PERCHE’ NON AMO GUIDARE

Veniamo oggi ad un topos di CasaIzzo: l’automobile. Va infatti evidenziato come io non sia un assiduo guidatore d’automobile. Chi si occupa della macchina è Stefi. Lei guida, va dal meccanico, cambia le gomme, si occupa del motore, etc. Io non so nemmeno come faccia la macchina ad andare avanti, per me è abbastanza magico (e in effetti sono anche stato bocciato una volta all’esame di teoria). Intendiamoci, non è che non so guidare – la patente ce l’ho. E’ che non mi va di farlo, per una serie di motivi. Specialmente in città. I motivi per cui non guido sono tutti sostanzialmente legati a Stefi. Il primo motivo è che lei – indubbiamente – guida meglio di me. Io ho una guida istintiva, lei ha una guida scientifica. Io mi distraggo facilmente se vedo passare una gnocca, se vedo un palazzo che mi piace, se c’è una migrazione di uccelli nel cielo. Il secondo motivo è che lei, quando io guido, assume quell’atteggiamento tipico di chi sa vivere la sua vita al volante e mi frantuma i maroni con petulanti avvertimenti del tipo "E’ rosso", "E’ verde", "E’ giallo" (manco fossi daltonico) o "Attento!" (la cosa peggiore da dirmi quando guido, dato che l’effetto immediato è un’improvvisa inchiodata – e lei lo sa benissimo). Poi ci sono anche tutte le variazioni del caso, come "Stai più a destra", "Stai più a sinistra" e "Non stare in centro", "Cambia", "Scala", "Non andare troppo veloce" e "Non andare troppo lento" seguite immancabilmente dall’amara constatazione "Guidi di merda!". Questo motivo, da solo, fa sì che io mi rifiuti completamente di guidare se in macchina c’è anche Stefi (cioè il 98% delle volte). Guido solo di notte o in lunghi percorsi autostradali, occasioni in cui Stefi dorme e non può dirmi nulla. Il terzo motivo è che io non sono un uomo portato a svolgere più di due compiti contemporaneamente. Quando guido, ne svolgo già due: coordinare volante e pedali da un lato, fare attenzione a cosa fanno gli altri guidatori dall’altro. Non si può pretendere che io riesca anche a parlare o ad ascoltare quello che mia moglie ha da dirmi. E siccome l’automobile è il luogo deputato in CasaIzzo per le discussioni familiari o per scambiarsi le idee sulla vita, la religione, la sfiga, il sesso, la morte, il cinema e la politica, è giocoforza che guidi la mia patatina, che invece ha il cervello così ben allenato da riuscire a guidare e imbastire interminabili discussioni infarcite di insulti (a volte rivolti a me, ma più spesso agli altri guidatori) nello stesso tempo. La simbiosi tra Stefi è la Clio è affascinante. Passo ore ad osservarle, rilassato sul sedile del passeggero, postazione dalla quale posso guardare tutte le gnocche che passano, i palazzi, il cielo e gli uccelli, e nello stesso tempo parlare d’amore con la mia donna al volante!

PUCCA, GARU, KEROPPI E BADTZ MARU!

In questi giorni di febbre (oggi non ce l’ho – o almeno così pare: che bello!) la mia mente ha prodotto immagini stranissime. Abissi inconcepibili e creature lovecraftiane che si agitavano pochi metri sotto le piazze più tranquille di Torino, statue in bronzo che mi parlavano e poi, con una semplice carezza sulla nuca, tornavano di bronzo, tram viventi che si trasformavano in enormi millepiedi, Zio Paperone che mi diceva "Lei ed io non siamo poi così diversi, signor Izzo", grandi cadute nel vuoto, incontri a sorpresa con i personaggi di Un posto al sole…  Insomma, una vita onirica decisamente ad un livello superiore. Tra i vari personaggi che si sono avvicendati nel teatrino delle mie meningi, ci sono alcuni piccoli amici che meritano il posto d’onore. Si tratta degli amici Sanrio, Hello Kitty, Keroppi, Badtz Maru, Pochacco, Pekkle e compagnia danzante. Lo so che fa molto checca isterica, ma è da anni che io ho una predilezione indefinita per questi personaggini taaaanto carucci (a parte Hello Kitty che la impalerei). I miei preferiti in realtà sono Keroppi la rana e Badtz Maru il pulcino nero, di cui posseggo diversi oggetti assolutamente inutili ma molto trendy (quasi tutti oggetti di cartoleria). Ma, ora che S. Valentino si avvicina a grandi passi, c’è un altro personaggio (anzi due) che ossessiona la mia mente da dodicenne impazzito: non sono adorabili Pucca e Garu, la coppietta di nanerottoli giapu che saltellano allegri sul sito Puccaclub? Perché io, invece di essere un serio dipendente dello stato non posso essere un animatore delle deliranti storie d’amore di Pucca e Garu? Basta, per passare il tempo mi scarico gli schemi punto croce di Pucca e ricamerò con i fili colorati qualcosa in attesa che l’influenza passi del tutto…

