COMING OF AGE

COMING OF AGEAvete presente la famosa “linea d’ombra“, quella che a un certo punto si oltrepassa in circostanze indefinite, diverse per ognuno, quella che da una parte c’è il bambino convinto che tutto e tutti siano lì “per lui” e dall’altra c’è l’adulto che capisce di essere solo al mondo e tuttavia indipendente? Secondo Conrad attraversare la linea d’ombra vuol dire abbandonare la sensazione di essere “indegni” e accettare la responsabilità di essere sé stessi come esseri umani. Questo passaggio è un fortissimo catalizzatore in termini di storytelling: sono veramente tanti i testi che analizzano il momento chiave, che nei paesi di lingua anglosassone chiamano “coming of age” (arrivare all’età, cioè diventare grandi). Su IMDB se cercate “coming of age” esce una lista infinita di film. Dopo aver visto Boyhood, l’ultimo arrivato, mi piace riportare qui un elenco dei 20 film secondo me più rappresentativi del genere, in ordine più o meno temporale.

I 400 COLPI
Il primo, il più amato (almeno, da me). Parte qui la saga di Antoine Doinel che al termine del precoce capolavoro di Truffaut prende atto della sua solitudine nel celebre fermo immagine conclusivo.

BOY
La gioventù del Giappone post-Hiroshima: il ragazzo del titolo è coinvolto dal padre in una serie di truffe, della cui illegalità sembra rendersi (a tratti) conto. Più accessibile e meno “di rottura” rispetto ai precedenti film di Oshima, dipinge un preadolescente paralizzato dalla paura dell’abbandono.

KES
Il film di Loach è un po’ il libro Cuore per quelli della mia generazione: famiglia disfunzionale, ragazzino bullizzato, comprensione del mondo attraverso il rapporto con il piccolo falco Kes. Ovviamente si piange, ma è un must-see per tutti i maschietti sotto i 13 anni.

SOFFIO AL CUORE
Il capolavoro di Malle (spesso paragonato a I 400 colpi) segue Laurent, un ragazzo della classe medio-alta nelle sue prime esplorazioni sessuali, che culminano in un incesto. Ovviamente il film è stato uno scandalo, ma ha influenzato schiere di registi negli anni (tra cui Wes Anderson, a suo stesso dire).

ALICE NELLE CITTÀ
Uno dei primi, eccezionali film di Wenders segue la strana coppia formata da Philip e Alice, un giornalista e una bambina abbandonata dalla madre che lui accompagna in un road movie meditativo sulle strade della Germania alla ricerca della nonna.

STAND BY ME
Dalla novella di Stephen King, uno dei film chiave degli anni ’80. La linea d’ombra Gordie la attraversa due volte, la prima su quei binari dove si trova il corpo, la seconda da adulto, quando la morte del suo migliore amico lo porta a ripercorrere tutti i sentieri dell’adolescenza.

FUGA DALLA SCUOLA MEDIA
Todd Solondz è sempre sgradevole e grottesco. Non fa eccezione il ritratto di Dawn, preadolescente bruttina e sfigata che comincia a capire come va il mondo a suon di mazzate prese da famiglia, amici e insegnanti. Però c’è un finale di grande speranza. Forse.

KIDS
Se cercate il film che vi dia conferma che l’adolescenza è una merda e gli adolescenti sono prevalentemente e deliberatamente cattivi, Kids è quello giusto. Sesso, droga e musica dance, ma alla fine arriva anche il confronto con la malattia e la morte.

IL GIARDINO DELLE VERGINI SUICIDE
L’intera filmografia di Sofia Coppola è ascrivibile al genere coming of age, ma qui il tema è portato all’ennesima potenza. Le bellissime sorelle Lisbon, i loro suicidi annunciati, i ragazzi del quartiere che tentano di comunicare ma non capiscono finché non è troppo tardi. Musica degli Air.

BILLY ELLIOTT
Uno dei maggiori successi del genere, in cui seguiamo il passaggio dall’adolescenza all’età adulta di Billy, che vuole ballare nonostante la miniera, gli scioperi e la negatività del suo ambiente familiare. Molto amato, per le tematiche, anche dalla comunità LGBT,

ALMOST FAMOUS
Facile per me identificarmi con un ragazzino appassionato di giornalismo musicale (lo stesso Cameron Crowe, peraltro) che diventa grande seguendo una rock band in tour per conto del Rolling Stone Magazine e facendosi spezzare il cuore da una groupie. Non l’ho mai fatto, ma sarebbe stata la mia vita ideale.

Y TU MAMA TAMBIEN
Adolescenza, spensieratezza, sesso con una donna più grande. Cosa volere di più dalla vita? Il film con cui Cuaròn diventa famoso però è anche molto amaro, a dimostrazione che non sempre quando l’attraversamento della linea d’ombra passa attraverso il sesso sono tutte rose e fiori.

ABOUT A BOY
Delizioso romanzo di Hornby da cui questo film che vive sull’interpretazione sognante di Nicholas Hoult. Famiglia monoparentale estremamente disfunzionale salvata da single sfaticato e fermo all’adolescenza. Si cresce un po’ tutti, verso il lieto fine.

C.R.A.Z.Y.
Come reagire all’omofobia in Canada negli anni ’70? Ce lo racconta Jean Marc Vallée (poi regista di Dallas Buyers Club). Zac deve riuscire a far accettare la sua omosessualità al padre. Sarà una dura lotta per diventare finalmente grande.

TIDELAND
Un Gilliam sottovalutato e malatissimo: come diventare grandi quando entrambi i tuoi genitori sono morti e tu sei una bambina abbandonata a sé stessa dalla fervida immaginazione? Occhio alle teste di bambola che parlano…

JUNO
Il film che sintetizza la commedia indie-Sundance in pochi, riusciti tratti. Juno diventa grande grazie alla sua scelta (consapevole o meno) di tenere il bambino frutto di un incidente di percorso. Il lieto fine carinissimo è dietro l’angolo, ma la scrittura di Diablo Cody si fa amare.

LASCIAMI ENTRARE
Uno dei migliori horror degli ultimi 20 anni è anche la storia di un ragazzo che si innamora di una coetanea (più o meno) vampira. C’è il sangue (parecchio) ma ci sono soprattutto i sentimenti, le esitazioni, le prese di coscienza. Il finale è uno dei più belli del genere.

SUBMARINE
Oliver è l’esempio dell’adolescente sfigato della provincia inglese. Protagonista di una commedia ambigua, diretta da Richard Ayoade (più noto per il ruolo di Moss in The IT Crowd), Oliver è costretto a sanare i problemi dei suoi genitori e a gestire un rapporto difficile con una ragazza scontrosa.

MOONRISE KINGDOM
Per me, il capolavoro di Wes Anderson. L’amore vince su tutto, anche sulla tragedia dell’essere adolescenti. Un teatrino di scene accuratamente studiate per colpire al cuore, di cui abbiamo già diffusamente parlato qui.

MUD
Tra i film di questo genere visti più di recente, Mud è stato il più sorprendente. Avventura americana allo stato puro, memore di Mark Twain e dei suoi vagabondi disperati. Mud è il fuorilegge aiutato da due ragazzi, che cresceranno e capiranno l’amore, il bene, il male, la vita e la morte proprio grazie al rapporto con lui.

Una risposta a “COMING OF AGE”

  1. se posso aggiungere …
    stella di sylvie verheyde
    this is england di shane meadows
    the way way back di nat faxon e jim rash
    little miss sunshine di jonathan dayton e valerie faris.

    hai visto qualcosa di bello al tff?

    ciao.
    elena

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