10, 100, 1000 DOMANDE

Rubo per un post il tema a Daniela, che di solito si occupa con più competenza di me di questi temi, per riflettere su un paio di meritevoli iniziative di e-democracy. L’impressione mia è che di e-democracy da noi fino all’anno scorso se ne parlava (bene o meno bene) e basta. E-democracy è quella parola che vedi scritta nelle tesi degli appassionati di cultura digitale, nei blog di quelli che hanno la voglia e il coraggio di occuparsi di politica e rete, nelle circolari dei ministeri che amano inserire a piene mani parolette con la “e-” davanti.

Gli esperimenti pubblicati on line nell’ultimo mese, invece, fanno ben sperare che la cosiddetta e-democracy traslochi dal regno dei concetti astratti alla pratica quotidiana dei cittadini. Quello che mi vede più coinvolto è il sito di Openpolis, già attivo per la verità dai tempi delle politiche 2006 con il “gioco” Voisietequi, di cui ho già parlato a suo tempo. Da quella storica data, Openpolis è diventato molto più analitico e si propone come uno strumento a disposizione dei cittadini per monitorare le proposte, i programmi e le dichiarazioni dei politici (tradizionalmente poco amanti della coerenza). L’iniziativa di questi giorni prevede l’inserimento, da parte dei cittadini, di domande sui temi di maggiore interesse. Entro il 14 marzo le 25 domande più votate saranno poste ai politici dei vari schieramenti e le risposte determineranno una griglia conoscitiva per una nuova versione di Voisietequi.

In sintesi, questo è quello che fa anche 10 domande, il sito lanciato ieri dal Sole24Ore. Per 20 giorni sarà possibile proporre domande in video (tutti pronti con la webcam e l’account su YouTube?) – anche in questo caso le domande verranno votate e le prime 10 verranno proposte ai politici che risponderanno in video anche loro. Il rischio di 10 domande è che partecipino all’iniziativa solo persone che sappiano come comportarsi con una webcam e con YouTube (quindi, sostanzialmente, quella fetta di cittadini digitali comunemente conosciuta come blogosfera). L’importante in questo caso è diffondere l’iniziativa anche con catene di e-mail, tanto per farla conoscere fuori dal “giro”.

Last but not least, grazie al sempre attento Sergio, ho iniziato ad apprezzare anche NetMonitor, l’ultima creatura di Repubblica.it inserita nello “speciale elezioni 2008”. Da una decina di giorni, NetMonitor procede a selezionare da tutti i blog che parlano di politica brani di “conversazione”, portando a galla in un canale ufficiale come quello di Repubblica una mescolanza di idee, provocazioni, opinioni e percezioni che normalmente non escono dall’ambito della comunità dei blogger. Non si tratta di un aggregatore automatico, tra l’altro, ma del frutto di un lavoro di selezione operato dalla redazione di Repubblica.it, che come norma esclude qualsiasi contenuto “pescato” da blog di partiti, candidati e giornalisti politici. In pratica una controparte dal basso di Openpolis, che nella sezione dichiarazioni riporta invece le parole degli amministratori dello stato.

Qualcosa si muove sotto il sole, insomma. Piccoli strumenti in più, magari per qualcuno modesti, ma che contribuiscono al fine più generale di controllare e monitorare ciò che fanno quelli che Grillo chiama “i nostri dipendenti“. Speriamo vengano usati con criterio.

2 risposte a “10, 100, 1000 DOMANDE”

  1. Ciao Valeria, grazie del commento, volevo farti sapere che l’unica presentazione al Barcamp che ho seguito dall’inizio alla fine è stata la tua (e di Alberto) sulle mondine e il loro patrimonio culturale e musicale. Ottimo lavoro, vai così.

  2. Molto interessante il tuo blog. Ultimamente mi sta prendendo molto il web 2.0, spero di impararne di più lavorandoci e riflettendoci sopra.

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