ANYA’S GHOST

Acquerello di Vera BrosgolDa parecchio tempo non spendo più molte parole su quello che leggo. E sì che leggo molto. Del resto non vorrei tediarvi con le mie maratone da comodino che prevedono il recupero e la messa in pari di tutte le Cronache del ghiaccio e del fuoco (3.322 pagine lette, 1.040 ancora da leggere) nonché lo smaltimento di alcuni Palahniuk, un paio di Pennac e l’ultimo Rowling ancora da iniziare. Ma c’è qualcosa che mi spinge invece a parlarvi di Anya’s Ghost, ovvero Anya e il suo fantasma, il graphic novel uscito recentemente per Bao Publishing.

Il volume ha una copertina tattile, molto interessante, e vanta una doppia raccomandazione da parte di Neil Gaiman e di Scott McCloud (motivo per cui l’ho acquistato a scatola chiusa, quasi senza nemmeno sfogliarlo). E per una volta gli “strilli” non erano millantati. Vera Brosgol, l’autrice, è stata storyboard artist per Coraline e Paranorman, due dei film d’animazione più interessanti degli ultimi anni, e si vede. Il suo stile a metà tra il manga e l’underground americano è incisivo, “carino” quando serve ma soprattutto efficace ed evocativo, come piace al teorico dei comics Scott McCloud.

La storia in effetti è Neil Gaiman puro (ma non dispiacerebbe neppure a Tim Burton): Anya è una ragazza immigrata dalla Russia – come l’autrice, peraltro – che cerca di cavarsela nel terribile microcosmo di una high school americana. Un bel giorno cade in un pozzo e lì incontra il fantasma di Emily, una ragazza morta un secolo prima in circostanze misteriose. Le due diventano amiche, ma poco a poco il loro rapporto si evolve in qualcosa di inquietante e perverso. Niente paura: l’opera è leggibile tranquillamente anche dai minori cui è evidentemente dedicata – si ride e si rabbrividisce al tempo stesso. Ma soprattutto ci si riconosce nelle incertezze dell’adolescenza. Insomma, un Eisner Award pienamente meritato. Come se non bastasse, scopro che Vera Brosgol – oltre ad essere una capa di cazzo del graphic novel e della cosiddetta letteratura young adult in generale – è una fan di Game of Thrones, di cui ha ritratto alcuni personaggi nel suo stile più “coccoloso”! Come non amare questa donna?

E niente, Bao Publishing era già il mio editore preferito, avendo pubblicato l’integrale di Bone di Jeff Smith, i miei italiani preferiti del momento (Makkox e Zerocalcare), il volumone celebrativo di Sky Doll di Barbucci e Canepa e avendo acquisito il catalogo dell’immenso Terry Moore (si attende con ansia la perfect edition di Strangers in Paradise).

Oggi, con la scoperta di Vera Brosgol, di Bao non posso più fare a meno.

DEL MEGLIO DEL LORO MEGLIO

CasaIzzo Awards 2012Abbiamo già detto che il 2012 non è stato un anno eccellente (eccellente… :-D).
Ma per noi nerd cinefili topi di biblioteca anche un po’ hipster con le cuffie stereo più grandi della testa è stato comunque un anno abbastanza succoso. Perciò, bando alle introduzioni inutili fatte per guadagnare spazio e spingere il lettore a chiedersi dove si vuole mai andare a parare, e cominciamo.

BEST ALBUMS 2012
Frank Ocean – Channel Orange
Gotta love Frank Ocean. Per me, il nuovo Marvin Gaye. Però più figo. Il palmares è suo. Poi per il resto, il vostro affezionatissimo vi consiglia di ascoltare anche (in ordine sparso)…
Lana del Rey – Born to Die (Paradise Edition) | Chromatics – Kill for Love | Beach House – Bloom | Jack White – Blunderbuss | Fiona Apple – The Idle Wheel | Nicki Minaj – Pink Friday Roman Reloaded | Mika – The Origin of Love | Frankie Rose – Interstellar | Burial – Kindred EP

BEST MOVIES 2012
Moonrise Kingdom (Wes Anderson)
La cosa fantastica è che nemmeno l’ho visto. Quando mi sono presentato in sala mi hanno detto “l’abbiamo tolto oggi perché c’erano i cinepanettoni da mettere in tutte le sale”. Ma io so che Moonrise Kingdom è il film migliore del 2012. E presto lo vedrò e confermerò il mio (pre)giudizio. Per il resto, se ve li siete persi…
Argo (Ben Affleck) | Cosmopolis (David Cronenberg) | Hugo Cabret (Martin Scorsese) | Pirati! Briganti da strapazzo (Peter Lord & Jeff Newitt) | Attack the Block (Joe Cornish) | Cave of Forgotten Dreams (Werner Herzog) | The Avengers (Joss Whedon) |  La collina dei papaveri (Goro Miyazaki) | Quella casa nel bosco (Drew Goddard)
(Poi ci sarebbero quelli che da noi devono ancora uscire, tipo Django Unchained, ma quella è un’altra storia).

