RASSEGNA LETTERARIA DEL MOMENTO

Perché non si dica che ho smesso di acculturarmi (e chi mi conosce sa che ho sempre almeno un libro con me), ho deciso di prendermi un attimo per fare qualche microrecensione su letture, visioni e ascolti fatti nelle ultime settimane. Cercherò di risolverla in tre post, quindi: il primo è dedicato alla carta stampata…
Cavie di Chuck Palahniuk: assolutamente morboso, rivoltante e pesante, sorta di Decameron mescolato con il peggior De Sade, è un libro che riesce a fare lo stesso effetto del Salò di Pasolini (e ce ne vuole, cari miei)… Soffocante ancora più di American Psycho, ci ho messo un bel po’ a finirlo. Ma tra gole squarciate, amputazioni varie, genitali divorati, cibo avariato, interiora sparse e quant’altro, c’è sicuramente una genuina passione per la fabula che ti tiene incollato alle pagine.
Indecision di Benjamin Kunkel: un libro simpatico, che attualmente sta andando per la maggiore (non mi spiego molto il perché). Attirato dalla promessa di una sorta di Bridget Jones al maschile, ho appurato che si tratta invece di un libro anche intelligente, un po’ furbetto, che qualcuno ha voluto proporre come "libro generazionale" (ma c’entra poco sia col Giovane Holden che – per dire – con Generazione X di Coupland). Però è divertente, e il protagonista è uno dei personaggi in cui più ci si può riconoscere oggi. Magari Zach Braff ne farà un film. Sarà un mezzo successo.
Extremely Loud and Incredibly Close di Jonathan Safran Foer: preso sulla fiducia, assolutamente geniale nella tecnica di impaginazione. Un libro raccontato dal punto di vista del protagonista di 9 anni (simile in un certo senso allo Strano caso del cane ucciso a mezzanotte di Haddon) con una straordinaria tecnica affabulatoria che mescola parole, immagini, flip-pages, brani di diario e lettere. Come Indecision, è un libro che fa i conti con l’11 settembre, che – almeno in letteratura – ha dato uno "stop-reload" alla creatività. A proposito, faranno sicuramente un film anche da questo, e la persona più indicata a dirigerlo sarebbe… Michel Gondry!
Le regole del gioco di Will Eisner: lo zio Will (come lo chiamano i cultori) è l’inventore del graphic novel. Questo (assieme ad un altro analogo, La forza della vita) è un vero romanzo americano, che parla di immigrazione, di discriminazione, di convenzioni sociali e di violenza domestica. Pari ai grandi classici della narrativa americana. Eisner traccia la storia di un secolo con un gusto veramente particolare per i dettagli rivelatori. Magistrale. Subito passati a Léaud che in cambio mi ha prestato Cinema Panopticum: decisamente a metà tra un libro e un film (espressionista, ovviamente).

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MI CHIAMO ROBERTA, HO 40 ANNI, GUADAGNO 250 EURO AL MESE

Il libro nuovo di Aldo Nove (uno che ho sempre ammirato un po’ da lontano) non è un romanzo. E’ una raccolta di interviste sul tema del lavoro apparse negli ultimi anni su Liberazione. Un libro snello e terribile, che si fa divorare in un paio di giorni. Secco come un documentario di quelli del nuovo millennio, che ti mettono di fronte le magagne della vita riscoprendo il valore e la produzione di senso del montaggio verticale. Nove introduce ogni intervista con le sue riflessioni personali, che in ogni caso non si vergognano di mostrare esplicitamente le fonti: quelle che ognuno di noi dovrebbe riprendere in mano più e più volte (sopra ogni altra cosa Baudrillard e Debord, tra i pochi ad illuminare le menti curiose sull’attuale senso della vita). E poi ci sono loro, i precari, cui è dedicato il titolo del libro Mi chiamo Roberta, ho 40 anni, guadagno 250 euro al mese… Un titolo atipico (come i lavoratori intervistati) che riassume però il concetto di una generazione senza futuro, senza alcuna possibilità se non quella di attendere con rassegnazione la morte dei propri genitori per poter infine avere la propria prima casa. Storie di avvocati, di operatori di call center, di operai, di producer televisivi, di pastori co.co.pro., di gente che si barcamena tra quattro lavori diversi in una giornata. Storie piccole che messe insieme danno il quadro di un’Italia allo sfascio. Ti lascia un po’ di amaro, e anche un po’ il senso di colpa di quello che ha avuto la botta di culo di vincere un concorso pubblico (ma che fino al 2003 è passato attraverso co.co.co., interinali, due part time diversi ogni giorno, trasferimenti in treno eterni per poter lavorare, casse integrazioni, mobbing e compagnia bella). Una lettura che consiglio vivamente, per capire un po’ di più il senso di un’Italia finta, in cui si continua a recitare una pièce grottesca anche se ci hanno tolto il palco, le luci e i costumi.

