IO SONO TUO PADRE

originalA questo punto, dato il titolo e l’immagine di accompagnamento, penserete di leggere l’ennesimo post della giornata su Star Wars e su quanto era più fico Darth Vader rispetto a Kylo Ren, e via discorrendo. Invece no. Si tratta solo di un becero espediente cattura clic per portarvi a leggere una cosa completamente diversa. O quasi.

In realtà mi gira in testa da qualche giorno, questo post. È legato in qualche modo alla figura di mio padre. Riflettevo sul fatto che non è facile essere gli apripista nella vita. Cioè, essere il primo del giro di amici che va a convivere, il primo che si sposa, cercare di mantenere il passo con gli altri eventualmente ri-tarando molte relazioni. Una delle cose peggiori su cui sono stato apripista nella vita è stato restare orfano di padre prima del tempo.

In questi ultimi mesi diversi amici hanno perso un genitore. Chi dopo una lunga malattia, chi improvvisamente. Chi con grande dolore e chi quasi con un senso di sollievo. Chi con rabbia e chi con perdono. Quando una persona che mi è vicina a vario titolo perde un genitore, da un lato è come se si riaprisse un po’ una ferita vecchia ormai di quasi dieci anni. Dall’altro ho sempre una imbarazzante sensazione, come se improvvisamente un corridore rimasto parecchio indietro rispetto a me mi raggiungesse. Vorrei dire, in modo forse un po’ troppo leggero, una sensazione stile “benvenuto nel club” – un club che finora aveva come unico membro me stesso, un club di cui non avrei mai voluto far parte, ma che ultimamente si è un tantino ripopolato.

Ecco, questo post è per tutte le persone che sono entrate forzatamente in questo club. Accomodatevi, le poltrone sono comode, le pareti sono piene di trofei e si può bere un brandy e fumare un sigaro abbandonandosi ai ricordi. Perché alla fine è tutto quello che abbiamo per mantenerli vivi, questi genitori scomparsi. I ricordi nostri e quelli delle persone che li conoscevano, che spesso ai funerali o qualche tempo dopo vengono a raccontarti cose insospettabili che aggiungono sfaccettature nuove alla vita di una persona.

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SERIA(L)MENTE HORROR

SERIA(L)MENTE HORRORHalloween è appena passato, ma qui è già da un po’ che siamo immersi nelle serie televisive più amate, quelle che tanto allietano le serate autunnali con abbondanza di sangue, interiora, zombie, demoni sumeri, vampiri deformi, pratiche sessuali abominevoli, bambini inquietanti e Lady Gaga. Ma andiamo con ordine.

È ricominciato The Walking Dead. Sì, per il sesto anno consecutivo. E sì, anche quest’anno si conferma una noia mortale. C’è chi mi chiede ma perché insisti a guardare TWD, che è una serie che ormai ha fatto il salto dello squalo da almeno tre anni. Ma niente, un po’ perché ti affezioni a un gruppo di personaggi quasi tutti antipaticissimi e vuoi tendenzialmente vederli morti (oh, peraltro in qualcosina siamo già stati accontentati), un po’ perché gli zombie di Berger e Nicotero hanno sempre un loro perché (non a caso Nicotero è l’erede artistico di Tom Savini). Sì, arrivano i Wolves e sì, ci sono un po’ di ammazzamenti, ma seriamente… le lunghe scene in cui si fa da cani da pastore al gregge di zombie… anche no, dai. E poi giriamo sempre intorno agli stessi temi, da anni. Il prequel o spinoff o come vogliamo chiamarlo, non mi sono nemmeno posto il problema.

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TRE ITALIANI

garrone-moretti-sorrentino-1030x615Non sto andando al cinema, quindi prendete le mie opinioni come educate aspettative di un fan più o meno appassionato. Non sono nemmeno uno che guarda molti film italiani, o che si fa prendere dalla scimmia tipo “Oh raga quanto hype c’è sul nuovo film di Sorrentino” (per quanto pensavo che un cosplay di Cheyenne/Sean Penn  ci potrebbe anche stare in una delle varie comicon della penisola). Però quest’anno c’è questa cosa dei tre moschettieri che vanno a Cannes, si sono anche fatti la foto insieme, carucci, e niente… sulla base semplicemente dei trailer volevo dire qualcosa.

Mia Madre (io Madre lo scrivo sempre maiuscolo perché ci chiamo così anche la mia, di Madre) è l’ultima fatica del Nanni nazionale, lo sanno anche i sassi. Volevo andarlo a vedere ma mi trovo in quell’età in cui tutti gli amici cui posso chiedere “andiamo a vedere il film di Moretti” hanno purtroppo la Madre che non sta bene, e insomma non sembra il caso. Ma dice che non è un film triste, no. Fa anche ridere. O sorridere. Risate a denti stretti, insomma. Questa cosa che Nanni si ritagli il ruolo del fratello dimesso e consegni alla Buy il ruolo del suo alter ego tradizionale mi fa un po’ specie. D’altra parte la Buy recita sicuramente meglio. Anche se poi fa sempre lo stesso personaggio. Però Nanni stesso le dice “Fai qualcosa di nuovo, di diverso, rompi almeno un tuo schema”… Speriamo.

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