BASTA PASTIERA

Alla porta c’è il fabbro. Deve montare gli infissi nuovi. Alluminio, vetrocamera, tot millimetri. Molto isolanti. Tempo zero è già su una scala che smonta tapparelle e centini. Non so come faccio a ricordare questa parola, “centini”. In casa c’è un casino, e soprattutto è pieno di gente, seduta su ogni superficie possibile. Colleghi, amici, vecchi compagni di scuola. Giocano tutti al computer. Ci sono molti computer in casa. Il fabbro si sporge pericolosamente dalla scala, e produce moltissima polvere.

È in quel momento che mi viene in mente. Mi scusi, ma lei non doveva fare gli infissi nuovi nell’alloggio del quinto piano? Qui non servono, noi ci trasferiamo tra poco. Il fabbro borbotta, ripete che gli infissi sono in vetrocamera, tot millimetri. Mi precipito al quinto piano per vedere se ha fatto il lavoro anche lì. La porta è aperta. L’alloggio è un mash-up tra l’art déco e il Luigi XIV, vetri e decorazioni geometriche abbinate a stucchi dorati e poltrone dai braccioli svirgolanti. C’è persino una vasca da bagno coi piedini teratomorfi in mezzo all’ingresso living su soggiorno.

In quel momento arrivano scalpicciando quattro bambini vestiti da folletti della tradizione irlandese. Cilindro, grosse fibbie e tutto. Si presentano, e dichiarano di essere i nostri servitori. Poi appaiono molte altre persone e i bambini folletto dicono di unirsi alla festa, che la festa lì non finisce mai. Ovviamente mi precipito in ascensore, che stranamente è anche lui affollatissimo. Mi schiacchiano contro il vetro, vedo tutta la discesa. Sembra di essere al cinquantesimo piano invece che al quinto. Vertigini. Appiattito, manca il fiato.

Il vetro diventa quello di un autobus, attraverso il quale vedo una carrellata fluida sulla periferia cittadina. Ad ogni angolo spunta lo stesso ragazzo, felpa col cappuccio e skate. Scendo e lo raggiungo. Mi parla come se fossimo amici da sempre, mi dice che quel palazzo sembra Lemmy Kilmister e quell’altro somiglia a Bruce Dickinson. Io ribatto che i palazzi non possono avere le fattezze di cantanti metal, poi guardo e mi ricredo. Lui dice ho l’ultimo album dei Motorhead a casa vieni a sentirlo. Mette la musica metal e saltiamo saltiamo. Poi mi guarda e mi dice il fabbro vuole i suoi soldi, il fabbro vuole i suoi soldi, il fabbro vuole i suoi soldi…………

Cara amica Grazia, tu cucini bene e la tua pastiera era molto buona. Tuttavia sono contento che ci siamo lasciati alle spalle il periodo pasquale. Mi è rimasto in mente Orgasmatron anche mentre mi lavavo i denti. Poi sono sceso in strada e ho incontrato uno degli operai che ristrutturano l’alloggio del quinto piano.
“Cercavo giusto lei. Sa, l’elettricista vorrebbe i suoi 700 euro“.
Il metal nella testa è ripartito all’istante.