CACCIA AL FATTOIDE

Solo un anno fa, con ogni probabilità mi sarebbe venuto in mente di scrivere un post sulle mie disavventure pasquali. Oggi, non so. Mi sembra di ripetermi. O meglio, mi sembra di evidenziare a me stesso, tramite il blog, quanto la vita di una persona possa essere ripetitiva. Il fatto è che di cose ne succedono tante, e il conto si perde. Alla fine cosa puoi estrarre dal flusso vitale in continuo mutamento? Ben poco. Almeno, ben poco di significativo. Il rischio è quello di confondere fatti e fattoidi, come nella migliore tradizione dei media italiani.

Ad esempio, potrei parlare del terremoto in Abruzzo. Non lo faccio perché sono convinto che una persona che non lo vive, non ha informazioni di prima mano e non è sul campo a documentare non abbia titolo per dire nulla, se non manifestare una generica simpatia e una commozione per i sopravvissuti. Noto però con un certo rammarico che anche chi avrebbe tutti i titoli per raccontare i fatti, tende a rifugiarsi nella comoda e “media” abitudine di affidarsi ai fattoidi. Come è possibile occupare spazi di informazione con la triste storia a lieto fine della cagnetta ritrovata tra le macerie, con l’ennesima barzelletta di Berlusconi o con l’immarcescibile servizio sulle città vuote a pasquetta?

Mi si obietterà che sto travisando la definizione di fattoide. Il fattoide è un fatto dato per vero ma le cui fonti non sono certe, non sono controllate. Io associo alla desinenza vagamente dispregiativa “-oide” anche il carattere inutile di alcuni fatti assodati ma decisamente di scarso interesse. La cagnetta Pasqualina: d’accordo, è la pasqua di NSGC, abbiamo tutti bisogno di un po’ di speranza e buonumore, ma quanto fa bene all’informazione questa contaminazione degna delle peggiori fiction di produzione RaiSet? Non è meglio una bella puntata di Santoro che – a parte i toni sempre incautamente apocalittici – racconta fatti veri con fonti controllate?

Chi si attiene ai fatti viene definito di parte perché non vuole allinearsi al coro delle lodi per la gioiosa macchina degli aiuti di stato. E chi non si allinea alle lodi è automaticamente “contro”. Cioè, ma ci sarà spazio per una critica, tra i mille giustissimi apprezzamenti per l’organizzazione dei soccorsi? O vogliamo fare tutti come i protagonisti dei reality o dei talent show, che quando gli viene fatto un appunto si inalberano e mostrano quel triste atteggiamento tipicamente italiano del “io sono io e voi non siete un cazzo“?

Ormai mi sono venute a noia anche le boutade di Mr. B. Anche in questo, il menu dei fattoidi è riuscito ad intasarmi. Le corna, le battute, i doppi sensi, le idiozie da cabarettista. Prima ti indignano. Poi ti fanno ridere. Ora risultano solo tristi coazioni a ripetere di una marionetta senza senso. Da cui, l’interrogativo. Perché continuare a bersagliarlo per le sue minchiate? Tanto lui è fatto così, non cambia. Non sarebbe meglio riportare i fatti? Se è presidente del consiglio farà pur qualcosa nella vita oltre a raccontare barzellette. Vediamo di essere informati su quello che fanno lui e i suoi, piuttosto che su quello che esce dalla sua bocca quando dà aria alle tonsille.

Infine, lo so. Tocca a me, se voglio, levarmi dal fango dei media e informarmi evitando i fattoidi. Cercare i fatti usando il setaccio della ragione, risalire se possibile alle fonti e affidarmi a “mediatori” più seri (a me non dispiace Internazionale, per esempio, e lo consiglio sempre a tutti). Tra l’altro è un processo che ti fa sentire più adulto, più maturo. Ma trovo che sia triste non avere un’informazione di qualità a monte. E’ un po’ come rivolgersi alla sanità privata perché quella pubblica fa schifo. O alla scuola. Ci si sente un po’ abbandonati a sé stessi.
Ognuno per sé e Studio Aperto per tutti.

2 risposte a “CACCIA AL FATTOIDE”

  1. Noto con dispiacere che ogni qual volta lei abbandona il registro comico grottesco dei suoi post per qualcosa di più serio viene clamorosamente snobbato dai suoi fedeli lettori, che non lasciano alcun commento. Purtroppo lei sembra destinato a condividere la sorte di quegli attori comici che più volte hanno tentato di cimentarsi in ruoli drammatici ma senza ottenere il riscontro meritato da parte del pubblico. Da lei il lettore web 2.0 cerca la risata, l’attimo di distrazione. Quindi orsù balli come un orso ammaestrato e smetta di interessarsi delle cose dei grandi. Con immutata stima Professor Tonino Scolla docente di Lettere e Filosofia presso il Liceo G. Verga di Siracusa

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