Uno splendido pomeriggio: prima di tutto un po’ di agopuntura ed elettrostimolazione, che subito dopo pranzo non fa mai male. Il percorso in motorino è allietato da una strusciata di polpaccio sulla marmitta (temperatura: 240°) che lascia una vescica rossa e bruciante molto evidente. Fortunatamente in coda dalla dottoressa oggi non c’è nessuno. Nella pennichella con aghi, tanto per rassicurare i fan di Butch Carson e della sua vecchia fiamma Polly, le particelle di adipe stanno organizzando la resistance. L’agopuntura è finita (ma la dieta no) e ricomincerà con ogni probabilità a novembre. La dottoressa e la signora Sandra, dispiaciute di non vederci per un po’, ci hanno regalato un mazzo di rose bianche. L’idea era di andare in piscina subito dopo. La piscina però era esaurita (troppa gente) e noi intanto siamo rimasti vittima del collasso da caldo (cristo, ci saranno almeno 36 gradi?!?). Niente di meglio che fermarsi a bere un bel bicchierone di acqua fresca e limone in un bar all’ombra. Fresca… molto fresca… Poi sulla strada di casa la fermata da Andrea, per fare due chiacchiere nella sua agenzia. Andrea offre un caffè shakerato. Hhhhmmm… Fresco. Molto fresco… dopo qualche minuto di chiacchiere con Andrea, il terremoto interno non tarda a manifestarsi. La maledizione di Montezuma ha colpito! Caldo torrido più bevande ghiacciate = cagotto assicurato!!! Schizziamo a casa e io mi abbandono tragicamente sulla tazza del cesso. Ma perché, perchè? La pressione si abbassa di colpo e io… non riesco… più… a scrivere nulla…
HAIKU #001
CONCENTRIAMOCI SUL PRESENTE
Ora come ora sono anche un po’ stressato perché non sto più perdendo peso. Ma la cosa che mi rende perplesso è la mia scarsa capacità di focalizzare su qualcosa che non sia "il momento presente". Il passato (intendendo per passato ciò che è successo più di mezz’ora prima) è completamente fuori dalla mia mente – letteralmente, non ci sta più. Per il passato, infatti, ho bisogno di documentazione scritta e/o fotografica. Il futuro (intendendo per futuro quello che succederà a partire da un paio d’ore dopo fino al massimo a una settimana dopo) è un’incognita che cerco di decifrare, ma lo sforzo è troppo, e il cervello va in overload. Il presente occupa quasi completamente le mie facoltà mentali. Per questo, quando ero in Emilia con gli amici per il weekend, esisteva solo quello. Non esisteva un lavoro, non esistevano scadenze da rispettare. E infatti appena tornato qui, tutto mi si rovescia addosso senza scampo. Ed è un problema, perché non te lo aspetti. Se uno le cose se le aspetta può pianificarle meglio. Invece a me capitano, ed è già tanto se riesco a pianificare nell’arco di cinque giorni. Ma forse è meglio vivere concentrati sul presente…? O no? Mah!
