Visto che a quanto pare l’estate scatena l’ipotalamo più ai maschietti che alle femminucce, torno alla carica con il seguito di un mio vecchio post sulle fantasie erotiche dell’estate 2005.
Fantasia n. 1: un cantiere stradale di domenica pomeriggio con 40 gradi all’ombra. Le operaie abbronzatissime indossano solo hot pants e mentre lavorano col martello pneumatico si spruzzano con bottiglie d’acqua per rinfrescarsi (fondamentale la misura del seno che deve essere oltre la quinta per interagire al meglio con le vibrazioni del martello pneumatico).
Fantasia n. 2: la collega accaldata che, guastatosi il condizionatore, opera improvvisamente una trasformazione da un look "supplente timida e un po’ bastarda ma con gran tette nascoste" a un look disinibito e procace (fondamentale la presenza, sotto gli abiti da lavoro, di ridottissimi costumi da bagno per facilitare il cambio).
Fantasia n. 3: la sconosciuta morbida, formosa e pochissimo vestita che ti si struscia addosso durante i concerti estivi (questa più che una fantasia è una realtà, ma nei fatti non va mai al di là di un sano scambio di sudore). Nella fantasia è fondamentale che le sconosciute siano almeno tre, stordite dal caldo e dalla musica.
Fantasia n. 4: la dirimpettaia che a causa delle altissime temperature si spoglia di fronte alla finestra per prendere un filo d’aria e quando si fa buio azzarda lo sfilamento dello slippino (fondamentale che la dirimpettaia finga di non accorgersi che la si sta guardando ma in realtà se ne accorga benissimo). Le dirimpettaie lo fanno sempre apposta.
Fantasia n. 5: la ragazza di colore della gastronomia etnica che prima ti seduce con il cibo speziato e poi ti porta nel retrobottega, fresco e in penombra e abusa di te sul tavolo di marmo bianco (questa può sembrare un po’ colonialista ma è solo multiculturale). Fondamentale grossa misura di seno e di fianchi. Se facciamo lo scambio con una ragazza orientale invece diventa fondamentale il look adolescenziale da hentai.
“STAVO PENSANDO…”
Caldo.
Troppo.
Arrivo annunciato da un soffio di aria bollente.
Lei è quasi nuda, distesa sul letto. Le sue curve mi chiamano. Respira piano.
Mi avvicino. Nemmeno il caldo può bruciare quanto la sua immagine.
Sto per sfiorare le sue labbra…
– Ma che cazzo hai mangiato, hai un alito assurdo!
Inutile. Passare il pomeriggio a leggere Sin City di straforo e immaginare di essere un duro da noir non serve a nulla. Stefi sa sempre la cosa giusta da dire per smontarmi.
– E vabbè, sono stato dal cinese, almeno ha l’aria condizionata che funziona…
– Ah, ecco… il mio cinesino dell’amore…
Il caldo comunque mi ammazza. Fuggo sotto la doccia gelata per un po’. A sedurre la mogliettina ci penserò dopo. Mi stendo sul letto per evaporare in tutta tranquillità, e Stefi comincia con le coccole. Le donne. Non capiscono che le coccole per noi sono un preludio a qualcosa di più sostanzioso. Invece loro amano le coccole fini a sé stesse. E così, proprio mentre il sangue mi va alla testa e sto per allungare le mani su di lei, arriva la mazzata.
– Stavo pensando…
– Oddio Stefi… temo sempre il momento in cui dici "stavo pensando"…
– Dai, stammi a sentire: come organizziamo il prossimo weekend?
– Il prossimo… Cosa? Ma minchia, è solo lunedì!
– Sì, ma bisogna organizzarlo per tempo, perché…
La sua voce, quando "pensa", diventa penetrante. Glielo dico. Lei se la prende a male. Intanto squilla il telefono: sua madre. Poi suo fratello. E io, che ormai voglio solo evaporare in silenzio e nella penombra, sviluppo un’emicrania a grappolo.
– Senti, magari rivestiti che tra un po’ viene mio fratello a cena.
– Ah… bene… Baf… Brof… Magari vado a prendere un film?
– Eh, magari dai…
Esco di nuovo nella città-altoforno. Valuto il film che suggeriva Stefi (The Manchurian Candidate). Troppo lungo. Troppo politico. C’è da pensare. Sono stanco.
– Allora, che film hai preso?
Cerco di far uscire al meglio il porco sciovinista che alberga in me.
– Dato che sono stanco, fa caldo e non abbiamo nemmeno fatto sesso, direi che la cosa migliore era un film pieno di combattimenti all’arma bianca, esplosioni e gran fighe che limonano tra loro.
– Cioè?
– Ho preso Elektra.
– Sei un figo. Però registrami Friends.
Nemmeno la rudezza la scalfisce. Non resta che strafocarsi di insalata di riso. Gelata.
A NOI NI PIACE LU REGGAE (INTERNAZIONALE)
Weekend intenso: oltre alle riprese, che mi hanno veramente provato fisicamente, ci sono stati i concerti serali che la città offre tradizionalmente in questo periodo… Sabato i Sud Sound System, che – pur essendo solo in tre (Terron Fabio, Nando Popu e Don Rico, ma facevano per sette) – erano accompagnati dalla BagARiddim Band per un concerto che spaccava, come diciamo noi gggiovani…! I SSS li ho seguiti soprattutto tra il ’90 e il ’98, perciò io e Stefi ci siamo persi un po’ dei nuovi brani. La serata è stata un’occasione di confronto con il tempo che passa: le nuove generazioni che sapevano a memoria il repertorio nuovo vs. noi due che ci esaltavamo per i classici tipo La romanella o A me me basta lu sule…! Quanti ricordi! I SSS non hanno ovviamente perso l’attitudine al cazzeggio musicale generatore di improvvisi pogo sotto il palco così tipici della loro dance hall… Un sacco di gente onorava il ragamuffin salentino, e tra un inno all’erba e l’altro devo sottolineare come a questi concerti ci siano sempre quelli che io chiamo gli esperti della porra. Gente che con una sola mano è capace di scaldare sbriciolare rollare leccare il tutto venendo sballottati dalla gente che ondeggia. A loro il mio massimo rispetto (tra l’altro l’erba del rastone accanto a me non era niente male)! Stasera invece Africa Unite (ossia: Bunna e Madaski) accompaganti dagli Architorti in versione grande orchestra! Un concerto magico, non ci sono altre parole. Questi pezzi meriterebbero veramente di essere incisi su un CD apposito! Il pubblico rimane per lo più spiazzato nei primi minuti, ma poi si abbandona al suono degli archi… Trascinanti Politics, U-Man Rights, Nero su Nero, Mentre fuori piove, Il partigiano John e una bellissima versione di Jammin‘. Più di tre bis e – come si suol dire – mani spellate dagli applausi. La serata più bella di questo inizio estate si conclude con una corsa a clacson spiegati fino alle rovine del Filadelfia, nel bagno di folla dei tifosi del Toro!!! Fuochi d’artificio, cori e una lacrima di commozione. Certe notti, la vita è meravigliosa… no? 🙂