HO VISTO TROPPO, CANCELLATEMI GLI OCCHI

Alla fine cacci duecentocinquanta carte per la patente. La A2 intendo. Compresa la visita medica. Guardi qui. Che numeri sono questi. Cosa vede qui dentro. Ci vedo mille dervisci danzanti, ci vedo la continua e ripetitiva ciclicità dell’universo. No. Ci vedo una stella un’automobile una tigre. Bene così. Copra l’occhio sinistro. E G B H T F. Corretto. Tra una settimana il foglio rosa. E poi. Quante guide dovrò fare per imparare la frizione con la mano le marce col piede. Intanto scrivo. Lavoro. Fotografo. Forse penso, forse no. Accendo, per curiosità. Ma è tutto autoreferenziale. Celentano parla di Vespa, Vespa parla di Celentano. La Perego e la Ventura si mandano sottilmente affanculo. Fede è spaesato, Fazio ci prova. Spengo. Una volta c’era solo Blob che portava avanti un metadiscorso. Adesso Blob non ha più senso, tutto è Blob. La televisione si nutre di sé stessa. E probabilmente anche i telespettatori. Io mi nutro di me stesso. A volte. Ora però ho più voglia di chiudere gli occhi. Di notte, le foglie cadono. Le sento.

LE FRASI PIU’ USATE DELLA STEFI

Avete mai notato che le donne hanno dei modi di dire molto particolari, di quelli che (per intenderci) provocano negli uomini un vuoto improvviso allo stomaco, la riduzione dei testicoli del 70%, un doloroso stringimento dello sfintere anale e un’espressione del viso analoga a quelle imperscrutabili dei volti di Modigliani? Stefi ha diversi modi di dire di questo tipo. Lei ha inoltre una particolare tempistica, un innato sesto senso che le permette di scegliere sempre il momento giusto per dire una di queste frasi (in genere subito prima di un incontro intimo, o nel momento in cui mi sbatto sul divano o sul letto per riposarmi, o nel momento in cui apro un giornale o un fumetto, o nel momento in cui mi siedo al computer, o la mattina del sabato prima delle 11). Potrei provare a stilare una classifica delle frasi più usate.
– "Basta!"
[Con le varianti "Lasciami stare!" o, più semplicemente "AAAAAAGGGHHH!" costituisce il 90% del vocabolario di Stefi, che – come i gatti – odia essere smuccinata e cincischiata se non è lei a volerlo per prima].
– "Vado a dormire!"
[Pronunciata con la frequenza di almeno due volte per sera, la prima volta allo scoccare delle 22.30, la seconda volta (più impastata) risorgendo dal divano a seguito di un russare troppo sonoro].
– "Pensavo…"
[Stefi può pensare molte cose, ma state sicuri che se esordisce in questo modo si tratterà di qualcosa che implica un grande dispendio di energia mentale o fisica da parte del sottoscritto].
– "Hai [verbo] + [compl. ogg.]?"
[Se consideriamo tutte le varianti, si tratta della seconda locuzione più usata in Casa Izzo: in genere viene completata dagli elementi "controllare, pulire, fare, preparare…" e "la pappa di Maya, i pavimenti, la roba da stirare…"]
– "Ho mal di testa"
[Un classico senza tempo, che contrariamente alle aspettative non è quasi mai usato in vista di un rapporto amoroso ma è solitamente enunciato in forma preventiva al momento dell’incontro (della serie: io sto così, se mi rompi i coglioni sono tutti cazzi tuoi)…]
– "Non c’è più un cazzo in frigo!"
[Temibilissima frase che implica nemmeno troppo sottilmente che Stefi sta concependo l’idea di recarci (mai "recarsi") a fare la spesa in un grosso supermercato]
– "Tu sbagli approccio"
[E’ la frase più usata per stroncare sul nascere un momento di intimità che Stefi giudica inopportuno. La specialità è quella di far sentire in colpa l’uomo giudicando eccessive o enfatiche le sue avances sessuali].
– "Dobbiamo andare in piscina"
[Questa viene pronunciata ogniqualvolta il partner ha in mano una tavoletta di cioccolata o un pacchetto di patatine. Con grande misericordia ed empatia, viene usato il plurale. Questa frase in genere non ha alcun seguito fattuale, ma cade nel vuoto per entrambi].
– "Gratta qui!"
[E’ il preludio ad un’ora o più di grattamenti e massaggi, il vizio principale di Stefi, che obbliga il partner (cioè me) a sudare sette camicie per soddisfare i suoi pruriti. In genere è seguita da "Vado a dormire!"]
Per adesso non me vengono in mente altri, ma sono sicuro che ne avrete diversi anche voi

TRASFORMARE LA PORNOGRAFIA IN ARTE

La mostra di Robert Mapplethorpe che sta passando a Torino in questi mesi è assolutamente da vedere. Intanto è "la" mostra, nel senso che c’è praticamente tutto quanto è uscito dal suo obiettivo nei circa quindici anni della sua carriera di fotografo. E poi soprattutto per provare a vedere il mondo e noi stessi attraverso il suo occhio. Mapplethorpe è noto per essere il fotografo degli eccessi sessuali e omosessuali, il fotografo di Patti Smith, il ritrattista della New York off, il fotografo di omoni di colore con enormi attributi fallici, il fotografo sadomaso e perverso, il fotografo della purezza della forma. Per me Mapplethorpe è tutto questo insieme, ma in più la mostra evidenzia per così dire il suo debito nei confronti dell’arte classica, ponendo a confronto certi suoi stilemi con la scultura di Canova (e prima ancora quella classica greco-romana), con la pittura di Ingres, Géricault e Courbet, con la fotografia di Von Gloeden e Man Ray (altri due maestri dell’erotismo ambiguo). Come ha fatto Mapplethorpe a trasformare la pornografia estrema in arte? Semplice: ha trovato delle foto porno e ha pensato "Perché non potrei renderla arte studiandone la forma? In fondo non ci ha mai provato nessuno". Ed ecco che nasce il mito. Un percorso come il suo non sarebbe più possibile oggi, lo riconosceva lui stesso poco prima di morire nel 1989. Adesso intorno a noi c’è solo pornografia e purtroppo senza nessun filtro "artistico" o di forma. La sua frase che più ho apprezzato, riportata su un muro della mostra, è (parafrasando perché non la ricordo a memoria): "Fotografare un fiore o un pene per me è la stessa identica cosa: è tutta una questione di luce e di contorni". Certo è che la mostra ha il suo coté pruriginoso (hanno creato "la stanza nera" vietata ai minori con gli scatti più estremi)…! Per me l’unico problema è che un uomo si potrebbe anche sentire inadeguato vedendo tutte queste gioiose efflorescenze genitali. Comunque vale la pena. Anche il catalogo è bellissimo. Andateci.