Sono nell’ansia più totale. Mi chiedo di continuo come sia umanamente possibile che il paese sia così spaccato. Va al di là di ogni mia comprensione. Se avessimo una destra normale, se non ci fosse LUI, potrei capire. Anzi, sarebbe anche normale. Ma niente è più normale. Non riesco ancora a festeggiare come fanno molti compagni, qui si soffre e basta. E il sentimento prevalente è la vergogna bruciante di essere italiano, di vivere in un paese dove prevale o la smemoratezza congenita o l’imitazione di Berlusconi (intesa come analoga all’Imitazione di Cristo di Tommaso da Kempen). La religione del volemose bene, dell’italiano che truffa e truffa bene (e se ne vanta), delle corna, della bandana, del latin lover, di tutto quanto c’è di peggio in Italia. Metà Italia nella rete di una destra ridicola, alla Scientology. E se glielo dici si incazzano, ma non cambiano. Perché sopra ad ogni cosa c’è il sacro interesse personale, e se è riuscito LUI a risolvere tutti i suoi problemi a scampare tutti i processi, a metterlo allegramente nel culo a tutta la popolazione con il successone di un 49,9% di persone a cui piace averlo in culo, allora ci posso riuscire anche io, e tutto il resto può andare in malora, tanto si vive una volta sola. Detto questo, speriamo comunque di vincere, tutto il post era solo uno scongiuro dettato da un cuore in inverno.
ELECTION DAY
Alle 19 solo il 50,4% di affluenza. Non voglio pensarci. Speriamo bene e incrociamo l’incrociabile.
Tag: elezioni
STILL FRAME STREET FRAME
Il freddo è pungente. Lo vedi negli occhi di quelli che passano sulle strisce, che non se lo aspettavano. Sul marciapiede, una donna rossa in viso sputa parole inutili nel suo cellulare: "Siete dei mongoloidi, tu, tua sorella, e tutta la vostra famiglia!!!". Una vena le si gonfia sul collo, poi gira l’angolo. Tento un’accelerazione improvvisa, ma c’è ancora una mamma con bambino che deve attraversare. Mi fermo di nuovo: in fondo non c’è ancora tutta questa fretta. Il bambino alza gli occhi e li fissa nei miei.
