EDITING VIDEO FOR DUMMIES (YOUTUBE DOMINA)

Una segnalazione un po’ al volo, ma che ha la sua importanza per uno come me che ha partecipato alla stesura di quel capolavoro della letteratura fai-da-te che risponde al titolo di "Come si fa un video digitale". Ho scoperto da pochi giorni che YouTube offre il servizio Remixer, basato sul motore di Adobe Premiere Express. Questo è un passo avanti verso il network computing, dato che finora eravamo al punto di poter ritoccare anche in modo raffinato le fotografie on line, ma nessuno aveva ancora pensato a rimontare i clip video. Se è per quello nessuno ha ancora realizzato un buon programma di editing open source, ma quella è un’altra storia. Comunque sia, se volete "remixare" un video, basta selezionarlo e portarlo nell’area di lavoro. Naturalmente si può trascinare nella timeline anche più di un clip, per montarli insieme con titoli (utili), effetti grafici (tremendi) e dissolvenze e transizioni (poche, ma tutte quelle che servono veramente, senza fronzoli inutili). Il tutto ha una portata rivoluzionaria: avete un video parlato in italiano? Potete aggiungere sottotitoli inglesi sincronizzati! Avete un video muto e grezzo fatto con il cellulare? Potete aggiungere un titolo e magari anche una musica (il fatto della musica è ancora da vedere, ma promette bene). Peccato solo che io ho provato a remixare un paio di video miei, ho visto una preview molto carina e soddisfacente, ma al momento clou della pubblicazione è andato tutto in vacca e la mia cartella "Your Remixed Videos" continua ad essere desolantemente vuota.

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A MANGIAR MERDA SON BRAVI TUTTI

A digerirla, un po’ meno… Luttazzi. Lui è bravo. La merda la mangia, la digerisce e te la ripropone sintetizzata in un programma. L’unico programma di intrattenimento nell’intero universo della televisione italiana che accende non dico una scintilla, ma un barlume di pensiero nella poltiglia cerebrale che sta nella testa dell’italiano (medio o non medio… e non mi tiro fuori: resistere alla merda non fa di me un cervello funzionante, perché la merda alla fine contagia tutto e tutti, e la lotta – anche nel quotidiano, anche nel privato – non è per niente facile). A mangiar merda, insomma, siamo tutti abituati, ma la nouvelle cuisine di Luttazzi ci fa capire meglio gli ingredienti della ricetta. Peccato che il padrone del ristorante abbia deciso di cacciare lo chef con motivazioni assurde. "Uso irresponsabile della libertà di espressione". Ma se viviamo nella merda e mangiamo merda, un riferimento alla merda non dovrebbe farci problema… o no? Vogliamo dire che forse non ci piace che ci venga ricordato che siamo nella merda? Che respiriamo merda? Sia come sia, la cosa è molto più scandalosa dell’immagine di un Ferrara dedito allo shitting, al pissing e alle pratiche sadomaso. Io mi sono iscritto al sito di La 7 (rete televisiva che pur stimavo e che da oggi eviterò di guardare nella speranza che vadano tutti in merda) solo per lasciare un commento. Magari al milionesimo commento nauseato gli verrà in mente di reintegrare il programma. A quel punto spero che Luttazzi rifiuti di tornare e li costringa tutti a mangiare una bella torta di merda. Ecco come sopravvivo io, alla notizia della chiusura di Decameron.

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IL TFF, SPLENDIDO VENTICINQUENNE

Un quarto di secolo e ha già cambiato pelle diverse volte. Quest’anno il TFF è di Nanni Moretti, che è arrivato a Torino stanotte mentre la coordinatrice Emanuela Martini è qui in giro da mesi. Ovviamente Nanni & C. hanno dato al festival un’impronta che non è più quella dell’originario Festival "Cinema Giovani" (dicitura ormai scomparsa da qualche anno). I gusti sono diversi, niente più Masters of Horror e spazio a tipi diversi di cinema, ma sempre cinema in ogni caso. Il che per i cinefili dovrebbe andar bene lo stesso. In fondo nulla ci toglierà, se proprio non interessa il resto, le retrospettive su Wenders e Cassavetes: due registi che personalmente amo moltissimo. Anche se una intera retrospettiva su Wenders me la sono già vista qualche anno fa, potrei comunque tentare di incontrarlo e consegnargli la mia incredibilmente inutile tesi di laurea su Im Lauf der Zeit, che comunque è valsa uno striminzito diritto di pubblicazione… Io, il travet ormai impossibilitato agli accrediti, alle tessere settimanali e all’accampamento nei pressi del cinema Massimo per tutta la durata del festival, sarò comunque presente in qualche preciso e ben scelto momento. Potrete incontrarmi mentre, intabarrato di sciarponi, tenterò di fotografare il mio amato Wim o sgomiterò per infilarmi in sala durante le proiezioni del mattino.
Ecco il mio programma personale, come ogni anno…

SABATO 24

11.00 – Manufacturing Dissent (Greenwich 3)
15.00 – Von Einem der Auszog Wim Wenders’ Fruhe Jahre (Massimo 1)
17.00 – Incontro con Wim Wenders (Massimo 1)
LUNEDI’ 26
21.30 – Maciste nella gabbia dei leoni [sonorizzazione live Marlene Kuntz] (Massimo 1)
GIOVEDI’ 29
21.00 – A Woman Under the Influence (Greenwich 2)
SABATO 1
10.00 – Signorina Effe (Massimo 1)
12.30 – Princess of Nebraska (Massimo 1)
14.30 – Joe Strummer: The future is unwritten (Massimo 3)
17.00 – Minnie and Moskowitz (Greenwich 2)

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