LAPSUS FREUDIANO

La misura di quanto sono tuonato oggi, dopo una nottata Bamboo passata a parlare di musica e minchiate varie: ore 11.50, ancora perso nel mio mal di testa, prendo una telefonata per un collega. "Sergio, c’è un certo SPINELLI al telefono per te". Sergio mi guarda con un misto di divertimento e compassione. "Veramente si chiama PINELLI, comunque passamelo pure". Avrà capito il mio lapsus freudiano? Il suo sguardo mi dice di sì. Porca bomba…!

THE WORK OF DIRECTOR MICHEL GONDRY

Una delle cose più fresche e interessanti che ho visto in questo inverno gelido è il DVD della serie Director’s Label dedicato a Michel Gondry. I lungometraggi realizzati da Gondry sono sicuramente sorprendenti (come può testimoniare chiunque li ha visti). Ma i corti, i videoclip, i commercial, i deliri visivi animati e non compresi in questo disco double-sided sono veramente una gioia per gli occhi. Sorvolando sugli ovvi video di Bjork, che tutti conoscono, ci sono un paio di esperimenti con i White Stripes niente male, poi ci sono i Chemical Brothers, Beck, e soprattutto il tormentone Around the World dei Daft Punk, in pieno stile Gondry (uno stile che, vedendo tutto il suo lavoro in un colpo solo, emerge chiarissimo in qualsiasi video su commissione)! Poi ci sono i corti, tra cui La lettre, capolavoro che ha vinto anche un paio di premi, e un ottimo documentario. Da collezionare, come ha fatto Marco, che si è comprato anche il disco dedicato a Chris Cunningham (più cupo e industrial) e quello di Spike Jonze (più "neorealista" e street-style).

SUPERMERCATI E OSPEDALI (UNA BELLA BOMBA…)

Lo dico sempre, che per me i luoghi più devastanti sono i supermercati e gli ospedali. I luoghi dove si trova l’umanità al suo peggio. Fortunatamente di solito mi capita di dovermi manifestare al massimo nei supermercati. Purtroppo sabato mi è toccato l’ospedale. In ospedale c’è mio padre, manco a dirlo per una qualche cazzata che i simpatici medici di Ivrea gli hanno combinato mentre gli esploravano lo stomaco con le loro sondine. Per fortuna pare non sia nulla di grave, una ferita che si può rimarginare in due o tre giorni di degenza. Eppure… Ogni volta che entro in un ospedale e mi prende alla gola quel puzzo soffocante di puré di patate misto a odore di merda e vapori balsamici non posso fare a meno di inebetirmi. Mi considero un tipo quantomeno positivo, abbastanza realista, se non altro. Però evidentemente ho paura della malattia. Ho paura della fragilità che si nasconde dietro ai letti d’ospedale, dietro ai riti dell’ospedale, soprattutto. Oppure può darsi che abbia paura di vedere il mio genitore inserito in un contesto di fragilità. Lui, che ovviamente non dovrebbe mai morire e che invece è lì con la sua flebo semovente. Non posso nemmeno dire che non sono abituato a vederlo in ospedale, anzi direi che qualche anno fa ho fatto veramente un’overdose di ospedali. Che spero sempre di non dover ripetere. Ma infine, mio padre è sempre mio padre. Anche da lì telefona con il suo tipico tono da generale dell’impero galattico per farsi portare lettore CD, radio, cuffiette e libri, perché si rompe le palle. Quanto li odio, gli ospedali… Spero esca presto.