STAMPANDO SI IMPARA

Inizio a pensare di essere sonnambulo. C’è questo sito fresco di pubblicazione, Ilmiolibro.it, che è in buona sostanza una versione semplificata di Lulu.com. Provo a registrarmi, per vedere com’è, e mi dice che pietroizzo è un nick non disponibile. Ma di pietroizzo in Italia ce ne sono solo 29, e non è detto che tutti perdano tempo in rete e/o usino proprio questo nick. Gira e rigira, viene fuori che quel pietroizzo lì sono proprio io! O qualcuno mi ha registrato a mia insaputa, o l’ho fatto io in un momento in cui ero cerebralmente trasmigrato (il che è sempre più frequente, quindi è anche possibile).

Comunque, tornando a Ilmiolibro.it: diciamo che il Gruppo Editoriale l’Espresso la sa abbastanza lunga da tentare di entrare nel mercato con una doppia iniziativa multimediale. Da un lato, in collaborazione con la Scuola Holden, invade le edicole con la pubblicazione in 12 volumi Saper scrivere. Dall’altro tira fuori una community (per ora ancora ai primi vagiti, siamo sui 500 utenti) di lettori/scrittori ansiosi di mettere alla prova ciò che hanno imparato.

Nei confronti dei manuali da edicola sono sempre stato un po’ diffidente, devo ammetterlo. Sono convinto che un paio di reference books (ad esempio sulla correzione di bozze o simili) siano fondamentali, ma che non è un manuale che ti insegna a scrivere. Però… c’è un però. I volumi di Saper scrivere sono agili, coprono tutti gli aspetti della scrittura (creativa, giornalistica, per sceneggiatura, per lavoro) e hanno un DVD annesso che funziona un po’ come un (costoso) workshop Holden nel salotto di casa tua. Può valerne la pena, insomma.

Da qui a Ilmiolibro.it il salto è semplicissimo. Chi non ha romanzi, racconti o saggi nel cassetto? Si sa che l’italiano medio ama moltissimo scrivere e pochissimo leggere. Ma mettiamo da parte la malafede. Ilmiolibro.it è semplice ed immediato. Pur offrendo meno funzionalità di Lulu.com (che ha dalla sua più esperienza e un meritato web 2.0 award) potrebbe penetrare meglio sul mercato italiano: staremo a vedere, dato che non sempre la glocalizzazione dei servizi web ottiene i risultati sperati.

WORDPRESS 2.5 CON GAIEZZA

Se per un breve lasso di tempo non siete riusciti a vedere una mazza, non preoccupatevi. Stavo aggiornando WordPress alla versione 2.5. E’ da circa un mese che la scritta “Hai una versione obsoleta di WordPress! Aggiorna o muori” mi ossessionava. Ma io ho sempre temuto molto gli aggiornamenti. Fino al 2003 ho avuto Windows 98, uso tuttora XP, blocco gli aggiornamenti critici del sistema. Perché sono paranoico.

Comunque oggi, dopo essere stato perculato da mezza blogosfera che conta, ho deciso di farlo. Lo racconto qui per i tapini ancora meno geek di me che vorranno fare la stessa cosa, esasperati dalle scritte minacciose sull’interfaccia di amministrazione.

Per prima cosa ho fatto il backup del database. Devo dir la verità, che siccome son pigro il backup l’ha fatto un plugin per me. Si chiama WP Database Backup: è molto utile, sul serio. Comunque. Poi ho fatto il backup di tutte le cartelle WordPress, copiando tutto in locale via FTP (file PHP, cartelle varie tipo wp-admin, wp-content e wp-include).

Poi ho disattivato tutti i plugin (molto importante). Per sicurezza prima di disattivarli li ho aggiornati tutti, anche se mi dicono che la feature più interessante di WP 2.5 è proprio l’aggiornamento automatico dei plugin. Ma io oltre che paranoico sono anche malfidato, quindi…

Poi ho cancellato tutti i file e le cartelle sul server TRANNE i file wp-config.php, .htaccess e la cartella wp-content. Poi ho caricato su i nuovi file che ho scompattato da questo bel zippone. Pulito pulito. Poi sono andato (con una punta di ansia) sulla pagina /wp-admin/upgrade.php e ho cliccato sul grosso link di aggiornamento.

Paura: CasaIzzo era tutto sballato. Ma certo: i plugin erano ancora disattivati. Riattivati tutti, rimessa a posto l’impostazione dei permalink (si perde) e voilà, tutto come prima. In realtà, sono stati i widget nelle barre laterali che mi hanno dato più problemi. Un paio li ho dovuti riconfigurare a manina, e quello dei commenti recenti qui a destra si è sballato in un modo che non riesco ad aggiustare. Per il resto tutto ok, ma se qualcuno volesse darmi una dritta…

NON E’ FACILE FARE I MUXTAPE

Io come sempre arrivo un po’ tardi: pare che Muxtape sia l’hype degli ultimi giorni. Ma che volete che vi dica, senza nemmeno uno stagista da spadroneggiare durante il giorno si lavora e si fatica. E fare un Muxtape non è roba da poco. Come hanno sottolineato tra gli altri Suz, Federico e Giorgio, il sottile piacere del Muxtape sta nel fatto che te lo devi sudare un po’. Devi andare a cercare i file giusti, uploadarli, metterci il tempo che ci vuole (cioè il tempo che quindici o venti anni fa ci mettevo per fare una Maxell, una TDK o una BASF da 60 minuti).

E allora ecco anche la mia cassettina, tutta per voi, per il piacere di regalarvi qualcosa da ascoltare che vi dia uno scorcio delle mie multiple personalità (anche se per questa volta ho evitato accostamenti tipo Demetrio Stratos e i Suicide). Le mie cassette, infatti, sono sempre state “fastidiose“, specialmente per quanto riguarda i contrasti tra un pezzo e l’altro. Poi non dite che non vi avevo avvertito.

The making of a great compilation tape, like breaking up, is hard to do and takes ages longer than it might seem. You gotta kick off with a killer, to grab attention. Then you got to take it up a notch, but you don’t wanna blow your wad, so then you got to cool it off a notch. There are a lot of rules. Anyway… I’ve started to make a tape…