L’ORRORE… L’ORRORE…

Trovo di pessimo gusto la foto di copertina della Stampa di ieri (12 marzo – "L’orrore in quel volto" di P. Sapegno). Le foto che vincono il Pulitzer, quelle che riassumono in una singola immagine un mondo di simboli e di emozioni, di informazione e di comunicazione sono altre. Il cadavere con il viso stravolto dal terrore della madrilena sorpresa dall’attentato non fa parte di queste immagini. Cosa potrebbero dire in proposito i familiari della vittima? Io non sopporterei questa strumentalizzazione di un’immagine, il cui scopo è soltanto solleticare la morbosità del pubblico, a livello di siti come Rotten. Il reportage di guerra e/o di catastrofe è per necessità duro, ma la vera foto che riassume un dramma non è per forza quella di un cadavere straziato. Può essere un oggetto, un’accostamento stridente di situazioni, qualcosa che diventi simbolo e metafora universale. Ma i media ormai conoscono soltanto la spettacolarizzazione del sangue e del dolore.

ERIADAN VS. FRATELLI MATTIOLI

Prima di andare a dormire veramente, come ogni settimana, un paio di siti che mi hanno colpito in modi diversi ma per lo stesso motivo. Eriadan – un blog a strisce personale, candido, ben disegnato e arguto. Si vede che il disegnatore ha masticato molti classici del fumetto d’autore, ma riesce ad elaborarli in modo molto leggero e intimista. Il riferimento più immediato è a Calvin e Hobbes, per il modo in cui il fantastico irrompe continuamente nella quotidianità del protagonista. Mi fa pensare anche un po’ a Little Nemo o in certi casi a Get Fuzzy. Gigi la piccola oloturia… beh, è un cult per gli amatori ed è da poco anche sul web. Il segno più derelitto possibile per una striscia delirante e ossessiva, come la musica di Steve Reich, come la prosa di Burroughs, come i temi di Nunzia, la figlia un po’ tarda di quelli del terzo piano – quella che deve fare la ricerca di scienze sugli echinodermi e ancora non riesce a capire la differenza tra un’oloturia e una medusa. GLOM!

MR. AND MRS. BROWN ADVENTURES IN LONDON (DAY 4)

Mr and Mrs. Brown’s Adventures in London – Day 4
La sveglia è ancora più antelucana, dovendo Mr. e Mrs. Brown lasciare la stanza, preparare il bagaglio e visitare il visitabile entro le 14.00. La mattina è dedicata al quartiere di Kensington, agli omonimi giardini e ai grandi magazzini londinesi. Mr. Brown scatta fotografie come se piovesse, intimamente felice di vedere la Royal Albert Hall, l’Albert Memorial, la statua di Peter Pan nei giardini di Kensington… In quel momento, la macchina fotografica fino ad ora perfettamente funzionante, segnala con un inquietante allarme il suo improvviso malfunzionamento. Non avendo Mr. Brown finalizzato i Mini-CD (nota tecnica: la macchina digitale archivia le foto su supporto ottico) sfuma definitivamente ogni possibilità di vedere le foto di questo weekend londinese nelle fredde serate torinesi con Mrs. Brown. Mr. Brown non è un fautore della corrente filosofica "fotografo dunque esisto", e nemmeno della corrente "fotografo dunque vedo, o meglio ho visto". Però gli girano i coglioni lo stesso. Mrs. Brown lo consola mostrandogli le meraviglie dei grandi magazzini Liberty e di Carnaby Street. Mr. Brown brontola perché non può fotografare il set che ha visto lavorare Antonioni, i Beatles e Austin Powers. La visita londinese si conclude da Harrods (a quanto pare tappa obbligata per tutti i turisti italiani): Harrods è in definitiva il tempio del kitsch, esagerato in maniera tale da risultare assolutamente inverosimile. Passi per le Food Hall, che comunque risalgono ad un’epoca vittoriana di positivismo alimentare. Ma la Egyptian Hall e la sua scalinata faraonica, con quartetti d’archi in filodiffusione e mausoleo di Diana e Dodi nel sotterraneo (reliquie: il bicchiere dove hanno bevuto prima di morire e l’anello che Dodi le aveva comprato), quello, cazzo, no! Mr. e Mrs. Brown tornano all’albergo, prendono i bagagli e scappano nel Tube, arrivando a Heathrow appena in tempo. La perizia di Mr. Brown nell’aver indossato calzini sostanzialmente perfetti non ha riscontro: questa volta viene perquisito accuratamente, ma le scarpe restano al loro posto. Il volo fino a Milano è piacevole. Il bus da Malpensa a Torino, oltre ad essere in ritardo di un’oretta, effettua una deviazione passando da Alessandria, Vercelli e Santhià. Mr. e Mrs. Brown ritornano allucinati ma felici nel loro habitat naturale. E domani si ricomincia a lavorare.