L’ESAME DI GUIDA (SUPERBIKE ME)

P – Sì? Chi parla?
SG – E’ la scuola guida ACI, parlo con il signor Izzo?
P – …Sì…?
SG – Volevo informarla che l’esame è il 5!
P – Il 5… cosa?
SG – Il 5 aprile, mercoledì prossimo!
P – Cos… Ma… A che ora?
SG – Alle 8.30 circa, ma non si preoccupi mica, neh?
P – Eh, no, ma pensavo me lo diceste con un po’ più di anticipo…
SG – Sa com’è, qui le date le decidono all’ultimo
P – Ah, ecco…
SG – Allora le volevo anche dire, mettiamo l’ultima lezione di guida al martedì pomeriggio, giusto per vedere come se la cava con gli otto, i birilli e le frenate…
P – Beh certo, anche perché non le ho mai fatte…
SG – Lei non frena?
P – No, dicevo gli otto e gli slalom tra i birilli… Poi con la moto della scuola…
SG – Guardi non si preoccupi, è semplicissimo.
P – Comunque io vorrei fare anche un’ultima lezione su strada, tanto per riappropriarmi di cambio, frizione, quelle cose lì…
SG – Se lo desidera, possiamo fare una guida venerdì pomeriggio…
P – Lo desidero.
SG – Allora siamo d’accordo, le segno l’appuntamento.
P – Bene…
SG – Ci vediamo, signor Izzo!
P – Sì……. [clic]
[tachicardia. tachicardia. tachicardia]

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BAMBOO WEEKEND MONREGALESE

Nonostante i problemi, il destino e tutte le cose brutte che ci circondano, siamo riusciti ancora una volta a stare insieme. Un weekend non fuori dal mondo ma fuori dal quotidiano, fuori dagli scazzi almeno per un giorno, anche se poi chi più chi meno allo scazzo ci deve tornare. Amici veri, tanto cibo, buon vino, arte e architettura, natura e un po’ di cinema. Si potesse vivere tutti i giorni così! Ogni tanto, almeno per poco, bisogna rifiutare le responsabilità. Altrimenti va a finire che la paura brucia l’anima. Per adesso a me bruciano i polpacci, per la fatica (meritata, comunque) della visita alle grotte di Bossea. Mi gira la testa per la visione ellittica del santuario di Vicoforte e mi frulla il cervello per la visone del Caimano. E guardo le foto dei miei amici, simbolicamente incastrati in un vortice blu, persi in una selva oscura ma sempre con le stesse incredibili facce da cazzoni! 🙂

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FARE LA CACCA NEL BAGNO DELL’UFFICIO

Andare in bagno in ufficio può essere un’esperienza dolcissima. Arrivi, e il locale (angusto ma salubre) è appena stato pulito da qualche inserviente. Tutto è lindo e splendente, non ci sono rumori (salvo quelli eventuali di propria produzione) e si può staccare per qualche minuto dal frenetico mondo del lavoro. Ti abbassi i pantaloni, ti siedi (meravigliosa sensazione di frescura sulle natiche) e magari estrai il tuo cellulare per mandare SMS, farti degli autoscatti o meglio ancora giocare a un solitario. Passi nell’estasi fino a 10 minuti (di più è troppo, i colleghi si chiederebbero dove sei). Ma andare in bagno in ufficio può trasformarsi in un’esperienza molto inquietante e poco piacevole. Come oggi. Fatto tutto quello che dovevo fare, mi appresto ad estrarre una striscia di carta igienica dal distributore (quello tipo torta gigante applicato al muro). Ci metto qualche secondo a realizzare con orrore che non c’è carta igienica, né nel distributore, né misericordiosamente posizionata sul bordo del lavandino o in un angolo per terra. Panico. Fazzoletti di carta manco a parlarne, è già tanto se in tasca ho il cellulare. Valuto rapidamente diverse opzioni: usare l’asciugamani comune (ma dovrei estrarne diversi metri per arrivare comodamente al WC); un bidet sommario nel lavandino (ma potrebbe peggiorare la situazione); i copriwater di carta. Opto per i copriwater. Ne restano giusto due. Peccato che la carta con cui sono fatti è dura, crepitante e poco assorbente. Poco male, cerco di usare tutta la superficie possibile. Ovviamente, mentre sono impegnato nella complicata operazione, qualcuno entra nell’antibagno e comincia a scuotere la porta del cesso tentando di forzare la maniglia. Maledetti, non capiscono che se la porta è chiusa il bagno è occupato? Un sospiro di sollievo: concludo vittoriosamente e mi rivesto. Nella tazza restano i copriwater appallottolati. Tiro distrattamente l’acqua e mentre mi lavo le mani intuisco che qualcosa non sta andando per il verso giusto. I copriwater non sono così biodegradabili, evidentemente. Esco repentinamente dal bagno prima che l’acqua inizi a traboccare dal WC. Andare in bagno in ufficio… Un assaggio di paradiso che può trasformarsi in un’inferno!

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