QUANDO GUARDI NELL’ABISSO, L’ABISSO GUARDA TE

Ci sono quei libri la cui lettura equivale ad affacciarsi su un pozzo senza fondo. Ad esempio American Psyco di Ellis (che peraltro non rileggerei mai una seconda volta) rappresenta gli ’80 con una scrittura claustrofobica e piatta che dà la sensazione di cadere nel vuoto senza appigli. Ma si tratta di una sensazione oggettiva. Le correzioni, romanzo lungo, ironico e doloroso di Jonathan Franzen che ho finalmente concluso stanotte, mi dà la sensazione di affacciarmi su un abisso soggettivo. Perché c’è qualcosa di me e della mia famiglia nei Lambert, protagonisti del romanzo. Forse c’è qualcosa di ogni famiglia. Insomma, è sicuramente un libro che "prende" – anche grazie ad uno stile particolare, ricco di deliranti digressioni – ma nello stesso tempo si fa lasciare da parte per qualche giorno tra un centinaio di pagine e l’altro. Malattia, decadimento, atmosfera quotidiana e malsana. La vita vissuta come una compulsiva rappresentazione di sé stessi, perché così richiede la società. Accorgersi che il "campanello di allarme" suona a volumi inauditi da mesi, anni, e che forse non lo si voleva semplicemente sentire. La disgregazione della mente e l’aggrapparsi al sesso, ai soldi, alla carriera, al vagabondaggio per non doversi confrontare con sé stessi e con le proprie radici. I personaggi sono quasi tutti simpaticamente odiosi. Il libro, idem. In effetti, non so se lo rileggerò.

PRINCIPE MEZZO SANGUE: LA FINE

Non è stato facile finire Harry Potter and the Half-Blood Prince. Negli ultimi mesi ho sempre cercato di tenermi lontano da forum, liste e siti in fermento su chi fosse il "principe", su cosa potesse succedere nel nuovo libro etc. Per cui, le sorprese che JKR riserva in questo volume sono state, per me, reali. E ovviamente parecchio amare, considerando la capacità della scrittrice di farti affezionare ai suoi personaggi. Azione, avventura, ormoni (sempre più) e depressione a piene mani sono gli elementi di HBP – in misura anche maggiore che in OOTP. In generale siamo sempre sullo stesso livello, cambia poco anche se si capisce che ci stiamo avvicinando alla fine della saga e quindi si delinea molto bene anche la possibile trama dell’ultimo volume. Tra le novità del libro, almeno un luogo interessante (l’abitazione di Snape a Spinner’s End) e qualche personaggio ambiguo come il nuovo ministro Scrimgeour (non si sa se sia peggio lui o Fudge) e naturalmente il nuovo professor Slughorn (la cui descrizione mi ha immediatamente ricordato il tricheco dell’inserto "Il tricheco e il carpentiere" di Alice nel paese delle meraviglie). Difficile fare considerazioni sulla trama (difficile anche non farne, ma nel caso inserirò gli spoiler in testo bianco – selezionare per leggerli comunque). Mi sembra che alla fine tutto si riduca a tre figure principali: Harry, Dumbledore e Snape. Sul fatto che Harry passi un sacco di tempo con Dumbledore non ci sono santi, si deduce chiaramente da tutte le copertine delle varie edizioni. Molto dell’intreccio viene rivelato dai ricordi che Harry viene chiamato a testimoniare insieme al suo preside. Ricordi che svelano moltissimo sull’infanzia e la giovinezza di Voldemort – una chiave essenziale per la riuscita dell’impresa di Harry (conoscere il nemico per poterlo battere). Harry, come al solito, è sempre più incazzato (e ne ha ben donde). Sospetto che mai come in questo libro si sia trovato all’oscuro di alcuni elementi essenziali per comprendere veramente ciò che gli succede intorno. Occhio agli SPOILER: l’elemento centrale è ovviamente la morte di Dumbledore, di pari passo con il tradimento di Snape. Se si può stare certi che il preside è morto (ma c’è da aspettarsi qualcosa dal suo ritratto appeso nel suo ufficio), c’è una forte ambiguità sul tradimento di Snape. Se fin dal secondo capitolo è stato costretto a giocare sul filo del rasoio, è possibile che abbia confessato a Dumbledore il fatto di aver giurato di aiutare Draco a costo della vita, e che Dumbledore stesso abbia valutato che – se uno dei due doveva morire – quello doveva essere lui. In questo modo, Snape può diventare il "preferito" di Voldemort pur restando dalla parte dei buoni. Oppure Snape è semplicemente malvagio, chissà. Ma di sicuro si ritaglia un vero ruolo da protagonista. Del resto, il principe mezzo sangue è proprio lui! Insomma, la saga di Harry Potter si sta trasformando sempre di più in una tragedia shakespeariana. Ovviamente ci sono anche momenti distensivi: tutti quelli che riguardano Fred e George, ovviamente, ma anche tutte le meravigliose storie d’amore che si intrecciano – e alla fine trionfa il fronte Harry/Ginny + Ron/Hermione (anche se, come sempre, ci sono diversi ostacoli che spero bene verranno definitivamente superati nel settimo volume)! Peraltro, parlando di Voldemort, c’è questo fatto affascinante degli Horcruxes (SPOILER: oggetti magici di uso comune in cui Voldemort ha trasferito parti della sua anima per risultare relativamente immortale, il che spiega come sia comunque sopravvissuto prima di incontrare Quirrell in PS). Dumbledore sembra averli scoperti quasi tutti, ma naturalmente rimane il dubbio sul sesto Horcrux… hmmmm… E poi chi sarà questo fantomatico R.A.B.? Merda, toccherà aspettare altri due anni! Intanto ci si può consolare con il trailer di Goblet of Fire…!

PRINCIPE MEZZO SANGUE: L’INIZIO

La voracità con la quale mi sono buttato su Harry Potter and the Half-Blood Prince ha dell’inquietante. Acquistato sabato sera, per ora sono al quarto capitolo. Come sempre succede, la prosa di JK ti prende dalle prime pagine e non poseresti più il libro. Ottimo antidoto per un periodo in cui mai come prima l’evasione serve. Eppure, da quanto letto finora, l’atmosfera è alquanto cupa… Vedremo.