a godersi la propria città deserta, un po’ perché dormono tutti, un po’ perché il freddo è sempre più glaciale, alla faccia del riscaldamento globale. Ma sfortuna vuole che anche il primo giorno dell’anno io mi debba imbattere in personaggi degni non solo di un urban blog ma proprio di un condominium blog. Ci sono anche vicini educati, per carità. Ma la regola qui è quella di scuotere la tovaglia con le briciole sopra i miei pomodorini, quindi capirete che non sono proprio ben disposto. I due discutono sull’opportunità di lasciare in strada un rifiuto ingombrante: una tazza del cesso.
– Mi scusi, ma non può lasciarla qui con tutti gli altri rifiuti!
– E perché no? A Capodanno si butta la roba vecchia o no?
Io mi limito a buttare tutti i miei sacchetti differenziati e a pensare che basterebbe (in un paese normale) chiamare la società municipale di raccolta rifiuti. Se questa conoscenza fosse condivisa, a nessuno dovrebbe più capitare di assistere a queste scene. Mentre salgo, medito sulla possibilità di realizzare un wiki per tutti gli inquilini, ma ci sarebbe comunque qualcuno che non capirebbe. Quando riguardo dalla finestra il cesso è ancora lì. Una rapida conference call con Bruce Sterling e Derrick De Kerkhove e il problema è risolto. Posizionato nell’androne, l’oggetto che prima era inutile è diventato qualcosa di sfruttabile da tutto il palazzo: con le sue sinuose curve in ceramica bianca protegge una fonera condominiale nuova di zecca. Spero che il 2008 sia per tutti noi un anno di condivisione, partecipazione, contenuti generati dagli inquilini.

Due parole sull’esperimento, per chi è arrivato fin qua: si capisce che amo Queneau? In realtà avrei voluto continuare con diversi altri blog più o meno caratteristici che leggo ogni giorno (magari anche non per forza piemontesi), ad esempio fulminandovi con sintesi alla Sw4n, convertendovi al social networking con epistole alla Catepol, facendovi riflettere sulla virtualità reale del Capodanno con unLectures alla Granieri, stordendovi con un resoconto gonzissimo alla Etere & Mescaline, rendendomi adorabilmente antipatico con un rant cattivo e idiosincratico alla Violetta Bellocchio o meglio ancora lasciandovi secchi con una vignetta verticale alla Makkox (anche se non so disegnare come lui, anzi non so disegnare proprio). Solo che non ho tempo. E per di più mi sono beccato anche l’influenza. E allora vi beccate questi. Per cominciare… Buon anno!

Tag: blog, queneau, stile, feed reader

32 risposte a “ESERCIZI DI STILE: IL PRIMO DELL’ANNO SECONDO ME. O TE. O LUI.”

  1. Grande! Questa è creatività allo stato puro! Una bella dose accumulata a dicembre e sprigionata come un botto di capodanno!

    Buon 2008! E che questo splendido post sia un augurio per uno splendido anno!

  2. 😀 grazie elena degli auguri…

    per quanto riguarda splinder si splinder no, il partito di suz e quello degli splinderiani… non so sono molto combattuto al mio interno. proprio dentro, li sento, wordpress e splinder che combattono 😀

    @etere: prima o poi, appena ci saranno altri giorni di ferie, arriverà un altro capitolo degli esercizi, che comprenderà il gonzostyle… era in programma, ma non ce l’ho fatta…

  3. fantastico.

    erano anni che non avevo più il rimmel colato sulle guance così…

    cos’erano?..aaanni!

    suz e ax sono fantastici. sei maleficamente bravo 🙂

    secondo me questa è un’ “agnizione” nella più classica delle tradizioni teatrali.

    tu, in realtà, sei il ghost writer di tutti i quanti, confessalo!

    p.s.: su splinder: resistere, resistere, resistere!

    auguri per il nuovo anno e per uscire definitivamente dai pumilemici fumi.

  4. Cristuddio pensavo di aver fumato molto pesante!

    Complimenti, ottimo esercizio di stile, impressionante per come sei riuscito a “catturare” i singoli stili!