L’URLO PRIMORDIALE

Fortunatamente, mio padre è stato espulso dall’ospedale…! La cosa offre subito il fianco ad una cena in famiglia per festeggiare e magari ad una visione comunitaria della prima puntata di Zelig (che tanto noi non potremmo vedere dato che il televisore è ancora in riparazione). Quando ci rendiamo conto che una cena il venerdì dopo il lavoro rischia di essere ancora più devastante delle solite cene di sempre, è ormai troppo tardi.
"Vuoi qualcosa prima di cena?"
"Ma già che me lo chiedi, magari un Crodino..:"
"E col Crodino? Olive? Cracker? Prendi le olive. Scarta i cracker"
"Aspetta, che fai? Un piatto per le olive e uno per i cracker…"
"Ma no, guarda che va bene anche solo il crodino"
"Ecco i cracker. O preferisci le olive?"
"No, ma va bene tutto, dai"
Mentre ci sediamo per sentire le ultime avventure ospedaliere, la nonna si affaccia (ore 19.15).
"Prepariamo tavola? Si mangia, dai… Lavatevi le mani!"
"Ma no, dai, mangiamo un po’ più tardi"
"Ah… e quando?!"
"Mah, tra mezz’ora..:"
A cena, la battuta preferita della nonna è "servitevi da soli", pronunciata mentre, in piedi, fa il giro del tavolo per servire a tutti il bollito.
"Vuoi dell’insalata russa? Prendi dell’insalata russa, Piè…"
"No grazie, sono a posto così, mangio un po’ di formaggio"
"E prendi almeno un po’ di formaggio, no?"
"Sì, appunto, lo sto mangiando"
"Ah, ecco… e prendi un po’ di insalata russa"
"No, magari solo un mandarino"
"Vuoi un mandarino? E non c’è il mandarino! Vuoi l’arancio? La banana? Un kiwi?"
"No, va bene così…"
"Assaggia l’insalata russa allora..:"
"Non mi piace l’insalata russa!!!"
"Ah… non ti piace? Ti è sempre piaciuta" (non è vero, ndr)
Ma veniamo a Zelig, e alla sua visione a 40.000 dB in salotto. Io e Stefi siamo di quelli che tengono il volume della televisione alto. Ma così sembra di essere sotto i bombardamenti. Nonostante ciò, la nonna mette le mani a coppa sulle orecchie per proiettarle in avanti ed esclama a momenti alterni "E che è? Non si sente niente!". La mamma, assolutamente imperturbabile, decide di raccontare per la millesima volta a Stefi di quanto ero cagone quando ero piccolo. Per farlo, deve riuscire a sovrastare il suono di Cochi e Renato che cantano. Io, allenato da 20 anni di vita familiare, riesco ottimamente nel mio famoso trucco della galassia parallela (la mente deve uscire dal corpo, per divenire totalmente impermeabile a qualunque cosa succeda nel raggio di 20 metri). Stefi soccombe. Arrivati in auto, come suggeriscono le riviste di psicologia, emette uno straziante e prolungato urlo per liberare la tensione e lo stress accumulato.
Il sabato, dopo un veloce giro di concessionari per iniziare a considerare l’acquisto di uno scooter nuovo, si cena dai suoi. Tutto sommato a casa di Stefi le cose sono molto diverse, e fondamentalmente si passano delle serate più tranquille. Pure troppo. La cena, infatti, è pronta alle 18.50.
"Vieni a tavola?"
"Ah, non mi ero accorto che fossero già le otto!"
"Infatti sono le sette, ma dato che è già pronto perché non cenare?"
Che risposta posso dare? Nessuna. Del resto è tutto buonissimo, la qual cosa mi tenta a strafocarmi di cinghiale che nemmeno Obelix potrebbe battermi.
Al termine della cena, dopo caffè, ammazzacaffè e ammazza-ammazzacaffè, sono già stremato. L’idea portante della serata è quella di guardare il varietà del sabato sera dove dei vip ballano con dei maestri di ballo. La cosa è quasi immediata. Mi addormento senza speranza fino alla fine del programma. Quando mi sveglio, mi tengono compagnia la cervicale, il mal di schiena e il mal di stomaco. Adesso è domenica, e sono ammalato. Non dovete meravigliarvi. Il fisico si ribella a questi weekend. E’ normale. Ma non sappiamo come fare a cambiare le cose. Depurarmi. Ecco cosa devo fare. Tanto per cominciare, oggi digiuno. Poi, si vedrà.