COME NON CAPIRE UN CAZZO DI DONNIE DARKO E VIVERE FELICI

Non mi sono voluto risparmiare il fenomeno cult di rimbalzo e sono andato a vedere Donnie Darko, rimanendo però un po’ deluso. Dal 2001 in avanti guardavo l’inquietante sito di Hi-Res (la web agency preferita mia e di Marco) e pregustavo il momento in cui avrei potuto vedere questo meraviglioso e allucinante film. Momento che è arrivato forse troppo tardi, e dopo un carico di aspettative troppo ingombrante. Forse Donnie Darko va visto a 17 anni, per apprezzare maggiormente quell’aura di schizofrenia, noir, fantascienza e teen movie tutto nello stesso film. A me è sembrato un mix non troppo riuscito. Ammetto che è un film intrigante, e capisco perché abbia spinto tante persone ad interpretarlo. E non sarò certo io a dire che al pubblico va preparata la pappa pronta. Però un film che ha bisogno di così tante spiegazioni per essere compreso… non è un film riuscito. Per altro Jake Gyllenhaal è bravo, l’alone di maledettismo adolescenziale c’è e la colonna sonora è eccezionale. Donnie Darko può essere visto anche come un film storico sugli anni ’80 girato con lo stile degli anni ’80 (in questo bisogna dire che qualche momento registico buono c’è). Ma se prendiamo Le regole dell’attrazione (paragonabile a Donnie Darko per via dell’ambientazione teen/80s) siamo su tutto un altro piano. E non sarà perché lì la storia è di Bret Easton Ellis? Se poi prendiamo Schegge di follia, un classico degli anni ’80 (l’originale, quindi, e non la citazione) direi che il confronto va a scapito di Donnie… Comunque sia, non mi è dispiaciuto. Le storie involute e cristologiche però le lascerei perdere. Se voglio vedere una mente malata magari mi rivolgo ai film di Darren Aronofsky…!

SHREK 2: IL CARTOON NELL’EPOCA DEL POSTMODERNO

Finalmente, dopo che nel resto del mondo lo hanno visto da circa sei mesi, anche da noi esce Shrek 2, e io – forte della mia totale identificazione con il simpatico orco verde e dell’altrettanto totale identificazione di Stefi con l’orchessa Fiona – mi precipito a vederlo. Ovviamente, il primo desiderio è quello di rivederlo altre due, tre, dieci volte (desiderio che spero di poter soddisfare con l’edizione in DVD). L’inizio è costituito praticamente dal trailer, quindi c’è poco di nuovo. Ma il proseguimento del film presenta una sorpresa dietro l’altra, portando alle estreme conseguenze la parodia del mondo delle favole iniziata nel primo episodio. Le citazioni si sprecano: si può riconoscere La compagnia dell’anello, Frankenstein Junior, Terminator 2, King Kong, Mission Impossible, Cantando sotto la pioggia, Ti presento i miei, e una miriade di altre strizzate d’occhio che ora non ricordo, con un piccolo capolavoro come la sequenza televisiva in stile "Cops" con i cavalieri che arrestano Shrek, Ciuchino e il Gatto con gli stivali ("Ma questa è erba gatta" – "Non è mia, lo giuro!"… Geniale)! Poi la musica, smaccatamente anni ’80 e camp, che si sposa con l’ambientazione nel reame di Far Far Away che è decisamente simile ad una Beverly Hills di 20 anni fa – con tanto di travestiti, gay non dichiarati e "lupi dalla sessualità incerta". Persino Pinocchio porta un sexy tanga femminile! Ma, quel che più importa, in questo secondo episodio si vede il mitico Uomo Focaccina… Quello che vive nella farina!!! A parte questo, la storia è un tantino più convenzionale ma sempre godibile e (a suo modo) credibile. Shrek in versione umana è comunque intrigante e i nuovi personaggi sono tutti ben caratterizzati. Purtroppo un difetto c’è: il nuovo episodio vira troppo verso il musical, senza la presenza in tutte le inquadrature dell’orco verde, pronto a stroncare ogni accenno di canto. L’irritante personaggio della Fata Madrina non perde occasione per cantare – e anche se lo fa "come citazione" di Mary Poppins o di Jessica Rabbit è comunque fastidiosa. Comunque sia, anche solo un’inquadratura di Shrek 2 fa ridere più di cento film di Boldi e De Sica concentrati e shakerati. Un esempio su tutte: la luna di miele in super 8 di Shrek e Fiona, il loro sexy rotolamento sulla spiaggia (Da qui all’eternità) e la brutta fine che fa la Sirenetta che – chissà come – si trova tra le braccia pelose dell’orco…! 😀

DVD MUSICALI A PALLA!

Per una serata musicale coi fiocchi, consiglio la seguente ricetta: prepararsi un bel té caldo (magari un gunpowder per stare svegli a lungo). Inserire nel lettore DVD Jesus Christ Superstar – è appena uscito e ho dovuto comprarlo. Ho dovuto. Non potevo fare altrimenti. Gustarsi la rock opera più famosa nel mondo con i sottotitoli e cantare a squarciagola durante tutto il film, spaventando la gatta (se non avete una gatta potete comunque spaventare i vicini). A parte gli scherzi, il look di JCS, con i suoi freeze frame, i suoi stacchi psichedelici e le riprese in multiangolo sono quanto di più hippy e anni ’70 esista in circolazione. La mia visione del mondo, fin da piccino, si basa fondamentalmente su JCS, RHPS e Hair – i tre musical che preferisco. Soprattutto per quanto riguarda vestiti e pettinature. Ogni volta che rivedo uno di questi film mi torna la voglia di vestirmi in quel modo… Aaah! Gli scaldacuore di cuoio con le frange… Il cerchietto nei capelli lunghissimi divisi da scriminatura centrale… La permanente afro… Ma a parte tutto, la serata deve proseguire – the show must go on. Salto all’indietro di 10 anni: A Hard Day’s Night (in edizione speciale) con i Beatles in grandissima forma. Un DVD che posseggo da diversi mesi e non avevo ancora guardato. A parte il periodo (1964) che secondo me era il loro migliore in assoluto, i Beatles hanno trovato in Richard Lester il regista free che più li avrebbe capiti (tanti altri loro film sono pressoché inguardabili). Qui invece c’è tutta la commedia surreale, tutto il clima del free cinema che si andava sviluppando. Magistrale la scena in treno con l’uomo d’affari, geniale il nonno manipolatore di Paul, il vagabondaggio molto nouvelle vague di Ringo con quei bambini così truffautiani… insomma, un classico da recuperare (facendo parecchia attenzione ai dialoghi cockney e velocissimi). Infine, la chicca totale. Salto in avanti di 15 anni: un altro acquisto improrogabile. Venticinque anni fa i Clash incidevano London Calling, uno dei capolavori rock di tutti i tempi (almeno secondo me). Il cofanetto odierno contiene il CD originale, un CD con i famigerati Vanilla Tapes e un DVD con 30 minuti di documentario con interviste ai Clash e materiale di repertorio. Emozionante. Perfetto per concludere una serata dedicata al rock inglese nei decenni! 🙂