LA NOTTE CHE SOGNAMMO CHROME

Stanotte ho sognato Chrome. Voglio dire… Su 100 feed da leggere che mi son ritrovato, 80 erano su Chrome, il nuovo browser Google. Io lo sapevo già che c’era Chrome, da un paio di notti. Avevo anche letto il fumetto di Scott McCloud, ma principalmente perché io adoro leggere tutto ciò che McCloud produce. E segretamente, nella mia stanzetta, ho pensato “E bravi googliani che fate lavorare McCloud invece di fare una presentazione tradizionale”. Perché non è da tutti fare un fumetto di 38 pagine per presentare un software

Comunque sia, poi, devo dire che tra pagina 25 e pagina 32 mi sono un po’ perso perché a me di tutte le menate sul javascript, il rendering, il webkit, i processi da uccidere e la memoria da liberare mi frega relativamente. Sta di fatto che dal giorno successivo giù tutti a parlar di Chrome, tanto che in amministrazione sono arrivate anche alcune lamentele. Io mi son detto che un nuovo browser è sempre una cosa importante, ma che non avrei fatto il gioco della comunicazione a cascata.

E invece stanotte ho sognato Chrome, come un grande occhio luminoso (una delle due “o” di Google, per intenderci) che mi diceva “tu mi installerai“, e mi mostrava paesaggi azzurrini e immagini velocissime, che in breve occupavano tutto il mio orizzonte onirico, finché non mi sono svegliato. Sono andato in bagno, ho fatto la pipì con in testa ancora quell’idea di azzurro. Poi son venuto qui, ho installato Chrome e il post ve lo sto scrivendo da dentro Chrome.

Non è male. Veloce. Simpatico. Ha delle cose interessanti
Ora posso tornare a dormire. 

SEO A CINQUE STELLE

Ogni tanto parte il momento formativo. Spesso a casaccio, ma qualche volta in modo azzeccato. Il corso di oggi mi è arrivato sulla scrivania qualche giorno fa con un post-it dirigenziale: “Interessa?”. Mi interessava. Non tanto per il titolo (che suonava un po’ come “Scalare la vetta di Google senza ramponi e piccozza”), quanto per il fatto che la SEO – tra i vari aspetti del mio lavoro quotidiano – è un argomento che di solito fa la fine di Cenerentola. Ce ne ricordiamo quando c’è un po’ di polvere da soffiare via.

E poi, il corso si teneva all’AC Hotel, uno degli alberghi più cool della nuova Torino (ci metterei dentro anche il Santo Stefano, l’Art+Tech e il Golden Palace). Da qui il titolo del post, che può mandare in confusione umani e spider e che accosta senza alcun criterio di correlazione la Search Engine Optimization con l’eccellenza alberghiera. Ma a me piace andare controcorrente.

Comunque sia, il corso era bello e ha avuto il grandissimo pregio di non fare addormentare nessuno. Lo hanno tenuto i ragazzi di SeoLab (Michael e Luca), con un paio di special guest (Paolo Geymonat di Bakeca e Daniele Alberti di Glomera). Non c’è niente come la SEO per far capire che il web ti cambia sotto gli occhi mese dopo mese. La mia conoscenza dell’argomento era limitata a qualche infarinatura risalente al 2004, ed è un campo che se non segui costantemente ti taglia fuori.

Quindi adesso ho qualche spunto di riflessione in più, e poi il catering era eccellente. A perenne dimostrazione di quanto è piccolo il mondo, tra una slide e l’altra sono spuntati alcuni nomi eccellenti tipo Vittorio Pasteris, Napolux e Luca Grivet: questi blogger presenzialisti si infilano persino nelle sessioni di formazione! 😛

A titolo di avvertimento, il corso mi ha fatto tornare la voglia di confrontarmi con il programma Adsense. Potrei provare a rimetterlo in pista.
Ma anche no.

ESPERIMENTI DI FANTASCIENZA URBANA

Volete farvi un’idea di come sarà Torino tra una cinquantina d’anni o più? Nessun problema. Tenete d’occhio Citypedia – l’enciclopedia della città del futuro: potreste scoprire che il futuro non è poi così brutto come lo si dipinge. O non così fulgido, a seconda dei casi. Perché Citypedia, nelle intenzioni e nella pratica, è un esperimento di fantascienza urbana. Chi vuole può compilare una voce dell’enciclopedia (ce ne sono ancora molte disponibili, dal balòn alla sindone, passando per i murazzi e il quadrilatero), contribuendo ad una visione corale di futuro – utopico o distopico, vedete voi.

Torino non è nuova a questo tipo di idee, e chi ha visto il corto Afterville di Gaglione e Resinaro (curiosamente residenti a San Donato Milanese) lo sa. Nel futuro a Torino succederà di tutto. Alieni, devianze da capitalismo 4.0, regimi totalitari, ambientalismo estremo e weird science d’accatto. E per chi ama esprimersi solo con le immagini c’è Torinoquidomani, il concorso fotografico sulla città dei desideri cui possono partecipare solo i gggiovani tra i 6 e i 35 anni (quindi io sono già fuori, gne gne).

Comunque alla fin fine l’idea è stuzzicante. In mezzo a Citypedia ci sono anche io. Per ora ho compilato la voce “Töret“. Adesso aspetto di vedere cosa combineranno i miei amici blogger, poeti, santi e navigatori (tutti rigorosamente torinesi e proiettati nell’utopia)…