Poi i valligiani si lamentano che i cittadini li considerano dei pazzi. Sabato decido di fare lo svalvolato on the road in solitario: solo io, la moto e la fotocamera. Per unire il dilettevole al dilettevole. Ora, la mia moto non è che abbia tutta sta autonomia, e del resto io non sono nemmeno uno che si sveglia la mattina per fare un giro in moto (io mi sveglio a mezzogiorno se non c’è da lavorare). Ma essendomi svegliato per un caso alle 11, decido comunque di portarmi in val di Susa.
Nella fattispecie, decido per la Sacra di San Michele, monumento simbolo della regione nonché meravigliosa abbazia medievale con annessi padri rosminiani sempre molto cordiali e ridenti. Da Torino è un pezzo di tangenziale, un pezzo di autostrada, un pezzo di gallerie sotto Avigliana e poi una bella strada montagnosa per arrivare a destinazione. Si parcheggia e si fa meno di un km a piedi per raggiungere l’abbazia. Primo indizio inquietante: non c’è nessuno. Strano, penso. In fondo la giornata è bella. Ma forse è perché è ora di pranzo, e la Sacra apre solo alle 14.30.
Poco importa, mi sdraio sull’erba, sonnecchio, beandomi del cellulare che non prende e giocando con i simpatici insetti della valle. Mi sento molto Di Caprio nel vecchio spot Telecom. Mi risveglio in tempo per visitare la Sacra, anche se l’avevo pur vista un paio di volte negli ultimi dieci anni. Insieme a me una coppia di portoghesi e un americano. Quando scendo, iniziano a salire all’abbazia i pullman di anziani e i gruppi familiari con bambini urlanti.
Tornato al parcheggio, sento urlare alle mie spalle “BASTARDOOOOO!” – mi giro: è un tipo strano che avevo incontrato un paio d’ore prima al “Bar del Pellegrino”. Brandisce un tavolo in plastica bianca, leggero ma grosso quanto lui. Fortunatamente non ce l’ha con me (ci metto qualche secondo di terrore a rendermene conto), ma con un altro tizio che ha una bancarella proprio vicino alla mia moto.
“TE E LE TUE QUATTRO MUCCHE MALATE DI MERDAAAAA! TE AVVELENI LA GENTEEEE!” – è chiaro che è una lite tra pastori. L’esagitato deve posizionare la sua bancarella esattamente dove io ho la moto, e l’altro (assolutamente impassibile nonostante gli insulti) vende tome d’alpeggio agli scarsi passanti. “QUESTO E’ IL MIO TERRITORIOOOO! IO TI SPACCO IL CERVELLOOO! CRETINO! DEFICIENTEEEE!”, gli urla il primo mentre lui incarta pezzi da due etti per mettersi avanti col lavoro.
Io cerco disperatamente di sbloccare la moto in fretta, ma in quel momento un turista ignaro si avvicina alla bancarella del tomaro e gli chiede una toma. Il pastore folle si avventa verso di me col tavolo sollevato sopra la testa e (rivolgendosi al turista terrorizzato) urla “LE VENDO IO LE TOMEEE! LE SUE SONO AVVELENATEEE! HA LE MUCCHE MALATEEEE!”. Finalmente salgo in moto, in tempo per vedere il pastore impassibile che prende il cellulare e quello esagitato che urla “CHIAMA CHI TI PARE TANTO PRIMA DI STASERA SEI MORTOOOoooooo….”.
Son quelle cose che ti fanno svoltare la giornata.
non se gli toccano le tome!!! 😀
ma la gente che vive in montagna non dovrebbe essere più serena?