MA TU HAI CAPITO QUALCOSA DI ROMANZO CRIMINALE?

Ogni tanto decido di vedere un film italiano, facendomi guidare un po’ dall’istinto. In genere mi prende la sfiducia, ma sono stato piacevolmente sorpreso dal DVD di Romanzo Criminale, che avevo un po’ snobbato al cinema. Invece, pur con qualche ingenuità e qualche buchetto di sceneggiatura qua e là, il film è potente e ti colpisce in modo strano. Perché è uno shock vedere che forse in Italia può rinascere un genere che sembrava morto dal 1979-80. Perché – piccolo colpo di genio di Placido – il film coniuga Scarface e Accattone. Il noir tipicamente americano con l’estetica e l’etica dei ragazzi di vita pasoliniani. Fa specie anche vedere la strage di Bologna ricostruita in CG – una spettacolarizzazione della storia che non è da film italiano (e l’effetto è quasi straniante), ma che è risolta abbastanza bene dal regista. Romanzo Criminale dimostra che abbiamo veramente uno star system italiano… Insomma gli attori bravi non ci mancano se servono la storia giusta e sono in mano alla persona giusta. Duro come il romanzo da cui è tratto, diviso in tre parti (una per ognuno dei capi della banda della Magliana di cui si raccontano le gesta), lungo ma scorrevole, Romanzo Criminale è di sicuro uno dei pochissimi film italiani che ho visto con piacere negli ultimi anni.

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LA PATATINA TIRA…

Una volta ero un grande appassionato di pubblicità. Sarà anche per via del corso di studi. Poi ho imparato a disinteressarmene, per quanto possibile. Purtroppo lavorare nel campo della comunicazione, l’ho capito solo anni dopo, vuol dire nel 90% dei casi propinare balle ai propri simili e cercare di piegarli ad una certa visione della realtà. Però vorrei parlare di due cose che mi hanno colpito in questi ultimi giorni. Una è la pubblicità delle Amica Chips con Rocco Siffredi. Già il fatto che lui compaia in una pubblicità è degno di nota. Ma il fatto che pubblicizzi una patatina in qualità di "noto esperto del settore" è assolutamente geniale! Temo che lo spot non passerà inosservato, e che Ruini, il MOIGE e tutti i soggetti più diabolici della nostra triste società lo faranno sparire (così come avevano fatto con i manifesti che recitavano "La patata tira"). Rocco, in puro stile Hugh Hefner, ci assicura che nessuna altra patatina è "soddisfacente" quanto quella italiana. Io sono con lui al 100%. L’altra annotazione pubblicitaria riguarda Ferrero, che si è impadronita ahimè anche dei personaggi di Monster Allergy (chi mi segue da tempo sa che questo è un fumetto che apprezzo molto). Nelle merendine Ferrero si possono dunque trovare o il videogame o il primo episodio del cartone animato o un insulso portafoto. Mi sono trovato in un piccolo supermercato e ho pensato di procurarmi il pacco con DVD allegato. Follia! Vi dico subito che se siete incuriositi dal cartoon, dovrete passare una ventina di minuti a spulciare tra le confezioni, che ovviamente al 99% contengono il portafoto! Comunque sia, grande delusione. Il DVD è in realtà un Video CD a scarsa qualità e la trasposizione in cartoon del capolavoro di Artibani, Canepa, Barbucci e Centomo (pur non raggiungendo le vette di delirio del corrispettivo W.i.t.c.h.) è deludente, approssimativo e segnato da una linea troppo marcata nel character design. Per non parlare del fatto che condensa come minimo i primi 12 episodi del fumetto! … Fine dello spazio pubblicitario.

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SO LONG AND THANKS FOR ALL THE FISH

I buoni film stanno una settimana in programmazione. Non è una verità assoluta, ma è un’affermazione ad alta probabilità di correttezza. Per questo la Guida Galattica per Autostoppisti va assolutamente recuperata in DVD. Non solo si tratta di un’ottima riduzione dell’assurdo universo narrativo di Douglas Adams (tra l’altro sceneggiata da lui stesso qualche migliaio di volte) ma a prescindere da qualsiasi riferimento letterario, un film originale e geniale come pochi. Qualche associazione mentale ad alta improbabilità: Brazil di Terry Gilliam, l’umorismo dei Monty Python (Adams ha collaborato con loro ai tempi del Flying Circus), Moebius, Edika, Moebius parodiato da Edika, Lewis Carroll, Radiohead (è Marvin il loro Paranoid Android), camp, kitsch, nonsense, Doctor Who, i pupazzi di Jim Henson… Voglio dire: è raro al giorno d’oggi per un attore in un film di fantascienza recitare con creature "vere" ed espressive. Qui è tutto animatronico e di digitale c’è ben poco. Ci hanno messo più di 20 anni a fare questo film. All’inizio era un progetto di Ivan Reitman, Bill Murray e Dan Aykroyd. Anni dopo è entrato in scena Jay Roach, poi Spike Jonze, che infine ha suggerito l’esordiente regista di videoclip Garth Jennings, che ha quantomeno il merito di aver tradotto in visioni credibili le suggestioni di Adams. Il casting è assurdo quanto il film stesso, con il picco di follia di Zaphod Beeblebrox, per il quale sono circolati i nomi di Jim Carrey, Bill Murray, Will Ferrel prima di approdare ad un delirante Sam Rockwell. Fin dall’inizio il film ti stende con i delfini che cantano "Addio e grazie per tutto il pesce" (nel DVD c’è anche la versione karaoke) e si continua così passando per mille geniali invenzioni tra cui quella del motore ad improbabilità, che sul finale esplode nel viso di Douglas Adams, cui il film è dedicato. A quattro anni dalla sua morte il film è stato finalmente completato. Dalla sua nuvoletta di logica polverizzata, col fido asciugamano sulle spalle, lo scrittore avrà emesso un educato barrito di soddisfazione.

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