Le rassegne estive (l’Aiace di Torino ne ha organizzata una interessantissima sull’horror) servono da un lato a riscoprire capolavori del passato, dall’altro a vedere i blockbuster che nella stagione immediatamente precedente ti hanno fatto pensare "ma varrà poi la pena di spendere sette euro e rotti per vedere questa cagata?"… Nel caso di Van Helsing valeva sicuramente la pena spendere gli euro di un biglietto ridotto. Centoquarantacinque minuti di kolossal action/horror/baraccone dove Stephen Sommers (il regista di La Mummia) è riuscito ad infilare bene o male tutti gli altri famous monsters of filmland: Mr. Hyde, Dracula, l’Uomo Lupo e Frankenstein. C’è persino un becchino-citazione di Lon Chaney in London After Midnight. Una specie di Carletto il principe dei mostri, insomma, dove Carletto è l’atletico e marpionissimo Hugh Jackman, qui con mantello, cappellaccio e balestra a ripetizione. D’accordo, il film non è geniale e le soluzioni narrative lungi dall’essere originali sono anzi un bel po’ pasticciate e confuse. Però il film è spettacolare e in alcuni punti genuinamente meraviglioso (nel senso della meraviglia provocata dalla filologia in bianco e nero del prologo, dalla bravura dei production designers e dei matte painters, da alcune soluzioni visive adottate e dalla squisitezza gotica dei titoli di coda). A Van Helsing va anche il merito di un finale aperto e non del tutto scontato (OK, si preparano sicuramente per un sequel) e di un simpatico "ritorno al passato" che ha permesso alle nuove generazioni di apprezzare alcuni classici Universal (quei DVD verdastri a 12,90 che riportano in copertina "Uno dei film che ha ispirato Van Helsing").
MERENDA SINOIRA PER STEFI
Come sa chiunque ha fatto una dieta (anche senza agopuntura) è molto facile riprendere i chili persi. Specialmente a fronte di un weekend in un agriturismo di montagna e di una serata di compleanno (quello di Stefi, ieri). La serata è stata accompagnata da incredibili temporali elettrici e un discreto abbassamento della temperatura. Ottimo per noi che eravamo vestiti da "estate a Marrakech" e che avevamo lasciato a casa anche il più piccolo ombrello. La merenda sinoira è una tradizione molto radicata qui in Piemonte. Si va nei prati e si comincia a mangiare all’incirca alle 18.00 per concludere alle 21.00, quando è ancora chiaro. Se lo fai in agriturismo rischi un menu di delizie tipo salame e fichi, zucchini e mele grigliate con salsa di nocciole, fiori di zucchino ripieni di carne, frittata di zucchini (sta a vedere che avevano un po’ di zucchini da smaltire) con maionese al sapore di olive e un meraviglioso zuccotto alla panna e frutta fresca. In tutto, 2 kg (l’aumento di peso da un giorno all’altro, intendo). Il senso della merenda sinoira era: avere il tempo di recarsi a vedere lo spettacolo di Raoul Cremona (uno dei cabarettisti che io e Stefi apprezziamo di più)… Anche quello in piazza, a Chivasso, con pioggerellina insistente, freddo e possibilità di annullamento. Poi "Silvano, il mago di Milano" fa il suo miracolo e ferma la pioggia… BRAAAVISSSSIMO! 😀