    Ottimo osservatore, non c’è che dire 😉

    Grande, un po’ mi spiace di non aver potuto leggere una sorta di “esperienza extracorporea” di noi Gonzi, ammetto!

    Buon 2008, Pietro!

    -> Etere

  5. beh grazie… pensavo tanti commenti ma non così… mi fate esplodere splinder, non sono abituato…!

    vorrei anche capire se passavate di qua per la prima volta o se siete lettori abituali, che non vi sento mai!

    Così la prossima volta invece di abusare la solita frase “i miei 25 lettori” posso azzardare “i miei 75 lettori” 😛

  6. Complimenti. Ho le lacrime agli occhi dal ridere e, accidenti, in momenti come questi capisco quanto la frequentazione con il mondo blog mi renda sospetta agli occhi dei miei ignari familiari (che infatti mi guardano straniti mentre mi sto accasciando fra gli sghignazzi sul portatile, Ma come faccio a spiegare certe cose ai profani?)

  7. Ma LOL! Sono appena arrivata a casa, completamente fusa dal galòp. Leggevo e pensavo “Ma quando diavolo l’ho scritto ‘sto post?” ;-*******

  8. TI SEI BECCATO L’INFLUENZA?!?!? e come è potuto succedere? ce l’abbiamo solo noi!

    r

  9. 😀 grazie a todos per gli auguri…

    purtroppo (o per fortuna, non so) comincio l’anno in mutua…

    e al puntualissimo suz vorrei dire: gli spazi tra i paragrafi li sapevo, ma non volevo differenziare troppo graficamente; la dolce consorte infatti ero insoddisfatissimo ma non ricordavo più come la chiamavi, uff! Sugli anacoluti, invece, non sapevo proprio… 🙂 a me piacciono tanto… e si sa che noi blogger, ci piace di raccontar le storie per minuto… 😛

  10. …aahauhahua!!! Dai, il post intitolato “Suzukimaruti” l’ha scritto lui per davvero, ammettilo. Mi ha fatto ridere, sembrava davvero Enrico :PPP

  11. In quanto fan di Queneau (del genere militante), non posso che godere.

    Anche perché hai azzeccato alcuni miei refrain (“senza colpo ferire”, “per capirci”, “insomma”, l’ “ok” iniziale, “il fatto è che…”), alcune mie reticenze vezzosissime (lo sconsigliare il proseguimento della lettura del post, il divagare all’inizio), alcuni cascami di anni Settanta che mi porto dietro (le parole composte con un pezzettino tra parentesi).

    Però.

    Non avrei mai fatto un testo tutto attaccato, senza dividerlo in blocchi saltando una riga (è il segreto per obbligarvi a leggere i post lunghi, ma non dirlo in giro: l’ho copiato da “Il Talismano” di Stephen King e Peter Straub)

    E soprattutto è veramente difficile che io mi alzi alla mattina per buttare via la monnezza. Io a quell’ora dormo. Sempre, salvo che per motivi di lavoro ($$$).

    Mia moglie la chiamo “dolce metà”, ché “dolce consorte” sa troppo di Fassino.

    E soprattutto sono un astinente totale per quanto concerne gli anacoluti. Quindi non avrei mai scritto “alcune categorie di persone ancora non riesco a farmele andare giù”

    Ma in ogni caso è un esecizo di stile quite impressive.

    Per ringraziarti ti fisso un appuntamento al buio con la mia amica Zazie. Vi trovate nel metrò in una stazione a sua scelta e tu ti fai riconoscere perché hai in mano un mazzo di fiori blu.

    Poi uscite con un suo giro di amici normanni e vi andate ad ubriacare di Calvados.

    /suz

  12. Noooo… preso così per il culo da un amico… LOL.

    Ho condiviso la cosa e ne ho parlato con Derrick, credo che apriremo un Urban blog sul tema… 🙂

    Ax

  13. eiochemipensavoditrovarciunpostcatepolstyle…

    AUGURISSIMI

    (ehhe ammettilo che era difficile scrivere un post catepolstyle)

    LOL

    buon 2008

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