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PRINCIPE MEZZO SANGUE: LA SECONDA

Il fatto di rileggere Harry Potter e il Principe Mezzosangue in italiano, oltre a farmi rabbrividire per le consuete traduzioni creative di alcuni nomi propri (Lumacorno… Flebo… mah!) mi riporta alla mente tutto ciò che ho già detto quest’estate. Stesse emozioni, stessa necessità fisica di leggere gli ultimi 5 o 6 capitoli tutti d’un fiato. Stessa ricchezza di approfondimento psicologico che in definitiva mi fa dire (se proprio vogliamo far classifiche) che questo sesto libro scatta al primo posto spodestando Il Prigioniero di Azkaban, che finora dominava incontrastato. Aggiungo solo qualche considerazione (da evitare se non si è ancora letto il libro, ma penso che a 15 giorni dalla sua uscita italiana tutti i lettori del blog – tranne Raffa – lo abbiano già riletto almeno due volte). Occhio agli spoiler, dunque…!
1. R.A.B.: il più grosso enigma del sesto libro è con ogni evidenza il fu Regulus Black, fratello mangiamorte di Sirius con possibilità di un middle name come "Alphard" (zio dei due Black). Se il primo Horcrux è il diario di Riddle, il secondo è l’anello di Marvolo, il terzo è il medaglione di Serpeverde da R.A.B. già trafugato (quello di cui Harry e Silente trovano copia nella grotta), il quarto è Nagini il serpente, il quinto è la coppa di Tassorosso, il sesto è un oggetto ancora ignoto appartenuto probabilmente a Corvonero (non può essere la spada, unico cimelio di Grifondoro). Il medaglione di Serpeverde, quello vero, sta nella nuova casa di Harry, a Grimmauld Place. Se ne parla nel quinto libro, come di un "medaglione che nessuno riesce ad aprire". Oltre a visitare Godric’s Hollow, la Tana e i Dursley, Harry dovrà quindi tornare anche nella vecchia casa dei Black, probabilmente farsi aiutare dal viscido Kreacher e distruggere quell’Horcrux.
2. Le coppie di fatto. Tipico di Harry troncare così con Ginny. Della serie "tutti quelli che mi stanno vicino muoiono". E allora Ron e Hermione? Sarà dura, temo, per Harry, levarsi di torno la fiammeggiante compagna che lo ama da sette anni! E per quanto riguarda Ron e Hermione, JKR non ha negato che potrebbero addirittura avere un figlio! Sta tutto nel famigerato ultimo capitolo della saga, che lei avrebbe già scritto, quello in cui "scar" sarebbe l’ultima parola. La probabilità che Harry muoia nel prossimo libro mi sembra lontana. In fondo, "l’uno non può vivere se l’altro sopravvive", e questo significherebbe il trionfo del male. Piuttosto saranno molto in pericolo gli amici più cari di Harry…
3. Piton… oh, mio dio! La questione della sua lealtà a Silente è centrale nella saga. Silente, vero personaggio cristologico, si comporta con lui come con il "giuda" che deve inevitabilmente compiere gli atti cui è destinato. Io credo nella teoria che vede Piton costretto ad uccidere Silente dietro esplicita richiesta del preside stesso per evitare che di questo omicidio si dovesse macchiare Draco e anche per evitare che il potente giuramento prestato a Narcissa si rivoltasse contro di lui se non avesse compiuto l’assassinio rituale. Snape sarebbe troppo prezioso nella battaglia finale contro Voldemort. Ricordiamo anche il litigio che Hagrid ha ascoltato per caso nella foresta: Piton non vorrebbe più fare qualcosa che gli è stata ordinata da Silente, e questi gli ricorda che "ha dato la sua parola". Snape è decisamente il personaggio più complesso dell’intera serie. Probabilmente sarà lui a morire, non Harry. Scappa coi Mangiamorte ma salva Harry nel parco di Hogwarts con la scusa che "il ragazzo appartiene all’Oscuro Signore". Insomma, dai… Con tutte le volte che ha segretamente aiutato Harry… E’ ovvio che non si può scoprire all’improvviso ultra-malvagio. Però sua madre era una strega e il padre invece babbano… Proprio come Voldemort… Mah!
Peraltro c’è una caterva di ottimi siti dove andare a spulciare le teorie più assurde. Ma la pagina di Wikipedia sul settimo libro le batte tutte perché riassume tutte le ipotesi nel modo più chiaro e sintetico possibile! Attendo i vostri commenti da fanatici potteriani!

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