BEST TV 2012
The Story of Film: An Odyssey
I 15 episodi della storia del cinema di Mark Cousins sono quanto di più illuminante sia passato sul piccolo schermo negli ultimi 10 anni. Immenso e imperdibile. A seguire, recuperate (o cominciate a seguire) almeno queste serie…
The Walking Dead 3 | Game of Thrones 2 | Person of Interest 2 | New Girl 2 | Downton Abbey 3 | Fringe 5 | Homeland 2 | Shameless 2 | Misfits 4

BEST BOOKS 2012
Player One (Robert Cline)
Magari non è proprio il libro migliore del 2012, ma è il più avvincente che ho letto quest’anno, nel reparto fiction. Se la gioca con Retromania che è il miglior libro nonfiction… Comunque passiamo avanti, che qui ci metto anche roba che ho iniziato e nemmeno finito (staziona ancora sul comodino) e soprattutto roba che è uscita anni fa ma che io leggo solo ora.
Retromania (Simon Reynolds) | Sweet Salgari (Paolo Bacilieri) | The Hunger Games (Suzanne Collins) | La stanza delle meraviglie (Brian Selznick) | Le cronache del ghiaccio e del fuoco (George R. R. Martin) | Storia di un corpo (Daniel Pennac) | Genio (Patrick Dennis) | L’uccello che girava le viti del mondo (Murakami Haruki)

Quindi, se vi fidate, scaricate (io non vi ho detto nulla), diffondete, ascoltate, leggete, guardate.
E buon Natale, per ora…

RETROGAMING E LUOGHI OSCURI

Ready Player OneNegli ultimi giorni ho letto un libro che mi ha fatto un effetto strano.

Il libro è Ready Player One di Ernest Cline. Un tizio che intanto aveva già il mio massimo rispetto per aver scritto il film Fanboys e che si è guadagnato un sacco di punti in più quando ho scoperto che in garage ha una DeLorean. Cioè… Quella DeLorean. Che poi è anche l’unica, vabbeh.

Chi mi conosce sa che io sono un animale culturale onnivoro, leggo, guardo e ascolto veramente di tutto, apprezzando di più o di meno determinate cose. Ma sono pochi i prodotti culturali che mi toccano in quella zona oscura dove c’è il mio cuoricino di dodicenne che batte indomito e libero. Perché sulla carta siamo tutti molto intellettuali, apprezziamo il cool jazz, i romanzi postumi di Nabokov e i film di Terrence Malick. Ma in realtà ci sciogliamo per My Sharona, i film di John Hughes e libri come questo.

Ready Player One (egregiamente edito da ISBN, il mio editore preferito in Italia) è un’enciclopedia frizzante e postmoderna di tutto quanto fa(ceva) pop negli anni ’80, pur svolgendosi nel 2044. Lo potrei definire un incrocio tra William Gibson, Super Mario, Scott Pilgrim, Thx 1138, Matrix, George Orwell e una interminabile partita a Dungeons & Dragons. Essenzialmente il libro che avrei voluto scrivere io se il mio livello di nerditudine non fosse mille volte inferiore a quello dell’autore.

Anzi, facciamo attenzione. Non nerd, ma geek. La differenza sta tutta in questa meravigliosa infografica che ora fa la sua porca figura appiccicata vicino alla mia scrivania. Comunque sia, c’è il futuro distopico, la realtà virtuale, i visori e le tute aptiche, c’è il viaggio dell’eroe che è la struttura base di ogni storia d’avventura e di scoperta di sé che si rispetti (nonché di ogni buon videogame da SuperMario a Zelda). Il libro stesso si svolge come un enorme videogame (e a volte come un gioco dentro un gioco dentro un gioco, un po’ come Inception, se sostituiamo la parola ‘gioco’ alla parola ‘sogno’). Si gioca a Pacman, a Joust, a Galaga. Si rivive Wargames, Ladyhawke, Corto Circuito. Cosa ci può essere di più esaltante?

Essendo un libro scritto apposta per raggiungere quella zona di cui parlavo prima, mi ha coinvolto in prima persona con i suoi mille riferimenti ad abitudini e fissazioni tipiche del decennio in cui sono cresciuto. E adesso, pur avendolo riposto nel suo box cartonato (il libro è dentro un cofanetto, e per i più geek c’è anche la maglietta omaggio), subisco ancora gli effetti dell’immersione in quel mondo letterario a 8 bit.

Perciò vago compulsivamente su eBay per vedere se posso acquistare a un prezzo ragionevole l’Atari VCS 2600 che incautamente i miei avevano passato a chissà quale cuginetto nel momento in cui le mie attenzioni si sono rivolte al mondo di Windows 3.11. Perciò spulcio la cantina di mia madre alla ricerca di vecchi giochi Mattel Electronics della fine degli anni ’70. Perciò riscopro le origini del mio vivere da pioniere digitale (non posso definirmi nativo, ma ho cominciato a pasticciare con un Sinclair ZX80 a 10 anni). Anzi, vediamo se posso ricomprare ancher lo ZX80. E lo Spectrum, già che ci siamo.

In ogni caso nel 2014 vedremo il film. Prima di allora, leggete Ready Player One.
Ma solo se avevate tra i 10 e i 15 anni nel 1982.
O se siete irrimediabilmente geek.