L’isola dei famosi sta catturando la mia attenzione. non posso permetterlo. Guardarlo è come guardare nell’abisso. Nel maelstrom che non lascia scampo. Credevo di potermi concentrare sugli articoli da scrivere, sui conti da far quadrare. Non è possibile. Come posso resistere a Pappalardo, alla contessa de Blanc, alle lacrime di Walter Nudo?
Giada è una vipera? Walter è un piagnone? Adriano è un pazzo? Uscirà di nuovo il capezzolo della Ventura? Vi prego… vorrei solo dormire.
LUOGHI COMUNI SU BERLUSCONI
La cosa più furba che ho letto oggi è questo "Luoghi comuni su Berlusconi" di Valerio Evangelisti, scovato su Carmilla on line…
Un bell’esempio di analisi realistica e pratica al di là delle santificazioni o dei trascinamenti nel fango. Anche trattare Berlusconi come un’innocua barzelletta, un pagliaccio, è più pericoloso di quanto non si possa immaginare.
GREENDALE, FILM E CONCEPT ALBUM
Greendale di Neil Young è il primo film che ho visto al festival oggi pomeriggio. Un esperimento di circa un’ora in super 8 gonfiato a 35 mm (e quindi insopportabilmente granuloso per chi come me si piazza sotto lo schermo) ma con un potente audio in DTS che faceva tremare le poltrone del Pathé Lingotto…! Se si ama Neil Young, a mio avviso l’unico vero e grande "autore rock" rimasto in america assieme a Lou Reed, Greendale è da vedere. Si tratta di un clip illustrativo del suo ultimo concept album omonimo (volendo essere riduttivi). Si segue la storia di questa comunità della provincia americana, Greendale, appunto, attraverso le dolorose vicende della famiglia Green, canzone dopo canzone in "quadri" intervallati da panoramiche su una mappa disegnata a mano (come quella sulla copertina del CD). Young è sempre grandissimo, i Crazy Horse lo accompagnano in modo potente e i testi, se anche a volte sono un po’ esasperanti, sono molto pungenti e inaspettatamente "romanzati". L’intento di denuncia sociale del film lo avvicina un po’ a Bowling a Columbine di Moore. Un buon inizio, direi.