SHREK 2: IL CARTOON NELL’EPOCA DEL POSTMODERNO

Finalmente, dopo che nel resto del mondo lo hanno visto da circa sei mesi, anche da noi esce Shrek 2, e io – forte della mia totale identificazione con il simpatico orco verde e dell’altrettanto totale identificazione di Stefi con l’orchessa Fiona – mi precipito a vederlo. Ovviamente, il primo desiderio è quello di rivederlo altre due, tre, dieci volte (desiderio che spero di poter soddisfare con l’edizione in DVD). L’inizio è costituito praticamente dal trailer, quindi c’è poco di nuovo. Ma il proseguimento del film presenta una sorpresa dietro l’altra, portando alle estreme conseguenze la parodia del mondo delle favole iniziata nel primo episodio. Le citazioni si sprecano: si può riconoscere La compagnia dell’anello, Frankenstein Junior, Terminator 2, King Kong, Mission Impossible, Cantando sotto la pioggia, Ti presento i miei, e una miriade di altre strizzate d’occhio che ora non ricordo, con un piccolo capolavoro come la sequenza televisiva in stile "Cops" con i cavalieri che arrestano Shrek, Ciuchino e il Gatto con gli stivali ("Ma questa è erba gatta" – "Non è mia, lo giuro!"… Geniale)! Poi la musica, smaccatamente anni ’80 e camp, che si sposa con l’ambientazione nel reame di Far Far Away che è decisamente simile ad una Beverly Hills di 20 anni fa – con tanto di travestiti, gay non dichiarati e "lupi dalla sessualità incerta". Persino Pinocchio porta un sexy tanga femminile! Ma, quel che più importa, in questo secondo episodio si vede il mitico Uomo Focaccina… Quello che vive nella farina!!! A parte questo, la storia è un tantino più convenzionale ma sempre godibile e (a suo modo) credibile. Shrek in versione umana è comunque intrigante e i nuovi personaggi sono tutti ben caratterizzati. Purtroppo un difetto c’è: il nuovo episodio vira troppo verso il musical, senza la presenza in tutte le inquadrature dell’orco verde, pronto a stroncare ogni accenno di canto. L’irritante personaggio della Fata Madrina non perde occasione per cantare – e anche se lo fa "come citazione" di Mary Poppins o di Jessica Rabbit è comunque fastidiosa. Comunque sia, anche solo un’inquadratura di Shrek 2 fa ridere più di cento film di Boldi e De Sica concentrati e shakerati. Un esempio su tutte: la luna di miele in super 8 di Shrek e Fiona, il loro sexy rotolamento sulla spiaggia (Da qui all’eternità) e la brutta fine che fa la Sirenetta che – chissà come – si trova tra le braccia pelose dell’orco…! 😀

DVD MUSICALI A PALLA!

Per una serata musicale coi fiocchi, consiglio la seguente ricetta: prepararsi un bel té caldo (magari un gunpowder per stare svegli a lungo). Inserire nel lettore DVD Jesus Christ Superstar – è appena uscito e ho dovuto comprarlo. Ho dovuto. Non potevo fare altrimenti. Gustarsi la rock opera più famosa nel mondo con i sottotitoli e cantare a squarciagola durante tutto il film, spaventando la gatta (se non avete una gatta potete comunque spaventare i vicini). A parte gli scherzi, il look di JCS, con i suoi freeze frame, i suoi stacchi psichedelici e le riprese in multiangolo sono quanto di più hippy e anni ’70 esista in circolazione. La mia visione del mondo, fin da piccino, si basa fondamentalmente su JCS, RHPS e Hair – i tre musical che preferisco. Soprattutto per quanto riguarda vestiti e pettinature. Ogni volta che rivedo uno di questi film mi torna la voglia di vestirmi in quel modo… Aaah! Gli scaldacuore di cuoio con le frange… Il cerchietto nei capelli lunghissimi divisi da scriminatura centrale… La permanente afro… Ma a parte tutto, la serata deve proseguire – the show must go on. Salto all’indietro di 10 anni: A Hard Day’s Night (in edizione speciale) con i Beatles in grandissima forma. Un DVD che posseggo da diversi mesi e non avevo ancora guardato. A parte il periodo (1964) che secondo me era il loro migliore in assoluto, i Beatles hanno trovato in Richard Lester il regista free che più li avrebbe capiti (tanti altri loro film sono pressoché inguardabili). Qui invece c’è tutta la commedia surreale, tutto il clima del free cinema che si andava sviluppando. Magistrale la scena in treno con l’uomo d’affari, geniale il nonno manipolatore di Paul, il vagabondaggio molto nouvelle vague di Ringo con quei bambini così truffautiani… insomma, un classico da recuperare (facendo parecchia attenzione ai dialoghi cockney e velocissimi). Infine, la chicca totale. Salto in avanti di 15 anni: un altro acquisto improrogabile. Venticinque anni fa i Clash incidevano London Calling, uno dei capolavori rock di tutti i tempi (almeno secondo me). Il cofanetto odierno contiene il CD originale, un CD con i famigerati Vanilla Tapes e un DVD con 30 minuti di documentario con interviste ai Clash e materiale di repertorio. Emozionante. Perfetto per concludere una serata dedicata al rock inglese nei decenni! 🙂

GLI INCREDIBILI: MARVEL E POP CULTURE

Il problema con la Pixar è che tutte le volte pensi "Beh… non riusciranno mai a fare meglio di così". E invece, inevitabilmente, ci riescono. Stavolta il merito è tutto di Brad Bird, il genio dell’animazione che è stato a lungo una delle menti dietro i Simpson e che aveva realizzato un capolavoro assolutamente misconosciuto e da recuperare (Il gigante di ferro). La storia de Gli Incredibili è sua. Ed è la storia la prima cosa che conta. Questo è un po’ anche il motto della Pixar, è vero – ma The Incredibles, rispetto a Nemo o Monsters & Co. ha in più una struttura decisamente diversa. Non ci sono solo gag inanellate una dietro l’altra che fanno ridere strizzando l’occhio a bambini e adulti mentre si porta avanti la storia. No… The Incredibles ha decisamente l’andamento di un film d’azione e avventura vero! Per famiglie, certo, ma sempre meno "per bambini". Bird, con l’idea della normale famiglia di supereroi, centra in un colpo solo tutti i target possibili e immaginabili, rendendo il film fruibile su molteplici livelli. La maestria nell’animazione e nel rendering di Pixar fa il resto. Citazioni Marvel (soprattutto Spider Man e X-Men) a piene mani, una corsa nel bosco che a Lucas gli fa veramente una pippa (quella del piccolo Flash è MOLTO più divertente e paradossalmente meno "falsa"), ambientazione, gadget e musiche prese in pieno da Bond. Anzi… da Austin Powers. Personaggi sviluppati in modo raffinatissimo – anche quelli di contorno, come il "superfly" Siberius o l’immensa nanerottola stilista dei supereroi doppiata alla grande da Amanda Lear (qui veramente perfetta per il ruolo). The Incredibles lascia senza fiato, è un concentrato mai banale di cultura pop e citazionismo filmico. E fa ridere veramente, fa ridere tutti.